L’Orchestra
ospite per questa puntata
del Festival
era la Haydn di Bolzano&Trento, guidata dal suo Direttore
Principale, Ottavio Dantone.
Ecco
quindi, proseguendo il mahleriano pellegrinaggio in rigorosa sequenza, la Settima.
Sicuramente la Sinfonia meno eseguita (e quindi meno conosciuta e amata dal
pubblico) forse per colpa del sistema mediatico di divulgazione, che deve
sempre trovare qualunque stereotipo – extramusicale, si badi bene! - atto
a colpire l’immaginazione dell'ascoltatore.
Così,
ad esempio: Mahler, il titano che trionfa nella Prima e poi viene
sepolto e risorge nella Seconda, quindi viene bastonato (anzi…
martellato) nella Sesta; o il Mahler sdolcinato e fischiettabile della Quarta;
oppure quello ipertrofico e sesquipedale della Terza e dell’Ottava;
o quello supposto decadente (Adagietto della Quinta) che viene
impropriamente strumentalizzato da Visconti; o quello disperato che sente
il suo cuore perder colpi e tirare gli ultimi (Lied von der Erde e Nona…)
Insomma,
per la Settima il marketing non trova un posto adeguato in tale
agiografia, e così l’opera finisce direttamente – quanto immeritatamente - nel
dimenticatoio… (E allora mi permetterò di proporne una
mia velleitaria analisi, con citazione illustre...) ___
Devo
dire che l’esecuzione della Haydn mi ha convinto a metà: Dantone (che ha
diretto a mani nude, come Angius la Sesta) ha mostrato di padroneggiare assai
bene questa sbifida partitura (in fondo è un Mahler che si picca di rivaleggiare
con… Bach, che il Direttore conosce come le sue tasche). L’orchestra invece ha avuto qualche défaillance, in specie negli ottoni: anche il Tenor-Horn
ha sbucciato proprio l’entrata… un vero peccato, poiché in seguito si è
riscattato alla grande. E poi l’amalgama tra le sezioni non sempre mi è parso ottimale.
Ma, come accaduto per le altre Orchestre ospiti, anche la Haydn è
stata accolta dal folto pubblico dell’Auditorium con vivaci manifestazioni di consenso. Il
che, per Orchestra e Direttore, rappresenta comunque un buon viatico per le due
riprese… a casa loro, di giovedi e venerdi.
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