Dopo (soli!) 18 anni la Scala si
appresta a riproporre quel thriller quasi verista che risponde al nome
di Fedora, di Umberto
Giordano, affidato oggi alla coppia Armiliato-Martone.
In attesa
dell’epocale evento, ho deciso (off-topic rispetto all’oggetto
specifico) di fare un esercizio letterario piuttosto ardito e velleitario: contestare
la verità che emerge dalla consueta e tradizionale lettura dell’originale
di Victorien Sardou (e che si propaga poi al libretto
di Arturo Colautti) alla luce di una minuscola, ma potenzialmente
esplosiva contraddizione in esso contenuta.
Per
prima cosa è necessario metter ordine (per così dire) nella cronistoria dei
fatti accaduti a SanPietroburgo la sera in cui il Capitano Vladimir
Andreievich Yariskin viene ferito a morte in un posto fuori mano e poi muore a casa sua, per la
disperazione della Principessa Fedora Romazoff, che avrebbe dovuto
sposarlo (ma la loro relazione non era stata divulgata) entro poche settimane.
Cronistoria che Sardou ci presenta in modo (volutamente) frammentario e non
scevro da qualche passaggio (uno in particolare, come appunto vedremo) che lascia
perplessi.
Ecco, perché frammentario? Ma perché il
commediografo francese segue per la sua Fédora un approccio assai
diverso rispetto alla successiva Tosca, che verrà portata in musica da Puccini:
in quest’ultima la vicenda è narrata in modo assolutamente rettilineo, in
rigorosa sequenza cronologica, quasi minuto-per-minuto.
Invece nella Fedora, dopo
l’introduzione che serve a informarci dei trascorsi parigini di Vladimir (Bacco,
Tabacco e Venere…), dell’imminente suo matrimonio d'interesse con la ricca vedova e
dell’ora della notte che ci apprestiamo a vivere, abbiamo un’entrata in-medias-res
(l’assassinio di Vladimir) seguita poi da due importanti flash-back: il primo
(ancora nell’atto iniziale) costituito dalle indagini poliziesche del Commissario
Gretch che cerca di ricostruire fatti, moventi e circostanze del
delitto; il secondo rappresentato dalla confessione – nel terz’atto, ambientato
a Parigi settimane dopo e con gran dovizia di particolari - che l’assassino Loris Ipanoff
farà a Fedora, confessione che comincia a gettare nuova luce sull’intera
vicenda.
Vicenda troppo semplicisticamente e
affrettatamente liquidata con la chiusura delle sommarie indagini condotte (nel
primo atto) da Gretch, spalleggiato da Fedora, che portano all’individuazione
(corretta, pur senza prove decisive) di Loris come autore del delitto, ma per
un movente (politico, legato al movimento nihilista, e quindi sovversione
contro le Istituzioni, ergo aggravato) totalmente diverso da quello
(delitto d’onore, meritevole come minimo del riconoscimento di attenuanti, se non direttamente di archiviazione)
che conosceremo – dalla confessione di Loris - solo a tre quarti del dramma.
È fuor di dubbio che questa tecnica
narrativa conferisca a Fédora quei caratteri di thriller – che si
risolverà compiutamente solo alla fine, dopo un ennesimo colpo di scena e una drammatica
confessione che a ruoli invertiti la protagonista farà implicitamente a Loris
nell’atto quarto prima di suicidarsi, oppressa dalla sua colpa - che garantiscono al lavoro un indubbio
fascino.
Constatiamo anche come, dei quattro personaggi
principali del dramma (due per la verità - Vladimir e Wanda - passivi e silenziosi,
poiché… defunti) l’unico che pare uscire immacolato (e ingiustamente punito dal
destino-cinico-e-baro) è Loris, a dispetto di essere un assassino, per
di più reo-confesso.
Vediamo innanzitutto
come Sardou ci introduce il suo dramma, facendo particolare attenzione agli orari.
Siamo a casa di Vladimir e Il gioielliere Tchileff è a colloquio con il
maggiordomo Desiré: parlano dei trascorsi da gigolò del padrone
di casa quando era a Parigi e poi il gioielliere afferma di essere venuto lì
perché Vladimir gli aveva promesso di fargli visita al negozio tra le 21 e le 22 per
ordinargli un gioiello, forse un anello di fidanzamento per la misteriosa vedova che sta
per sposare (Desirè rivela che il matrimonio avverrà fra tre settimane, senza però fare il nome della sposa) o magari
per una delle sue tante fiamme, come aveva malignamente obiettato la moglie del
gioielliere. Ma il Capitano non si è fatto vivo, ed è già quasi mezzanotte…
Successivamente arriva Fedora, a sua volta preoccupata per non aver notizie di
Vladimir, che lei aspettava a teatro nel suo palco, quasi quattro ore prima! A
questo punto Vladimir arriva a casa, ma non sulle sue gambe…
Bene, visti gli
antefatti e tornando al delitto, si può ricostruire con una certa precisione la
cronistoria (ora per ora) di quella maledetta sera. Ricostruzione degli orari basata
su: ipotesi plausibili (nel seguito indicate come I); su testimonianze
certe (T) e sulla confessione di Loris (L); in più, sulla
combinazione dei tre elementi. Va da sé che non esiste alcun valido motivo per
dubitare della sincerità di tutte le testimonianze citate – servitù di
Vladimir, l’addetto all’ambasciata francese De Siriex, altre persone
interrogate da Gretch e dal poliziotto Ivan - tranne una: il
racconto di Loris, che è l’unico dei personaggi ad essere – a torto o a ragione,
ma per sua stessa confessione - parte in causa nel delitto! E vedremo a
quali impensabili sviluppi porterà questa considerazione, a fronte di quella minuscola ma
importante contraddizione nella narrazione di Sardou.
Ma proprio dalla confessione di Loris
conviene partire, come premessa. Perché il suo racconto ci chiarisce – dal
suo punto di vista - il vero movente dell’omicidio (delitto d’onore e non a
sfondo politico). Loris narra a Fedora della sua infatuazione per Wanda, della
contrarietà della sua vecchia madre a quella relazione, della sua fuga con la
ragazza a SanPietroburgo, del matrimonio religioso, della sistemazione di Wanda
in un appartamento non lontano dal suo (che è prospiciente al palazzo di
Vladimir) e delle sospette attenzioni che lo stesso Vladimir, testimone di
nozze, cominciò a manifestare per la moglie, con la conseguente rottura
dell’amicizia fra loro.
Ed ora ecco la possibile cronistoria
della serata. Loris ricorda come, in prossimità del Natale, avesse deciso di
far visita (senza la moglie, viaggiando in treno) al castello dove viveva la
vecchia e malandata madre, per trattenersi colà per una settimana:
probabilmente per cercare di riconciliarsi con lei e farle digerire il suo
matrimonio con Wanda. Veniamo subito a sapere che è di sera, la sera
stessa del fattaccio.
17:00 (I-L) Alla
stazione Loris si accorge di aver dimenticato a casa un oggetto assai caro alla
madre, cui intendeva recarlo; così prenota un posto sul treno successivo e torna
verso casa sua.
17:30 (I-L-T) Dal
palazzo di Vladimir (proprio di rimpetto alla sua abitazione) vede uscire la governante
della moglie, il che ovviamente lo mette in agitazione. La cosa è confermata
dalla deposizione di Desiré, che però - attenzione! - ha raccontato al Commissario Gretch
che quella donna era stata lì alle 10 (!?) [Quale delle due versioni è veritiera?
O si tratta di una svista di Sardou? Più avanti torneremo su questo punto davvero cruciale.] Loris blocca la
donna e lei confessa di aver recato una missiva di Wanda a Vladimir, che
l’ha letta (non ad alta voce) in sua presenza e poi riposta nel cassetto
del suo scrittoio rispondendole che avrebbe fatto ciò che vi era scritto
(tutto confermato in pieno – a parte l’orario - anche dalla deposizione di
Desiré, testimone oculare dell’incontro).
17:45 (I-L-T)
Allora sequestra la donna in casa sua (deserta poiché lui ha congedato la
servitù per il periodo di sua assenza) e si reca lì di fronte, al palazzo di Vladimir (come confermato anche da Desiré e dal giovane valletto Dimitri, sempre a parte l'ora) con l’intenzione di avere con lui un nuovo e definitivo show-down.
18:00 (I-L-T) Ma
Vladimir, proprio in quel frattempo, è uscito di casa, particolare confermato
da Desiré (sempre a parte l'ora, il mattino) il quale poi testimonierà che il padrone intendeva andare a cena con amici al ristorante francese Borel, e da lì dal gioielliere Tchileff (che però sappiamo
non averlo visto) e poi a teatro (dove però Fedora dichiarerà di averlo atteso
invano). Così Loris, con un pretesto e approfittando della disattenzione di Dimitri,
riesce ad impossessarsi della lettera, dalla quale viene a conoscenza di un
appuntamento che la moglie ha dato a Vladimir, di cui è indicata l’ora (le
9 di quella stessa sera) ma non il luogo (…laggiù, recita laconicamente
la missiva).
18:15 (I-L-T) Loris torna a casa e costringe la
governante della moglie a svelargli tutta la tresca di Wanda e Vladimir e così
apprende che i due adulteri si incontravano spesso in un caseggiato isolato e
senza portineria, affittato mesi addietro (come ha anche scoperto l’agente Ivan) a nome di uno
studente di medicina (Vladimir in incognito, evidentemente) da una venditrice
ambulante, amica e complice di Wanda, se è vero che abitava là nei pressi e la ospitava prima degli appuntamenti.
18:30 (I-L) Loris va subito con la governante a
casa di Wanda, evidentemente con l’intenzione di fare una scenata alla moglie, che
però è già andata a cena dalla venditrice ambulante (da dove poi abbiamo appena saputo si
reca agli appuntamenti); così ne approfitta per forzare un cassetto e prendere
con sé alcune lettere d’amore firmate da Vladimir (quelle che esibirà a Fedora
a Parigi, parecchie settimane dopo).
19:30 (I-L) Poi si
fa condurre dalla governante al luogo dell’appuntamento, luogo ben conosciuto
dalla donna che viene costretta, pena prendersi una pallottola in testa, a
comportarsi esattamente come in occasione dei precedenti appuntamenti dei due
fedifraghi, apprestando le stanze del pied-à-terre come d’abitudine. Poi i due si
mettono in attesa.
20:30 (T) Secondo la precisa testimonianza di Dimitri,
Vladimir lascia il ristorante Borel e il cocchiere Cyrill conferma a sua
volta a Gretch di aver direttamente portato (come già altre volte nei due mesi
passati, ma sempre di pomeriggio, mai di notte) il padrone presso un edificio ubicato in un posto fuori mano.
Sull’ora di arrivo di Vladimir
possiamo solo fare illazioni, dato che l’unica informazione che abbiamo è
quella che ci fornisce Loris, legata al contenuto della lettera di Wanda.
Assumiamo che siano circa le 21:00, osservando che se anche l’ora fosse più tarda
(ma sappiamo che Vladimir non ha incontrato né Tchileff né Fedora) ciò non
sposterebbe di nulla il corso degli avvenimenti.
21:15 (I-L) Arrivati
prima Vladimir (molto agitato, si noti bene) e poi Wanda (che usa un’entrata secondaria e quindi non è vista
da Cyrill), Loris congeda e licenzia la governante imponendole di non farsi mai
più vedere in giro. Poi entra nella stanza dove Vladimir e Wanda sono già alla
fase del petting e affronta la moglie, strappandola bruscamente dalle
braccia dell'amante. Lei fugge terrorizzata e seminuda: raggiungerà, uscendo sempre
dal cancello secondario (quindi non vista da Cyrill) la casa
dell’amica-complice dove, a causa della polmonite contratta nella fuga in
quella gelida sera, morirà dopo qualche tempo, senza aver denunciato Loris per
non finire in… Siberia.
21:30 (I-L-T) Vladimir
per primo esplode un colpo di pistola che arriva solo di striscio su Loris, il
quale risponde a sua volta, ferendo mortalmente l’ex-amico. Cyrill confermerà
di aver udito (un quarto d’ora dopo l’arrivo in quel posto) due colpi
ravvicinati provenire dal caseggiato.
21:45 (I-L-T) Loris
esce a sua volta da quella casa e (inspiegabilmente?) attraversa correndo il cancello
principale, dove è visto, ma non riconosciuto, da Cyrill. Poi si allontana per
cercare rifugio presso l’amico Boroff (da dove espatrierà verso
Parigi). Il cocchiere, già preoccupato per il ritardo del padrone, scopre tracce
di sangue lasciate dall'uomo in fuga nella neve, poi scorge una slitta che passa di lì e
chiama aiuto.
22:00 (I-T) È De Siriex
che si ferma e insieme al cocchiere, seguendo le tracce di sangue, arriva al
caseggiato dove trova Vladimir in una pozza di sangue. Il ferito viene portato
sulla slitta di Cyrill.
22:30 (I) Cyrill, seguito
da De Siriex, parte verso il palazzo del padrone.
23:00 (I) Sostano
presso il comando di Polizia, per avvertire Gretch e i suoi dell’accaduto.
Gretch invia Ivan sul luogo del delitto e fa chiamare un medico ordinandogli di
correre al palazzo di Vladimir, dove si reca lui stesso insieme a suoi agenti e
a Cyrill e De Sirex con Vladimir morente.
24:00 (I-T) Il convoglio di
slitte arriva al palazzo. Fedora aveva poco prima affermato essere l’una di
notte… il che non sposta di nulla la sostanza dei fatti. Arriva anche il dottore, che poi manda a
chiamare un chirurgo e un prete. Vladimir muore.
01:30 >
(T) Gretch conclude l’interrogatorio del personale del palazzo del Capitano.
Viene informato: che la casa teatro dell’omicidio era stata affittata da una
donna a nome di uno studente; dei movimenti di quel giorno nel palazzo; della
donna venuta al mattino a recapitare una lettera al Capitano, dell’identità
presunta dell’uomo venuto subito dopo a trafugare la lettera (che poteva comprometterlo) e di minacce
ricevute pochi giorni prima per via epistolare da Vladimir, che è figlio del
Capo della Polizia. Formula quindi l’ipotesi accusatoria (omicidio di matrice politica, nihilista)
contro Loris.
___
Per la verità possiamo fare qualche osservazione
critica a questa ricostruzione, cominciando a domandarci perché Vladimir pare
non aver battuto ciglio di fronte ad un evento così insolito: l’amante che
prende l’iniziativa? Non ci vuol molto ad immaginare che fosse sempre lui a
farlo: per semplici ragioni di censo (lui un VIP, lei un’umile immigrata
polacca) e di sesso (il maschio, che sappiamo oltretutto essere un
incallito donnaiolo). E, come non bastasse, gli propone l’incontro per un’ora altrettanto
insolita, le 21. Ora davvero poco praticabile per una persona importante: che infatti quella sera, dopo la cena, aveva già un appuntamento con Fedora a
teatro e un altro lo prenderà al pomeriggio (per un’ora fra le 21 e le 22) con
il gioielliere. Insomma, se Vladimir ha deciso di andare comunque all’appuntamento,
non è per caso che l’oggetto, invece della solita sveltina, fosse
qualcosa di assai preoccupante ed urgente? E che Vladimir pensasse comunque di
liquidare la cosa rapidamente, per poi recarsi agli altri due appuntamenti (gioielliere
e Fedora)?
E poi, la versione di Loris, più che Vladimir,
chiama in causa Wanda! È lei che si palesa come principale artefice
dell’adulterio: ma come, il marito ancora non ha fatto in tempo a partire per
un viaggio di una settimana che lei immediatamente pensa ad un incontro con
l’amante, quella sera stessa!? Beh, Loris dovrebbe punire lei, prima del suo
amante! Ma non è ciò che farà al momento opportuno, quando ci racconta di
essersi limitato a strapparla dalle braccia di Vladimir, favorendone così la
(sia pur fatale) fuga.
Né lo fa subito, visto che invece pensa a
Vladimir e si reca al suo palazzo con l’intenzione di affrontarlo, ma non lo
trova in casa perchè - toh che combinazione! - è appena uscito, proprio nei
pochi minuti trascorsi da Loris in casa sua con la governante. Così, come
ripiego, trafuga la lettera. Ma se Vladimir fosse stato in casa, che sarebbe
successo? Al massimo una scenata, perché, se lui avesse anche mostrato la
lettera, avrebbe incolpato Wanda, non se stesso… E in ogni caso, per
precauzione, si sarebbe poi ben guardato dall’andare all’appuntamento!
A questo punto
Loris va con la governante a casa di Wanda, evidentemente intenzionato a dirle
il fatto suo e magari passare pure a vie di fatto, ma non la trova: la
governante gli confessa che la moglie è a casa della venditrice ambulante, come
sempre fa in occasione degli appuntamenti con Vladimir. Cosa ci aspetteremmo da
Loris? Che si faccia subito accompagnare a casa della complice, per strapazzare
la moglie e automaticamente mandare a monte l’appuntamento! Invece, che fa? Si ferma
lì a cercare (e trovare) le lettere d’amore di Vladimir! Dopodichè dimentica la
moglie e si fa portare direttamente al luogo dell’appuntamento. Strano davvero…
pare quasi che adesso voglia deliberatamente cogliere i due amanti in
flagrante adulterio! (Qui, attenzione, già si configurerebbe una
sorta di premeditazione del delitto!)
Oltretutto dal racconto di Loris abbiamo saputo
per certo che la moglie non ha ricevuto alcun feed-back dalla governante
sull’esito della sua missione: ora sappiamo che lei era addirittura fuori casa,
presso la sua sodale venditrice ambulante, e da lì si è direttamente recata
all’appuntamento. Dobbiamo quindi pensare che lei fosse al 100% certa che Vladimir
avrebbe accettato il suo invito (così insolito, come abbiamo constatato)
modificando di conseguenza i suoi programmi serali. Il che conferma come non potesse
trattarsi di un normale appuntamento a sfondo sessuale!
I due spari. Il
cocchiere Cyrill testimonia di aver udito due spari in rapida successione.
Loris racconta che a sparare per primo è stato Vladimir: lui ha risposto al
fuoco, ferendolo mortalmente. Il che configura, oltre al movente legato all’onore
e non alla politica, anche le circostanze di legittima difesa. Ma siamo
sempre lì: è la versione dell’omicida…
Che
dire poi di Loris che fugge attraverso il cancello principale, rischiando di
essere riconosciuto da Cyrill? Perché non ha usato l’uscita secondaria, che
doveva conoscere per esserci passato all’arrivo? Certo, la sua fuga dall’uscita
principale era necessaria a Sardou per poter introdurre l’indizio delle macchie
di sangue scoperte dal cocchiere… ma mi pare un argomento un poco deboluccio
per giustificare un particolare così poco verosimile.
___
Adesso è però arrivato il momento di
tornare sul piccolo – ma fondamentale – dettaglio relativo all’ora della visita
della donna che reca la lettera a Vladimir. Ecco il testo letterale del
passaggio incriminato, la testimonianza di Desiré:
Ivan …La location a été faite par une femme d’une quarantaine d’années…
une marchande… qui a payé d’avance et qu’il n’a pas revue.
Désiré Une femme… pardon… mais,
justement, il est venu une femme tantôt… plus toute jeune, une servante, une
marchande, je ne sais pas, avec une lettre pour monsieur.
Gretch Aujourd’hui?
Désiré À dix heures. Monsieur prenait son chapeau pour sortir… Il l’a fait entrer, a lu
la lettre et lui a dit : «C’est bien, j’irai.»
Sgombriamo
subito il dubbio che Desiré dica erano le 10 intendendo erano le 22:
abbiamo infatti scoperto – e senza ombra di dubbio - che a quell’ora il povero
Vladimir era lontanissimo da casa e già mezzo morto (o lo sarebbe stato di lì a
poco…) e quindi non poteva essere lì ad accogliere la messaggera. Allo stesso tempo è da escludere – secondo le testimonianze
della servitù di Vladimir – che il Capitano, dopo essere uscito di casa alle 10
del mattino, vi abbia fatto ritorno nel pomeriggio, prima di recarsi a cena da Borel. Ma soprattutto:
un appuntamento per le 21 non poteva essere annunciato alle 22! Ma parrebbe poco verosimile anche un appuntamento
per le 21 comunicato poche ore prima, verso sera, che avrebbe corso seri rischi
di non poter essere onorato… Ecco come invece
Loris ci descrive il fatto:
J’arrive à la
soirée… à la nuit fatale qui a changé le
sort de toute ma vie. Ce soir-là, j’allais chez ma mère, pour les fêtes de Noël (…) À la gare, je m’aperçois que
j’avais oublié un objet que ma mère m’avait donné commission de lui apporter,
et je cours chez moi… Au moment où j’arrive à ma porte, je vois sortir de chez
Wladimir la femme de chambre de Wanda.
Ci troviamo quindi di fronte a due diverse versioni di uno stesso fatto: quella di Desirè e quella di Loris. A quale dobbiamo prestar fede? A quella di un fedele servitore di Vladimir, o a quella del suo assassino? Se Desirè dice la verità, allora Loris sarebbe un bugiardo e così vedremmo spezzarsi proprio il primo anello della catena di nessi causa-effetto che innerva il suo racconto.
Ebbene, proviamo ad immaginare che non si tratti
di una banale svista di Sardou, ma che Desiré abbia ragione a ricordare che la
consegna sia avvenuta alle 10 del mattino - quando certamente Vladimir era in
casa - e che Loris sia passato poco dopo per recuperare la compromettente lettera,
avendo visto uscire Vladimir e poi Desiré e sapendo quindi che il palazzo del
Capitano era presidiato dal solo valletto, da lui abilmente ingannato.
Che conseguenze
avrebbe tutto ciò? Davvero di non scarsa portata, poichè verrebbe in pratica
destituita di ogni fondamento buona parte della ricostruzione dei fatti operata
da Loris e da lui confessata a Fedora, e proprio a partire dal primo evento scatenante. Perché per dare credibilità al suo
racconto, dove i fatti si accavallano tumultuosamente in 2-3 ore serali a causa
dell’imprevedibilità del suo incontro con la governante uscita dal palazzo di
Vladimir, è necessario che la consegna della lettera avvenga di sera.
In caso contrario (consegna alle 10 del mattino)
perderebbe di credibilità anche tutta la storia del viaggio serale in treno, cui
Loris avrebbe certamente dovuto rinunciare (causa impegni per… omicidio). Ragioniamoci sopra: Loris, che ha già
evidentemente programmato il viaggio, a quell’ora del mattino vede la
governante lasciare il palazzo di Vladimir; la blocca e si fa raccontare della
lettera e degli appuntamenti. Come abbiamo già osservato, la cosa più naturale
sarebbe per lui quella di andare a casa di Wanda, e lì di strapazzare le due
donne: la moglie adultera e la governante compiacente e complice! E magari
frugare in tutti i cassetti per trovare le lettere compromettenti di Vladimir,
poi portarle con le due donne alla Polizia per denunciarle!
Invece pensa subito
a recuperare la lettera di Wanda, il cui contenuto può benissimo immaginare,
salvo l’ora dell’appuntamento che a quel punto lui potrebbe facilmente mandare
a vuoto! Ma poi, che fa?
Dovrebbe trovare il modo per ingannare il tempo fino a sera, visto che mancano ben
11 ore all’appuntamento! Ma la governante? La tiene prigioniera in casa sua fino
a sera? Così Wanda si insospettisce e rinuncia?
Come si vede, se
Desiré avesse detto la verità, già l’inizio della storia di Loris farebbe acqua da
tutte le parti!
Però va anche riconosciuto
che il suo racconto ha parecchi punti di convergenza con le indagini della Polizia, o presenta fatti e prove inconfutabili, quindi non è completamente
falso. Ad esempio, vere e concrete sono le lettere di Vladimir. Escludiamo infatti
che possano essere dei falsi costruiti da Loris: Fedora vi riconosce senza
esitazioni né dubbi (ma senza palesarlo a Loris!) la calligrafia del fidanzato, del quale ad una di esse è
accluso persino un ritratto, che lei getta
via rabbiosamente. (Attenzione: Loris non sa – e Fedora si guarda bene
dal rivelarglielo - che la promessa sposa di Vladimir è proprio lei! Altrimenti
il finale di Sardou andrebbe a… meretrici!)
Tuttavia resta la domanda che ci siamo già fatti:
come mai, avendo recuperato inconfutabili prove del tradimento della moglie e
potendo disporre di due testimonianze/confessioni (governante e venditrice
ambulante) della tresca di Wanda con Vladimir, Loris non si rechi direttamente
alla Polizia. Mandando così a vuoto quell’appuntamento serale (e quindi risparmiandosi
anche… l’omicidio)! E invece decida di rischiare la pelle per cogliere in
flagrante i due e poi, ucciso Vladimir, corra a nascondersi dall’amico Boroff e
di lì fugga a Parigi per raggiungere la cugina Contessa Olga Sukareff,
sospettata di simpatie nihiliste! Possiamo ipotizzare una possibile risposta a
questa domanda: il Capo della Polizia è il padre di Vladimir, e verosimilmente
manderebbe a giudizio le tre donne, ma non certo il figlio… così Loris vedrebbe
il rivale restare libero, cosa per lui inaccettabile. Quindi… ?
___
Che fare, a questo punto? Ci dobbiamo definitivamente
rassegnare a ridurre il tutto ad una banalissima quanto clamorosa svista di
Sardou? Per la cronaca c’è chi, fin dalla prima del 1882 e poi in
esegesi e financo traduzioni, ha corretto Sardou prendendo per buona la
confessione di Loris e smentendo la testimonianza di Desiré. È ciò che ha fatto anche Colautti nel
predisporre il libretto per Giordano. Resta il fatto
che, se trattasi di svista, sarebbe davvero ingiustificabile, per uno scrittore
del calibro di Sardou: aver messo in bocca a Desirè le 10 di mattina invece che
le 6 (o giù di lì) del pomeriggio, a proposito di un evento di così capitale
importanza.
Nel suo saggio Mes Plagiats! Réplique a Mario
Uchard, nel
quale cerca di confutare le contestazioni di essere un plagiatore di soggetti
teatrali, Victorien Sardou tratta in dettaglio anche Fédora, facendone una
succinta esegesi e citando in particolare la confessione di Loris, della quale
non sembra mettere in dubbio la sincerità, anzi. Dobbiamo quindi concludere che
lui non si sia mai accorto della svista di cui sopra?
___
E invece
proviamo ad esplorare un’altra strada: che Sardou abbia voluto cripticamente e un po’ perfidamente prospettarci
un’altra verità! E quale? Che la versione più fedele dei fatti fosse proprio quella
della Polizia (Loris un cospiratore nihilista)? Mah, parrebbe cosa piuttosto
banale, anche se certamente getterebbe tutt’altra luce sull’ultimissima scena
del dramma.
Altra
luce che invece potrebbe venire da un’ulteriore possibile interpretazione
dell’apparente svista di Sardou. Interpretazione fantasiosa sì, ma che porta ad
una conclusione diversa sia da quella cui era arrivata la Polizia, sia da
quella che emerge dalla confessione di Loris: una terza via, né delitto a sfondo politico, ma
nemmeno delitto d’onore meritevole di attenuanti (se non di archiviazione del caso). E in più rimuoverebbe alcuni dei dubbi (sulla
plausibilità di taluni passaggi) sollevati dalla confessione di Loris.
All'uopo, cominciamo con inquadrare la
problematica giuridica del delitto d’onore, con un riferimento al nostro
ordinamento penale (certo nella Russia di fine ‘800 le cose stavano in modo un
filino diverso e magari ancor più… permissivo).
Ecco cosa stabiliva la Legge 587 del
1930 (Codice Rocco) abrogata nel 1981:
Chiunque cagiona la morte del
coniuge, della figlia o della sorella, nell’atto in cui ne scopre la
illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato
dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia, è punito con la
reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona, che sia in illegittima relazione carnale
col coniuge, con la figlia o con la sorella.
Insomma, le attenuanti si applicano se
l’omicidio è commesso in stato di profonda alterazione mentale, ad esempio da
chi scoprisse un rapporto sessuale adulterino in flagrante. Se ne deduce che
tali attenuanti non si applichino se invece l’omicidio ai danni del
cornificante sia stato premeditato dal cornificato, poiché allora
saremmo in presenza di un classico caso di giustizia-sommaria-fai-da-te,
sempre esclusa da ogni ordinamento penale che si rispetti.
Ecco, ciò che si potrebbe ipotizzare (ma non è l’unica ipotesi, se ne potrebbero inventare altre più… ardite) riguardo
al delitto commesso da Loris è proprio questo: che non sia stato perpetrato
(come vorrebbe farci credere l’omicida) in uno stato di grave ed estemporanea
alterazione legato alla scoperta in flagrante della moglie Wanda a letto con
Vladimir (con l’ulteriore attenuante della legittima difesa, dato che il
Capitano era armato ed ha per primo fatto fuoco) ma
appunto sia stato freddamente premeditato a tavolino, con tanto di adeguata e
minuziosa preparazione dello scenario.
___
Per esplorare più a fondo questa tesi possiamo fare solo delle ipotesi sul reale svolgimento dei fatti, supposizioni che
il testo di Sardou non può esplicitamente confermare, ma che con esso hanno
una plausibile coerenza.
Abbiamo già stabilito che fosse sempre Vladimir
a prendere l’iniziativa degli appuntamenti e proviamo quindi ad immaginare come lui avrebbe potuto organizzare i suoi incontri (pomeridiani, perché di
sera aveva altri e più importanti impegni) con Wanda, ma anche come recapitarle
lettere d’amore senza rischiare di essere sgamato. Ovviamente evitando
di recarsi a casa della donna, e anche di avere contatti diretti con la sua…
donna di casa. Meglio fidarsi della venditrice ambulante, che Loris non conosce
e che – abitando ad un tiro di schioppo dall’appartamento degli incontri - può
ospitare a casa sua Wanda nell’imminenza dei rendez-vous.
Vladimir escogita quindi una procedura
piuttosto geniale: mette in contatto la venditrice ambulante con Wanda e con la
governante. Come? Mandando la prima a casa della seconda con il pretesto di vendere
un qualche capo di abbigliamento. Lì ci si accorda sulle modalità di ingaggio:
ogni giorno, verso fine mattinata, la venditrice sarà al mercato rionale
situato da quelle parti; la governante passerà di lì e, solo nel caso la
venditrice sia a capo scoperto, sosterà da lei fingendo di visionare o
acquistare qualcosa. Nel caso di recapito di lettere, la missiva verrà nascosta
in uno scialle o, che so, in un tubo scaldamani che verrà consegnato alla governante.
In caso di soli messaggi (per gli appuntamenti) la venditrice ambulante si
limiterà a comunicare verbalmente giorno e ora, nulla più. Il giorno
dell’appuntamento la governante si recherà al pied-à-terre affittato all’uopo
per preparare… l’accoglienza, mentre Wanda si recherà a casa della venditrice
ambulante dove potrà agghindarsi con qualche capo di abbigliamento scelto dalla
collezione della stessa. Vladimir arriverà in carrozza o slitta al cancello
principale, Wanda entrerà a piedi da altro ingresso.
Ecco, ogniqualvolta avrà bisogno di lei, Vladimir
spedirà alla venditrice ambulante un messaggero (il giovane Dimitri è il più
papabile, perché dà meno nell’occhio) a consegnarle una missiva contenente…
l’ordine di servizio.
Sappiamo che
questo andazzo funzionerà per due mesi, fino al fatidico giorno dell’assassinio.
Ora, per dimostrare la nostra tesi, dobbiamo ipotizzare (mantenendo coerenza
con i fatti già accertati) come Loris abbia potuto scientificamente pianificarlo.
Ipotizziamo
innanzitutto che Loris, a dispetto delle assicurazioni avute dalla moglie e da
Vladimir, continui a sospettare che la tresca fra i due non si sia mai
interrotta. Cosa glielo fa sospettare? Indizi più o meno precisi, che so: ha
visto più volte, sempre di pomeriggio, Vladimir uscire in eleganti abiti
borghesi. È corso a casa di Wanda, e sempre l’ha trovata deserta: né lei né la
governante. E più tardi ha avuto da loro spiegazioni ogni volta imbarazzate e
inverosimili. Decide quindi di agire per mettere definitivamente fine a
quell’intollerabile situazione.
Per prima cosa deve scoprire come Vladimir possa
comunicare con Wanda senza dare nell’occhio. Ipotizza che il messaggero possa
essere, ad esempio, Dimitri che, data la giovane età, si può muovere senza
creare troppi sospetti, ma anche senza sospettare di essere spiato. Lo pedina (o lo fa pedinare) e scopre che si reca
spesso (sempre al mattino) da una venditrice ambulante che abita un po’ fuori
mano. Allora pedina (o fa pedinare) lei e scopre che talvolta la governante di
Wanda si ferma da lei al mercato per scambiare quattro parole o per acquistare qualche
oggetto o capo di vestiario.
Loris, scegliendo accuratamente il giorno sulla
base delle abitudini di Vladimir (che lui ha potuto studiare attentamente
abitandogli di rimpetto) si reca a casa della venditrice ambulante, facendosi
ricevere col pretesto di visionare o acquistare qualcosa. Appena solo con lei,
per metterla a suo agio depone sul tavolo un revolver, minacciandola di
denunciarla alla Polizia come complice di adulterio se lei non farà ciò che lui
le ordinerà (contemporaneamente deponendo sul tavolo un borsellino gonfio di
monete d’oro). La donna non può che accettare entusiasticamente
terrorizzata l’invito.
Dopo essersi fatto raccontare tutti i dettagli
sulla tresca di Vladimir e Wanda e sull’ubicazione della casa
dell’appuntamento, Loris le consegna una lettera sigillata recante il seguente messaggio: Questa
sera alle 9, laggiù. So tutto.
Lei dovrà recarsi al palazzo di Vladimir
l’indomani alle 10 e consegnare la missiva al Capitano, attendendone la
risposta e osservando bene dove ripone la lettera. Se la risposta sarà
affermativa, lei dovrà recarsi al mercato e, incontrando la governante, le
comunicherà verbalmente (come al solito) l’ora precisa dell’appuntamento per quella sera stessa: le 9.
L’indomani
mattina, Loris verifica che la venditrice ambulante entri da Vladimir. Quando ne esce
la segue, poi la ferma e le chiede i dettagli dell’incontro, in particolare della risposta di Vladimir e di cosa lui ha fatto della lettera. Quindi attende l’uscita del Capitano e di Desiré (non
dimentichiamo che ha scelto il giorno proprio perché ha scoperto che è uno di
quelli in cui nel palazzo c’è solo il piccolo Dimitri)
e va così a recuperare la lettera compromettente. Nel pomeriggio si reca a casa
di Wanda, attende che lei e la governante siano uscite e poi entra, cerca e
trova le lettere di Vladimir. Infine, si muove verso il luogo dell’appuntamento.
___
Ecco, da qui in poi tutta la sequenza
cronologica degli avvenimenti riprende pari-pari a partire dalle ore 20:30. Ed alcuni
dubbi, emersi in precedenza a fronte del racconto di Loris, ora vengono
dissipati: la (falsa) missiva di Wanda, dal contenuto inquietante, rendeva credibili
agli occhi di Vladimir il fatto che fosse la donna – cosa altrimenti piuttosto
sospetta - a prendere l’iniziativa, e che l’ora stessa proposta per l’incontro
(ora funzionale a Loris) fosse diversa rispetto alle abitudini consolidate. E
poi, che fosse la venditrice ambulante e non - come raccontato da Loris – la
governante a recapitare la missiva a Vladimir è addirittura la cosa più
plausibile: il Capitano la conosceva bene e non aveva nulla da temere da lei,
mentre avrebbe avuto sospetti se la lettera, già di per sé insolita, gli fosse
stata consegnata da una persona non altrettanto affidabile. Infine, anche se
non è una prova, c’è però un subliminale indizio al proposito: Ivan, durante
l’indagine notturna, parla della donna che ha affittato i locali per Vladimir
come di una venditrice ambulante e subito Desirè ricorda la donna
messaggera - toh - come una serva o una venditrice ambulante!
Ancora: le
modalità di ingaggio per l’appuntamento (a parte l’ora insolita) erano quelle
standard (è sempre la venditrice ambulante che comunica la volontà di
Vladimir) il che non comportava per Wanda di dover attendere alcuna conferma di
ritorno prima di recarsi all’appuntamento, non avendo lei avuto l’iniziativa dell'invito.
E poi: si
dissipa il dubbio sulla verisimiglianza del permanere di Loris a casa di Wanda
per cercare le lettere: nella nostra ipotesi lui le può recuperare in tutta
calma, non essendo nello stato d’animo sconvolto, caratteristico del suo
racconto.
Infine
ecco un dettaglio non trascurabile: Wanda va all’appuntamento nello stato d’animo
solito, pensando ad un incontro amoroso, mentre Vladimir ci va preparato ad uno
scontro: immagina che lei lo voglia in qualche modo ricattare, e magari spera
di addomesticarla promettendole qualche… gioiello di Tchileff (!?) Lui arriva piuttosto nervoso, invece scopre che
lei è come sempre allegra e disponibile, così lui non fa in tempo a sospettare
qualcosa, non resiste al suo fascino e… arriva Loris!
Ma, come detto, l’aspetto decisivo è che non siamo
più in presenza delle specifiche circostanze previste dal codice per
configurare un caso di delitto d’onore (e il conseguente abbassamento o
azzeramento della pena), ma di un omicidio premeditato, con le sole
attenuanti generiche legate all’offesa all’onore come movente del delitto. E qui
si può anche rincarare la dose: è Loris che ha sparato per primo, appena
entrato nella stanza dell’adulterio! Questo spiegherebbe anche perché il povero
Vladimir, rispondendo al fuoco, abbia di fatto mancato il bersaglio… Col che cade
anche l’attenuante della legittima difesa!
E così anche Loris, che pareva l’unico dei quattro vertici del quadrilatero (a relazioni… incrociate) ad uscirne bene, finisce per passare dalla parte del
torto (anche se non ancora a… miglior vita). E la sua figura ne esce parecchio
ammaccata: sotto la maschera del giovane per bene, pacato, devoto alla madre e sinceramente
innamorato fa capolino un uomo cinico, egoista, spregiudicato, persino ipocrita, ma
soprattutto inaffidabile.
___
Come cambia
adesso il finale del dramma? Dobbiamo qui considerare la posizione di Fedora. Sarà bene osservare come
quell’aperta contraddizione fra la testimonianza di Desiré e il racconto di
Loris (le 10 del mattino vs le 6 di sera) sia sfuggita anche alla Principessa, che pure
era stata testimone ocu(-aurico)lare dell’affermazione del maggiordomo di
Vladimir, al quale non poteva non riconoscere la massima buona fede. Avesse
colto quella contraddizione, avrebbe dovuto subito sospettare della veridicità del
racconto del giovane, e magari avrebbe potuto metterlo in difficoltà,
contestandogli ciò che abbiamo visto essere contestabile… e addirittura fargli
sputare tutta la verità.
A questo punto lei si sarebbe però trovata di
fronte un dilemma davvero lancinante: condannare Loris per il suo gesto e
lasciarlo in pasto a Gretch perché lo impacchettasse e rispedisse in Russia,
vendicando così un amante che l’aveva tradita, ma la cui memoria lei stessa
aveva tradito, innamorandosi di lui? O perdonarlo per viverci insieme? Ma anche
Loris non sarebbe stato troppo sereno, a vivere con una donna che aveva
scoperto come lui avesse freddamente ucciso il promesso sposo… Insomma, non
proprio un… e vissero felici e contenti, come cominciano a fare nel
quarto atto… Invece constatiamo come Fedora, accettando acriticamente tutto ciò
che Loris le ha raccontato, sia stata vittima di un disgraziato scherzo del…
cuore. E perciò il suo suicidio non rappresenterebbe più, per Loris, un’immeritata
punizione, ma – hai detto niente - il divino (non umano) meritato
castigo!
Insomma, possiamo
concludere questa velleitaria indagine con la classica morale
della favola, dove tutti i quattro protagonisti hanno le loro (diverse) colpe:
Vladimir di essere uno sciupa-femmine e sciupa-patrimoni/matrimoni; Wanda di non avere né
dignità, né morale; Fedora di aver ceduto all’ossessione della vendetta, causando
due morti innocenti; e Loris di aver anteposto la giustizia privata a quella
pubblica.
E per Sardou?
L’assoluzione con formula piena dall’accusa di essere incappato in un’imperdonabile
svista.
___
Dopo aver fatto le pulci (o i complimenti…) a Sardou,
occupiamoci di Arturo Colautti, che ebbe l’ingrato compito di ricavare
dalla pièce del drammaturgo parigino il libretto per il melodramma verista del foggiano Umberto
Giordano. Anche lui, come detto, non fa caso alla (apparente) incongruenza
nel testo originale, e ci presenta quindi Loris come unica vittima innocente di
quel complicato quadrilatero sentimentale. Torno quindi, per poi non parlarne
più, sull’effetto addirittura disastroso che tale incongruenza ha avuto sul
testo colauttiano.
Bene, nel
libretto leggiamo testualmente, dalla deposizione di Desiré: Una vecchia oggi recò una
lettera al Capitano. E poco dopo ecco il piccolo Dimitri dire, a proposito della visita dello
sconosciuto: Stamane, ero solo… Un signore
entrava…
Ora, chiunque,
leggendo queste frasi, è portato a capire che prima (stamane)
arrivò un signore (il ladro della lettera) e poi (oggi) venne la
donna (a portare la lettera). Il che significherebbe che il ladro avrebbe sottratto
la refurtiva prima che essa fosse disponibile sul posto! Mamma mia,
verrebbe da dire, ecco il solito libretto insulso… meno male che c’è almeno la
musica a salvarci.
Tuttavia non
sarebbe fair mettere in croce il vulcanico, poliedrico e peripatetico
dalmata (che sfornava riviste e giornali come fossero noccioline) il cui
compito in questa impresa non dovette essere propriamente una passeggiata. E
questo fulminante saggio
di Michele Girardi gli rende in
buona misura giustizia.