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06 agosto, 2020

BeethovenSummer: pastorale e ur-Fidelio

Nell’intervallo fra un mare e un lago ho trovato modo di tornare nello smagrito Auditorium di Largo Mahler per ascoltare il sesto dei nove concerti della kermesse che laVerdi ha messo in programma per l’estate post-lockdown.

Sempre Flor sul podio per proporci la più celebre delle pastorali, preceduta però dall’Ouverture che accompagnò la prima esecuzione (1805) dell’opera che diventerà poi famosa (dal 1814) col titolo di Fidelio: la Leonore II. Che in qualche modo fa da battistrada per la più celebre Leonore III (1806); la quale poi - a sua volta rimpiazzata nell'opera dalla definitiva Fidelio - resterà però nel repertorio di tutte le Orchestre come pezzo da concerto (oltre ad essere spesso eseguita durante il cambio-scena del second’atto).

Questa Leonore II, per noi che conosciamo a memoria la successiva, appare come un frutto ancora un po’ acerbo, che però ci permette di apprezzare - con l’immaginazione - ciò che sappiamo arriverà di lì a poco. Un esempio fra tanti: i due interventi della trombetta del tirapiedi di Pizarro annuncianti l’arrivo del Ministro (pur perfettamente eseguiti da dietro le quinte da Antonio Signorile) hanno ben poca drammaticità rispetto a quelli che Beethoven comporrà in seguito per l’opera e incorporerà nella Leonore III.    

 Ma è comunque un bene eseguire questa Ouverture in un Festival...

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Dopo questo insolito antipasto, accolto con calore dallo sparso pubblico dell’Auditorium, ecco la Sesta.

Confesso che fatico ancora ad abituarmi a queste esecuzioni smagrite, causa Covid. Adesso faccio un battuta davvero di basso livello: è un po’ come se, dopo anni e anni di immagini di una Valeria Marini nella sua sfrontata opulenza, la vedessi oggi in versione... anoressica: certo è sempre lei, ma non è facile far finta di nulla, ecco.

Oltre a smagrirla di volume, Flor, contrariamente alle sue abitudini (e forse per rientrare nel limite dei 60 minuti complessivi di durata del concerto, imposti dalle regole di ingaggio col Covid) ignora anche tutti i da-capo della Sinfonia... (Ma forse lo fa anche per risparmiarci troppe visioni della Valeria anoressica, hahaha!)

No, scherzi a parte, esecuzioni come questa ci permettono invece di afferrare tanti particolari che spesso si perdono nel magma sonoro prodotto dai grandi complessi. E per questo è stata salutata da convinti applausi, in particolare per i fiati - strumentini in testa - che vi hanno un ruolo assai impegnativo.  

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