Parliamo un po’ anche di
musica... ma musica particolare.
Sappiamo che una delle trovate che
Puccini inventò per dare a Tosca la patina di romanità furono le campane. Nell’opera compaiono sia nel primo
che nel terzo atto, in alcuni momenti scelti in modo ben appropriato. Vediamo
quali.
L’opera
inizia verso mezzogiorno e, poco dopo l’arrivo di Angelotti in Chiesa, si sente
la campana dell’Angelus, al che il
Sagrestano si inginocchia per recitarne la formula. Qui interviene soltanto una
campana in FA, dal suono abbastanza medio-grave. Mentre il Sagrestano canta recto-tono - proprio accordandosi sullo
stesso FA - si odono 12 rintocchi, ma non consecutivi, bensì suddivisi in tre
gruppi rispettivamente di 3-4-5:
La sequenza dei rintocchi non è casuale,
ma risponde ad una regola abbastanza diffusa per l’esecuzione dello scampanio
dell’Angelus (come qui, nei
primi 36 secondi del video). Secondo la quale (come ci ricorda - nei
commenti al video citato - campanaro80)
il 3 rappresenta le Virtù Teologali
(Fede, Speranza e Carità); il 4 le Virtù
Cardinali (Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza); e il 5 rappresenta
la Piaghe di Gesù (Piede sinistro,
Piede destro, Mano sinistra, Mano destra, Costato). Questo, per sottolineare la
maniacalità con cui Puccini ha evocato il contesto religioso (la sequenza
tradizionale prevede poi, come si ode nel video, un ultimo rintocco isolato - rappresentante
la Trinità - che Puccini ci ha, forse intenzionalmente?, risparmiato, insieme ad un altro gruppo di 7 rintocchi, i Sacramenti).
___
Quattro
campane medie vengono poi impiegate a
sottolineare alcune battute dell’incontro fra Scarpia e Tosca. Il pretesto che
Puccini trova per giustificare questi interventi è che si tratta del richiamo
ai fedeli perchè si rechino alla Chiesa per il TeDeum. Precisamente udiamo in
quattro occasioni ripetersi (reiterata) una cellula motivica che dalla
dominante SIb (siamo in tonalità MIb maggiore) scende alla mediante SOL, poi
sale alla sottodominante LAb e scende alla sopratonica FA:
Questi quattro momenti corrispondono
rispettivamente al canto dei seguenti versi:
Tosca: ...tradirmi egli non può...
Scarpia: ...non per galanteria...
Tosca: Che intendete?
Scarpia: O che v’offende, dolce signora?
A proposito di queste quattro campane,
si racconta che Puccini ne trasse ispirazione ascoltando i suoni che
provenivano dal campanile di Bargecchia.
E che questo particolare salvò
le campane del piccolo borgo lucchese dall’essere trasformate in... cannoni!
___
Veniamo ora al TeDeum, che chiude l’atto primo. Largo religioso sostenuto molto; tonalità SIb-MIb maggiore, 4/4 alla breve.
Qui
sentiremo i rintocchi di quattro campane: due profonde (SIb-FA) e due medie (le
stesse di poco prima, LAb-SIb):
Le campane profonde - a mo’ di
accompagnamento di sapore gregoriano - suonano quei SIb-FA su 73 semibrevi in
altrettante battute, lungo tutto il preliminare all’inno: da quando Scarpia
istruisce Spoletta per il pedinamento di Tosca e poi canta il concupiscente... va, Tosca; a quando il Capitolo attacca l’Adjutorium; e infine sulle libidinose esternazioni del Barone
culminanti in... fra le mie braccia illanguidir d’amor. A proposito, quel motivo udito poco prima durante il duetto, qui torna in bocca a
Scarpia (...fra le mie braccia)
leggermente ma significativamente variato: è trasposto in alto di una quarta,
da dominante a tonica (MIb-DO-RE-SIb) e con la terza nota innalzata di un
semitono, quasi a sottolineare che ciò che prima era in Scarpia solo una
sensazione, un inconscio desiderio, adesso si è trasformato in fiero proposito
dal conseguimento ormai certo!
Torniamo alle due campane gravi: il loro
suono si protrae ancora, accompagnando le prime 8 battute del TeDeum (fino a ...confitemur) dopo di che tacciono fino alla fine. Invece all’attacco
del TeDeum entrano le due campane
medie che (sovrapponendosi per 8 battute a quelle gravi) ripetono per 12
battute (24 volte) la terzina di semiminime LAb-SIb-LAb, accompagnando Scarpia
nel suo ...Tosca, mi fai dimenticare
Iddio, dopo di che, da ...Te æternum Patrem, tacciono fino alla fine. Anche perchè,
fra organo, 7 ottoni in scena e le cannonate da Castel Sant’Angelo, di fracasso
ne basta e avanza.
___
Eccoci adesso al terz’atto, dove di
campane ce n’è un concerto grosso. In
una edizione originaria del libretto (per mano di Illica) si elencavano con
precisione tre campane i cui rintocchi arrivavano da San Pietro in Montorio (lontanissimo) poi da Sant’Onofrio (lontano) e quindi dalla Chiesa dei Miracoli (vicinissima). Ma in un’altra versione di
campane ce n’erano assai di più, includendo anche San Giovanni in
Laterano, San Pietro in Vincoli e
Santa Maria Maggiore. Ebbene,
nella partitura di Puccini ne troviamo ben 14, più il campanone di SanPietro! Il
tutto in 68 battute musicali:
La lista delle comparse di campane (battute
numerate a partire dalla cifra 4 di lettura) è la seguente:
battute |
campana |
suono |
posizione |
lunghezza |
1 - 7 |
1 |
SI2 |
lontanissimo |
minime |
5 - 8 |
2 |
RE4 |
meno lontano |
semiminime |
8 - 11 |
3 |
SOL3 |
vicino |
semiminime |
11 - 12 |
4 |
MI4 |
meno vicino |
minime |
13 - 17 |
5 |
SIb1 |
lontano |
semibrevi |
18 - 22 |
6 |
DO4 |
più vicino |
semiminime |
19 - 22 |
7 |
FA1 |
lontano |
semibrevi |
24 - 30 |
8 |
FA3 |
meno lontano |
minime |
29 - 33 |
9 |
SIb3 |
|
semiminime |
32 - 37 |
10 |
LAb3 |
più vicino |
semiminime |
36 - 44 |
11 |
SI2 |
|
minime |
40 - 46 |
12 |
MI4 |
più lontano |
minime |
44 - 51 |
13 |
RE4 |
vicino |
semiminime punt.+crome / semiminime |
48 - 49 |
14 |
SIb1 |
molto lontano |
minime |
55 - 68 |
San Pietro |
MI0 |
|
semibrevi / minime |
Come si nota, 4 campane (1-2-4-5) con la
stessa intonazione compaiono due volte; peraltro in posizioni non coincidenti.
Qui un esempio di
esecuzione al Marinski, con Gergiev dal video e il maestro campanaro.
___
Curioso esaminare come la presenza delle
campane è segnata sulla prima partitura Ricordi del 1900, dove ogni prima
pagina di atto riporta tutti gli strumenti e le voci che vi suoneranno/canteranno.
Per il primo atto vengono indicate - con la notazione di altezza - le sei
campane che si odono nel finale (manca quella dell’Angelus) con l’avvertenza di
suonare elettricamente le quattro più
acute; per il terzo atto si trova esclusivamente l’indicazione della posizione:
Infine, si racconta che per la prima romana le campane furono portate
da Milano. Come pure dall’Italia furono importate quelle impiegate a Leopoli nel 1903 per alcune
rappresentazioni, una delle quali rimasta famosa in realtà solo perchè vi
presenziò come spettatore Gustav Mahler,
che se ne andò prima della fine, scrivendo poi peste-e-corna delle campane ma
soprattutto dell’opera, che mai avrebbe diretto in vita sua!
(4. continua)
(4. continua)
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