Già comincia il
fermento
intorno all’evento
che illustra l’avvento
con grande contento.
E un po’ di spavento
da sputtanamento
del gran monumento
sferzato dal vento...
Come sempre accade Milano
è prodiga di idee volte a promuovere l’annuale appuntamento artistico per
antonomasia, con una serie di iniziative di informazione, divulgazione ed approfondimento del
titolo che verrà messo in scena dal 7 dicembre (il 4 per i diversamente anziani...) Qui una
lista di eventi (alcuni già passati) e
qui un’altra
ancora.
___
Da parte mia, per
ripassare la lezione in attesa di SantAmbrogio, mi sono imbarcato in uno di
quei lavori che possiedono le mirabili caratteristiche di essere assai rognosi
e allo stesso tempo totalmente inutili, ma tant’è: visto che l’ho portato (in
qualche modo) a termine, lo metto anche a disposizione di altri aspiranti perditempo...
Di che si tratta? Di una sinossi
comparata dei testi di Sardou e di Puccini (/Illica/Giacosa/Ricordi) che
da un lato fornisce un’immagine anche visiva delle differenze strutturali e
quantitative fra i due testi, e dall’altro consente di esplorare anche i
dettagli (non certo i minimi) di tali differenze. E quindi, visto che ormai c’è,
vediamo di usare questo rozzo strumento, cominciando a confrontare la struttura dei testi.
Sardou struttura il suo
dramma in 5 atti e 6 quadri (l’atto conclusivo comprende appunto due luoghi
diversi anche se contigui) ambientati: 1. nella Chiesa di Sant’Andrea dei Gesuiti (oggi Sant’Andrea al Quirinale); 2.
a Palazzo Farnese; 3. nella villa suburbana di Cavaradossi (situata
fra Caracalla e gli Scipioni); 4. a Castel
Sant’Angelo (appartamento di Scarpia); 5. a Castel Sant’Angelo (Cappella dei Condannati); 6. a Castel Sant’Angelo (piattaforma delle
fucilazioni).
Puccini (cito solo lui in
luogo del quartetto che produsse il libretto) struttura Tosca in tre atti,
ambientati: 1. nella Chiesa di
Sant’Andrea della Valle; 2. a Palazzo
Farnese; 3. a Castel Sant’Angelo.
Una prima differenza che
salta all’occhio è la Chiesa: è peraltro opinione comune che Sardou abbia in
effetti equivocato e che anche la Chiesa da lui indicata sia in realtà quella
in cui fu ambientato il libretto dell’Opera.
Ecco un cartina con i
principali luoghi dell’azione:
Le distanze (in linea d’aria)
fra i diversi luoghi dell’azione (ignorando Sant’Andrea al Quirinale) sono più
o meno le seguenti:
- Castel Sant’Angelo - Chiesa
1 Km
- Castel Sant’Angelo - Palazzo
Farnese 1,5 Km
- Castel Sant’Angelo - casa
suburbana di Cavaradossi 7 Km
- Chiesa- Palazzo Farnese 0,5
Km
- Chiesa - casa suburbana
di Cavaradossi 6 Km
- Palazzo
Farnese - casa suburbana di Cavaradossi 6 KmNel derivare il libretto dal dramma, Puccini eseguì interventi di vario tipo, di cui si elencano solo i più corposi:
a) eliminazione tout-court di alcune parti:
- Il colloquio
Cavaradossi-Angelotti durante il loro primo incontro, dove i due si scambiano
le reciproche esperienze, anche sentimentali: il fuggiasco ricorda i suoi passati
rapporti con l’attuale moglie dell’Ambasciatore britannico a Napoli;
Cavaradossi confessa il suo amore per Tosca, della quale narra le patetiche
vicende umane e con la quale è deciso a lasciare Roma.
- Il battibecco del primo
atto fra Cavaradossi e Tosca, dove lei accusa di comportamenti leggeri la
Marchesa Attavanti, biasima il fratello di lei per le sue idee giacobine e
racconta a Mario i suoi rapporti con il confessore Caraffa, al quale avrebbe
promesso di portare l’amato sulla retta via, convincendolo a tagliarsi i baffi...
- La scena con Luciana,
dama di compagnia di Tosca, che annuncia la vittoria austriaca a Marengo (vedi
sotto fra gli spostamenti) e l’invito di Paisiello a Tosca per la cantata di
ringraziamento.
- E poi l’intero secondo
atto a Palazzo Farnese, escluse due piccole ma importanti sezioni, che Puccini
sposta alla fine del primo atto (vedi sotto).
- Espunta anche la prima
parte del terzo atto, con il racconto di Cavaradossi ad Angelotti sulla storia
della villa di campagna, e la spiegazione data da Mario a Tosca della presenza
lì di Angelotti.
- Cassato l’inizio del
quarto atto, con i pensieri di Scarpia riguardo l’effetto blando che ha avuto
su Roma la notizia della sconfitta di Marengo e la sua decisione di far
comunque impiccare il suicida Angelotti, per non renderlo un eroe agli occhi
dei liberali.
- Eliminata anche la
confessione finale di Spoletta a Tosca, sulla falsità della promessa di Scarpia
di simulare la fucilazione.
b) sostituzione di parti:
- La prima parte dell’atto
iniziale (protagonisti Eusèbe e Gennarino) viene rimpiazzata con la
presentazione in diretta dell’arrivo di Angelotti, evaso di fresco, nella
Chiesa.
c) spostamento di parti:
- Primo atto: l’annuncio
di Luciana della vittoria di Marengo viene spostato alla fine dell’atto, e
messo in bocca al Sagrestano.
- Dal secondo atto vengono
spostati a fine del primo il colloquio Scarpia-Tosca, dove il Barone prepara la
trappola del ventaglio per incastrare Cavaradossi, catturare Angelotti e...
portarsi a letto l’appetitosa Floria; e poi la conclusione dell’atto, con Tosca
che corre alla villa e viene pedinata (là da Scarpia-Attavanti, qui da
Spoletta).
- Dal terzo atto (casa di
Cavaradossi) viene spostata al secondo (Palazzo Farnese) l’intera scena
dell’interrogatorio di Mario e Tosca.
- Dal quarto atto (appartamento di Scarpia a Castel Sant’Angelo) viene
spostata alla fine del secondo (Palazzo Farnese) l’intera scena della turpe
trattativa di Scarpia con Tosca, che porta all’omicidio del Barone (qualche
spostamento avviene anche all’interno della scena medesima).
d) modifiche al testo:
- A parte il diverso nome
della Chiesa, Sardou scrive della cappella
Angelotti, aggiungendo che gli Angelotti erano stati i fondatori di quella
Chiesa; Puccini invece la chiama cappella
Attavanti. C’entra sempre la Marchesa Giulia, nata Angelotti e maritata
Attavanti. Chi ha ragione? Proprio... nessuno. Però sarebbe più verosimile
Attavanti, stante la situazione politica nella Roma del 1800 e la posizione del
Marchese.
- Nel primo atto, le scene
4 (Sardou) e 5 (Puccini), poi la 6 (scambi di battute fra Cavaradossi e
Angelotti e poi il colpo di cannone) e 7 (Cavaradossi-Sagrestano) vengono sostanzialmente
modificate.
-
Modificate anche le ultime scene del dramma, a Castel Sant’Angelo.
Per quanto attiene i tempi
dell’azione, se ci limitiamo a quello scenico, cioè a quello che
trascorre nel dramma dall’inizio della rappresentazione alla sua tragica fine,
c’è piena coerenza fra Sardou e Puccini. La vicenda per Sardou ha luogo il 17
giugno; per Puccini un giorno imprecisato di giugno, ma necessariamente dopo il
14, data della battaglia di Marengo. Per entrambi l’ora di inizio è attorno a mezzogiorno:
Sardou, l’ora della siesta; Puccini, l’Angelus. Per entrambi la fine si colloca
al mattino (diciamo più o meno alle 6) del giorno successivo. Quindi in tutto
circa 18 ore.
Se però prendiamo atto di
ciò che si vede (e si ascolta) in scena, le cose cambiano. Poichè in Puccini si
constata che Angelotti - che appare per primo sul palco - è appena fuggito dal
carcere, mentre in Sardou l’evaso esce dalla cappella confidando a Cavaradossi
di essere entrato lì dentro prima della chiusura delle porte della Chiesa per
la notte, quindi come minimo 12-14-16 ore prima rispetto a quanto ci racconta
Puccini! Vedremo in seguito cosa si deve dedurre da questo particolare.
Per quanto riguarda i personaggi, Puccini ne toglie
parecchi a Sardou, soprattutto a causa dell’eliminazione di quasi tutto il
secondo atto del dramma, popolato da figure di una certa importanza, a
cominciare dalla Regina in persona, per finire al Maestro Paisiello. È evidente
come Puccini abbia inteso sfrondare il testo francese da tutte le parti non
marcatamente drammatiche, o addirittura di carattere leggero e umoristico o
parodistico, che peraltro impreziosiscono il testo di Sardou. Non solo, ma servono
anche a completare il quadro della figura del personaggio chiave dell’opera, Scarpia,
che ne esce (lo scopriremo poi) assai diverso da come lo vediamo in Puccini. Il quale in compenso
inventa un nuovo personaggio, il Pastorello,
funzionale a creare la mirabile atmosfera con cui si apre il terz’atto.
(1. continua)
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