Wagner non fu l’inventore
dei Leit-Motive (i motivi conduttori)
che caratterizzano la sua produzione musicale, ma certamente fu colui che più e
meglio di chiunque altro prima di lui ne seppe intuire la fondamentale portata
e ne seppe sfruttare tutte le più recondite possibilità espressive. Anche prima
della maturazione e, per così dire, codificazione di questa tecnica, Wagner già
la stava di fatto impiegando fin, come minimo, dall’Holländer: vedi il tema della
ballata di Elsa, un po’ il marchio di fabbrica dell’opera.
In Tannhäuser troviamo il canto di
Heinrich nel pagano Venusberg che riaffiora poi nella sacra Wartburg; in
Lohengrin possiamo citare, oltre a quello del protagonista, il tema del
cosiddetto divieto, che ritorna
spesso e volentieri a sottolineare azioni, sentimenti e comportamenti. Non
parliamo poi della gigantesca rete di motivi che popolano il Ring, dove assurgono al rango di veri e
propri protagonisti, con tanto di vita di relazione!
L’ultimo lascito di Wagner, infine, è letteralmente fondato su un solo tema: l’Agape!
Tristan e Meistersinger, che si collocano appunto a valle del Ring e prima di
Parsifal, sono a loro volta popolati da innumerevoli motivi, che i musicologi
hanno scrupolosamente catalogato, magari attribuendogli nomi e qualche volta
significati diversi. Ma ciò che vorrei mettere in risalto qui sono due motivi
che spiccano nelle due opere, quasi a simboleggiarne il più profondo
significato. E sono il tema del Dolore,
che apre il Preludio di Tristan, e quello dell'Anelito primaverile, intravisto già nel Preludio dei Meistersinger (seconda
sezione, in MI maggiore).
Si tratta di due motivi -
e dei due accordi che li caratterizzano –
di un’efficacia espressiva incomparabile, di quelli che letteralmente ti
rivoltano le budella, e che da soli incarnano l’essenza ultima dei due drammi
(serio e giocoso) che Wagner compose come impellente diversivo al Ring.
Il tema del Dolore nei violoncelli (che
appropriatamente scala una sesta per poi ripiegare, appunto dolorosamente, di
due semitoni) sfocia nel famosissimo Tristanakkord:
RE#-FA-SOL#-SI, una seconda maggiore più due terze minori sovrapposte, ma anche
(RE#-SOL# + FA-SI) una quarta giusta sovrapposta ad un tritono! L’effetto che questo accordo procura alle nostre orecchie -
e quindi alla nostra psiche - non è però quello di un dolore definitivo,
irreparabile, bensì quello di uno straziante anelito, una brama che continua a
dilaniare il corpo e l’anima. In tedesco è definita la Sehnsucht, e non a caso è proprio il motivo che porta quel nome a
seguire immediatamente il Tristanakkord: con una salita cromatica
SOL#-LA-LA#-SI negli oboi, che mirabilmente la evoca. Inutile dire che tutta
l’azione del Tristan non è altro che un’incessante, addirittura insopportabile
tensione (di cui avremo un tremendo culmine sonoro sulle parole di Isolde Ich trink sie dir!) che si risolverà
proprio alla fine, quando il tema della Sehnsucht verrà messo definitivamente a
tacere - con il SI che lo chiude inchiodato dall’orchestra alla tonica della
triade maggiore - solo nelle ultime tre battute. Incidentalmente questo motivo
ricomparirà nei Meistersinger a sottolineare la nobile e insieme dolorosa
rinuncia di Sachs a Eva.
Cosa
ci rappresenta invece, appunto nei Meistersinger, il tema cosiddetto dell'Anelito primaverile? Un altro anelito, altrettanto
carico di tensione, altrettanto sbudellante. Dopo che ha fatto capolino nel Vorspiel, esso ritorna mille volte, e già
nel primo atto accompagna in orchestra (tipicamente negli archi) le esternazioni
di Walther e costituisce parte integrante del suo canto di ammissione a Cantore
(il Probelied, dove appare per la prima
volta sui versi Es
schwillt und schallt, es tönt der Wald”). Poi, nel finale dell’atto,
lo udiamo in primissimo piano, nell’oboe, incastonato fra il tumulto dopo la
bocciatura di Walther e la coda conclusiva:
L’accordo che si
sovrappone al RE dell’oboe è costituito da tre terze minori (DO-MIb-FA#-LA) e
il suo effetto è proprio di creare una straordinaria tensione: anche questa è una
forma di Sehnsucht, diversa però da
quella del Tristan, poichè qui evoca l’irresistibile richiamo all’amore che ci arriva
dalla primavera! Ed esploderà letteralmente nel second’atto, a sostenere l’accorata
esternazione di Sachs (Lenzes Gebot, die
süße Not) al ricordo del canto di
prova di Walther, che ha suscitato in lui tanto interesse e ammirazione, sentimenti che ora il saggio maestro cerca di spiegare
a se stesso:
Ed eccola, allora, la spiegazione:
è quella dolce necessità (die süße Not, e sul süße quel mirabile accordo sboccia nell’intera
orchestra) l’imperioso comando della primavera (Lenzes Gebot) che porta l’uccellino a cantare il suo richiamo d’amore;
ma, dato che lui è obbligato a cantare,
ecco che è anche naturalmente capace di
cantare!
É la
poeticissima similitudine con lo spontaneo canto di Walther (Dem Vogel, der heut’ sang...) ignorante
di ogni regola, ma ispirato dalla natura a primavera... e dall’amore!
___
(continua...)
___
(continua...)
Nessun commento:
Posta un commento