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11 febbraio, 2012

Il teatro musicale: nuovo cancro della società?


Negli ultimi giorni il problema della vita e della sopravvivenza del teatro d'opera ha trovato nuovo spazio nel web per via di un paio di interventi giornalistici che hanno suscitato polemiche e discussioni fra gli amanti del genere.

A buttare il sasso, in modo invero provocatorio (chissà poi se volutamente o meno) è stato il giornalista-scrittore-operatoreculturale (e-chi-più-ne-ha-più-ne-metta) Marco Ferri con un breve ma vetriolico articolo sul suo sito web, intitolato nientemeno che La lirica è un tumore! Alla base della bizzarra - prima ancora che offensiva - tesi starebbero i numeri, in particolare il rapporto fra ciò che lo Stato (FUS) spende per le (14) fondazioni e il prodotto che esse mettono, per così dire, sul mercato: spettacoli costosissimi per presenze di spettatori microscopiche. Al confronto, la musica leggera avrebbe una audience di ordini di grandezza superiori, mentre dallo Stato non riceve praticamente un centesimo.

Applicando gli stessi razionali, non si capisce perché le istituzioni (centrali e locali) debbano preoccuparsi di portare elettricità, gas, acqua e bandalarga anche in sperduti borghi di montagna, a costi stratosferici, e per servire pochi individui ammalati di isolazionismo, ma rivendicanti tutti i sacrosanti diritti di ciascun cittadino. O perché non investa capitali per supportare l'industria del porno – altrettanto, se non più, popolare di altre forme di spettacolo - facendo così emergere tutto il nero che la caratterizza e risollevando quindi il nostro depresso PIL, e facendo al contempo contenti quei simpaticoni di Moody's e Standard&Poor's.

Ha voglia il simpatico Ferri a replicare che lui di problemi della lirica si è interessato con scrupolo e professionalità (peccato che lo dica lui, senza testimoni, smile!) ma quando uno arriva a definire come tumore una delle più alte manifestazioni del pensiero e dell'arte umana: o è fuori di testa o ha qualche fine nascosto. Sì, perché lui non scrive che il mondo attuale della lirica (in Italia e altrove) è afflitto da gravi problemi, che vi circolano approfittatori di ogni risma e che sarebbe il caso di farvi un po' di pulizia e mettervi un po' di ordine… no no, lui sentenzia che la lirica è un cancro che mina addirittura la nostra esistenza! Speriamo per lui che torni al più presto al potere Berlusconi, visto che aveva giurato sui figli che nel giro di pochi anni avrebbe debellato il cancro e ogni altra possibile e immaginabile futura malattia!


Gli ha indirettamente replicato Angelo Foletto, che non ha bisogno di presentazioni, con un fulminante editoriale apparso sulla benemerita rivista online Operaclick, che prende spunto in realtà dall'entrata in vigore di una norma a firma Brunetta&Bondi (ormai in procinto di passare alla storia come bruneri&canella…) dai più dimenticata, che vieta ai dipendenti delle fondazioni teatrali di praticare qualunque tipo di attività autonoma, parallelamente a quella istituzionale.

Il pregio dell'articolo di Foletto - al contrario della demagogia di bassa lega di Ferri – è di dire pane-al-pane-e-vino-al-vino. Cioè di ridicolizzare l'approccio di bruneri&canella (due nipotini di Stalin, per la cronaca…) che avrebbero voluto installare il tornello-timbra-cartellino anche sul podio del Kapellmeister (smile!)… e nel contempo denunciare le mille anomalie e i mille micro-privilegi che una gestione corporativa e sindacalizzata (nel senso deteriore del termine) delle nostre istituzioni liriche ha fatto nascere e prosperare.

Auspicando che finalmente, sull'onda di quel liberismo sociale che pare essere la stella polare del tecnico Monti (uno che la lirica non la considera un cancro, almeno sembrerebbe di capire) si possa avviare una seria riflessione sul problema e ad un'assunzione di responsabilità da parte di tutti, a partire – se non è chiedergli troppo - dal Ferri!
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2 commenti:

Amfortas ha detto...

Infatti io dell'articolo di Angelo ho apprezzato tantissimo l'equilibrio e la determinazione a non fare sconti a nessuno. A Ferri, mancano i...ferri del mestiere.
Ciao e buona domenica.

daland ha detto...

@Amfortas
Il pericolo è che , a forza di ripetere un assurdo concetto, esso nell'opinione pubblica diventi verità assoluta.
Ecco perchè a tutti i...Ferri non la dobbiamo far passare liscia.
Ciao!