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da stellantis a stallantis

13 ottobre, 2008

W la lotta di classe


Il ministrino Renato Brunetta ha le idee molto chiare:

a. il teatro è per la borghesia;
b. il calcio è per la classe operaia;
c. i musei per nessuno.

Ergo, i borghesi non pretendano di avere per 20 quel che costa 100, chiedendo allo Stato di regalargli gli altri 80. Gli piace l’Opera? Hanno i quattrini? Bene: allora paghino il conto totale, altro che FUS!

Come i bravi operai che, se voglion vedere Inter-Juve, o Codogno-Precotto, pagano regolarmente il sacrosanto biglietto.

Parsifal costa troppo, perdio! Con tutti quei cavalieri e il gral e la lancia sacra, tutta roba in oro e diamanti! E quegli sciagurati di Napoli, che già hanno le pezze al culo, ci inaugurano la stagione, per un pugno di ignoranti pieni di sè: perle ai porci, coi soldi del contribuente! Basta, deve finire!

Meno male che c’è il ministrone Sandro Bondi a rimetter le cose a posto...

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5 commenti:

CICCILLO ha detto...

premesso che brunetta, come il suo presidente del consiglio e i suoi accoliti, quando parla è strutturalmente in malafede (come pure ichino del resto) devo dire che io concordo con la prima affermazione ma non con le conseguenze che lui ne trae.
cioè a dire: è vero che di fatto l'opera lirica (e ancor più il teatro wagneriano) è una forma musicale e di teatro che ha un pubblico prevalentemente borghese (e in piccola parte piccolo-borghese e in ancora più piccola, ma limiterei il discorso ai teatri di tradizione, anche operaio, ma sarebbe meglio dire di operai in pensione).
tuttavia la soluzione secondo me non è che la borghesia si paghi i suoi divertimenti (cosa che peraltro avviene nel modello americano che lei tanto sostiene sul blog dei coristi di Torino).
ma bensì, a mio parere, che le risorse destinate allo "spettacolo" vengano non solo aumentate e sottoposte a stretto controllo, onde evitare sprechi e corruzione, ma equamente ripartite fra i vari generi di musica e di spettacolo seguiti dei vari pubblici, portando la lirica ad essere un settore come tutti gli altri, che eventualmente possa beneficiare anche di contributi privati, meglio se detassati.

cordiali saluti.

daland ha detto...

Brunetta sbaglia perchè - riguardo la lirica - fa un ragionamento da liberismo selvaggio. In USA la cosiddetta borghesia che finanzia i teatri e le orchestre non paga solo il “suo proprio” divertimento, ma anche quello di tutti coloro che possono accedere ai teatri e alle sale da concerto a prezzi “politici”. Non ho citato a caso il Met, il cui pubblico è in prevalenza popolare e non si potrebbe permettere quegli spettacoli se la “borghesia” non li finanziasse lautamente (attirata dagli sgravi fiscali).

Da noi si pretende che lo Stato garantisca tutto, cosa difficile in tempi di “vacche magre”, ma addirittura impossibile se le risorse vengono poi sprecate, invece di essere oculatamente gestite.

E - giustamente - non c’è solo la lirica e il concerto, ma molta altra “arte” che non merita di sparire.

A presto!

Unknown ha detto...

ho appena scoperto di essere un borgheseoperaio! (che ero anche nessuno già me lo faceva intuire il mio stipendio).

daland ha detto...

@bob
Io invece sono imborghesito!

Non ricordo più da quanto tempo non frequento gli stadi!

Amfortas ha detto...

Ti lascio questo come commento, so che apprezzerai :-)

Berlino, 15:28

LIRICA: RIVOLTA A LIPSIA CONTRO IL "VASCELLO"-TRASH
Pubblico in rivolta e critica imbufalita contro il ventinovenne regista tedesco Michael von zur Muehlen per la versione-trash del "Vascello Fantasma" portata in scena a Lipsia, la citta' natale di Richard Wagner. A scatenare l'ira degli spettatori della prima (e unica serata, le repliche sono state sospese), le brutali immagini proiettate in sala, con cani che si sbranavano e vitelli e manzi abbattuti mentre dall'alto piovevano dollari e una spogliarellista eseguiva uno strip-tease. I fischi e gli ululati del pubblico a tratti hanno persino coperto la musica. Altri spettatori hanno lasciato in anticipo il teatro sbattendo fragorosamente le porte. Il protagonista maschile dell'opera, James Johnson, ha rinunciato a cantare nelle repliche, poi sospese dallo stesso sovrintendente del teatro. Il quotidiano locale, il 'Leipziger Volkszeitung', ha pubblicato un'intera pagina di mail di spettatori disgustati, che annunciano di non voler piu' mettere piede in teatro mentre altri hanno disdetto l'abbonamento.