Come da
tradizione ormai super-consolidata il Concerto pasquale dell’Orchestra
Sinfonica di Milano è occupato (ad anni alterni) dalle due Passioni
bachiane. In questo 2023 è toccato quindi alla più famosa e monumentale delle due:
la Matthäus-Passion. Che per la verità è stata eseguita dall’Ensemble strumentale e vocale
laBarocca, guidato dal fondatore Ruben Jais (General Manager e Direttore
Artistico della Fondazione) e dal Maestro del coro Luca Scaccabarozzi, cui
si è aggiunto il Coro di Voci Bianche di Maria Teresa Tramontin.
Sul palco c'erano
in tutto: le due orchestre (previste da Bach) di 20 e 19 strumentisti; le 24
voci dell’Ensemble vocale e (per la prima parte) le 30 ragazzine delle Voci
Bianche.
Rispetto alla precedente edizione (2019, poi ci furono i 2 anni di black-out Covid) sono tornati due dei sei solisti principali: il tenore Bernhard Berchtold (Evangelista) e il contralto Nicholas Tamagna. Cui si sono aggiunte quest’anno le voci soliste principali di Johannes Held (basso, Gesù), Katja Stuber (soprano), Martin Platz (tenore) e Renato Dolcini (basso). Il solista alla viola da gamba era Juan Manuel Quintana.
Le
restanti sei voci soliste secondarie sono state affidate a elementi dell’Ensemble Vocale: Caterina Iora (soprano, Ancilla II),
Joanna Klisowska (soprano, Ancilla e Uxor Pilati), Maria Chiara Gallo
(contralto, Testis I), Baltazar Zuniga (tenore, Testis II), Dario
Previato (basso, Petrus, Pontifex II e Judas) e Piermarco Vinas (basso,
Pontifex I e Pilatus).
Definire
strepitoso il successo della serata è ancora poco: Auditorium più popolato
rispetto agli ultimi appuntamenti e letteralmente entusiasta della prestazione
di tutti. Ciò che personalmente apprezzo della direzione di Jais è il grande equilibrio
dei tempi: lui riesce sempre a stare entro o poco più delle tre ore nette di
musica, il che testimonia dell’approccio asciutto ed essenziale a questo
capolavoro bachiano. Mille miglia distante da certe esagerazioni retoriche che trasformano
Bach in Wagner, come questa
di Klemperer che la tira per 3 ore e 3/4 (!?) col passo di… Parsifal.
Insomma, una bella occasione per elevarsi al di sopra delle miserie quotidiane.
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