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29 aprile, 2022

laVerdi 21-22. Concerto 27


Ancora il Direttore Musicale sul podio dell’Auditorium per offrirci una colossale serata-Mozart: le ultime tre Sinfonie!

Un trittico che Mozart compose nell’estate del 1788 a Vienna, destinato a restare (purtroppo) come suo estremo lascito nel genere sinfonico. Una sinfonia dal carattere tragico (la K550, in SOL minore) incastonata fra due (K543, in MIb maggiore e K551, in DO maggiore) caratterizzate da grande luminosità, ottimismo e fede incrollabile.

Nonostante l’origine (temporale) che le accomuna, la presentazione congiunta delle tre sinfonie non è proprio cosa di tutti i giorni. Qui mi permetto di segnalare una preziosa esecuzione olandese su strumenti d’epoca, con diapason a 430 Hz, che permette - ad orecchi ben allenati - di apprezzare la sottilissima differenza (in meglio!!!) di suono rispetto alle esecuzioni su strumenti moderni con diapason innalzato di almeno un quarto di tono, a 440 Hz.

Una curiosità di questo trittico, composto proprio di getto in soli due mesi (da giugno a metà agosto) riguarda l’organico orchestrale, che presenta alcune interessanti differenze fra le tre sinfonie, come schematizzato qui sotto: 

strumenti

K543

K550 (1/2)

K551

flauti

1

1

1

1

1

1

1

1

1

1

1

1

oboi

 

 

 

 

2

2

2

2

2

2

2

2

clarinetti

2

2

2

2

-/2

-/2

-/2

-/2

 

 

 

 

fagotti

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

corni

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

2

clarini (trombe)

2

 

2

2

 

 

 

 

2

 

2

2

timpani

x

 

x

x

 

 

 

 

x

 

x

x

Oltre agli archi (non indicati nella tabella) che sono ovviamente sempre presenti nella classica configurazione (il quartetto di Violini I, Violini II, Viole e Celli+Bassi) gli unici strumenti che suonano sempre, in tutti i 12 movimenti delle tre sinfonie, sono il flauto (sempre solo) i fagotti e i corni. Oboi e clarinetti sono invece in alternativa, tranne che nella versione aggiornata della K550, dove convivono. Peculiare è poi l’assenza totale di clarini e timpani (che tacciono sempre anche negli Andanti) nell’intera K550, forse in omaggio al suo carattere dimesso e riservato.  

Flor (che ha eseguito la K550 con i clarinetti) ha anche raddoppiato (in specifici passaggi) l’unico flauto prescritto da Mozart.

È stata una vera maratona, anche perchè il Direttore ha rispettato tutti i da-capo, inclusi quelli degli Andante, dei finali, e persino quelli delle riprese del Menuetto dopo il Trio! Si è permesso qualche (opportuna e mai invasiva) iniziativa a livello di agogica, mentre ha mantenuto le dinamiche sempre su livelli leggeri, settecenteschi, appunto.

Il pubblico, meno folto rispetto ai più recenti appuntamenti, ha mostrato però di apprezzare questa ardita proposta, che si può ben definire una scommessa vinta.

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