intime gioje

chiuder la prigione e buttar la chiave

17 settembre, 2020

La Cecilia fa gli ultimi bagni a Rimini

Inaugurare al Teatro Galli la stagione concertistica dell’edizione 2020 della Sagra Musicale Malatestiana è toccato a Cecila Bartoli, che si è esibita ieri sera, insieme all’Ensemble Les Musiciens du Prince-Monaco (emanazione dell’Opera voluta proprio dalla Cecilia e sostenuta dal Principe in persona) diretto dall’ottimo Gianluca Capuano, in un interessante programma che spaziava dal barocco a Rossini a romanze italiane e... altro ancora.

Arrivato in Romagna con un fuori-programma all’ultimo momento e non avendo quindi trovato posto in teatro, mi son dovuto accontentare della diffusione del concerto nell’antistante Piazza Cavour, trasformata per l’occasione in un unico grande bar all’aperto, con tavolini a far da distanziatori fra le sedie, pur esse contingentate come le poltrone del teatro.

20 minuti di ritardo sull’ora d’inizio (21:00) sono calmierati con musiche accattivanti (Boccherini, Beethoven 1 e 2 e altro); poi è il Sindaco Gnassi che non perde l’occasione per (auto-)celebrare i fasti della Rimini che due anni orsono (ma ne ha impiegati più di 70...) ha rimesso in sesto il Galli semidistrutto dalla guerra e quest’anno ha combattuto da par suo il virus, riuscendo persino a proporre (pur smagrita) la ormai storica Sagra.

Finalmente ecco Capuano attaccare il Te Deum di Charpentier come verosimilmente lo si ascoltava a suo tempo... (Molti avranno ancora nelle orecchie la gloriosa sigla italiana dell’Eurovisione, suonata manco fosse Tannhäuser.)

Poi arriva la diva (che si cambierà d’abito non meno di 3 volte in 90 minuti) a proporre il suo prediletto barocco di Händel.

Torna la sola orchestra introducendo la (prima) sessione rossiniana, con Cenerentola, Temporale e Sinfonia) ad alternarsi con la mirabile aria del salice da Otello e il Nacqui all’affanno.

Dopo la Sinfonia del Bruschino, che Capuano fa eseguire a folle velocità (ma anche nella Cenerentola non aveva scherzato in proposito...) ecco una prima variante alla locandina: ascoltiamo subito le quattro romanze italiche.

A questo punto torna Rossini con il posposto peccatuccio La Danza, dove Cecilia si accompagna con un tamburello. E prosegue con il primo fuori-programma, protagonista il riminese d’adozione Bruno Praticò, che accompagna la Cecilia nel duetto del biglietto dal Barbiere.

Poi un altro intermezzo barocco, con la Cecilia a gareggiare in virtuosismi e... apnee con il trombettista dell’Ensemble, fino ad un arrivederci all’estate con Summertime; e il concerto si muta definitivamente da malatestiana a sagra paesana, con un quasi rituale Romagna mia, che manda in visibilio spettatori dentro e fuori il teatro.

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Interessante (ahimè non potrò godermela) la chiusura di questa prima sezione della Sagra, il 19 settembre con Gergiev e i suoi di SanPietroburgo, che qui sono già stati graditi ospiti più volte, come minimo da un quarto di secolo...

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