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22 luglio, 2020

BeethovenSummer tutta eroica


Il programma di questa settimana lascia un turno di riposo alla tastiera per dedicarsi al Beethoven eroico. Programma davvero impegnativo, se si pensa alla ristrettezza di organico strumentale imposta dalle regole di distanziamento sociale. Il che mette un po’ in crisi la nostra attitudine all’ascolto di queste opere, i cui suoni ormai da più di un secolo vengono portati alle nostre orecchie da orchestre di dimensioni normalmente doppie di ciò che oggi passa il convento.

Flor schiera la sua pattuglia ancora con i violini secondi al proscenio e i corni (come prescritto, 4 per l’ouverture ma solo 3 per la sinfonia) in alto a destra, proprio sopra i timpani.  

L’antipasto è costituito appunto dall’Ouverture dell’Egmont, che Flor aveva diretto qui poco più di due anni orsono: allora gli avevo giusto rimproverato un eccesso di volume e di magmatismo di suono e devo dire che - grazie al Covid - l’esecuzione di stasera mi è parsa più pulita e trasparente.  
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Ed eccoci al piatto forte della serata, l’OP.55, autentica pietra miliare non solo del sinfonismo, ma della musica tutta. Mi permetto di segnalare, nell’iniziale Allegro con brio, il mirabile passaggio in pianissimo che porta dallo sviluppo alla ripresa, quando entra a sorpresa il secondo corno; nella Marcia funebre il passaggio in Maggiore di flauto e oboe; nello Scherzo la performance del Trio degli ottoni e nel Finale l’esitante ripresa del tema (Poco Andante) nell’oboe.

Alla fine pubblico entusiasta e Flor che risponde con applausi a quelli provenienti dalla sala, dove si è notata la significativa presenza di Filippo Del Corno, assessore alla cultura del Comune di Milano, un’attestazione di vicinanza delle pubbliche Istituzioni cittadine a chi opera, nonostante tutte le avversità, per tenere aperte le porte della cultura.

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