Da
Il Fatto Quotidiano del 26 maggio:
Visto che ci date solo avanzi, è meglio smettere di cantare
di Sara Mingardo
Sono una cantante lirica; come moltissimi altri artisti, ho cominciato a frequentare il Conservatorio all’età di 10 anni, da allora non faccio altro nella vita e la fortuna ha voluto regalarmi molto, ma molto più di quanto avrei osato sognare. Naturalmente anche la fortuna ha bisogno di aiuto e ci sono voluti anni di studio, sacrificio, rinunce, dedizione, fatica, ampiamente ripagati dall’affetto del pubblico. Anche se mai davvero sostenuti dalle Istituzioni italiane, che hanno sempre dedicato al teatro e alla musica in genere gli “avanzi della cena”, e in questo particolare e difficilissimo momento si è davvero superato qualsiasi limite: gli artisti semplicemente esistono per stimolare un patetico quanto passeggero senso di solidarietà, di vicinanza e di patriottismo, destinato a scomparire appena tutto questo sarà passato, sfruttando la nostra necessità di continuare a fare musica insieme utilizzando qualsiasi mezzo: balconi, terrazzi, strade e case. Sono trascorsi oltre quasi tre mesi, e ancora nessun aiuto concreto. Ma davvero siamo ridotti a questo? Davvero in questo paese dobbiamo scoprire che la musica classica è considerata un passatempo? Proprio il paese che per secoli è stato Maestro nella Musica e nelle Arti e al quale il resto del mondo si è rivolto e si rivolge tuttora per imparare? Complici colpevoli di questo sfacelo sono soprattutto i canali mediatici, in primis le reti generaliste della Rai. Possibile doversi rendere conto che in questo periodo di quarantena, non sia mai stato concesso al teatro lirico di salire a bordo della cosiddetta “nave ammiraglia“ in Tv? Dovremmo davvero accettare in silenzio che un seppur magnifico interprete della canzone, Andrea Bocelli, venga definito “rappresentante della lirica italiana nel mondo” attraverso un suo concerto messo in onda sulla prima rete della Tv nazionale? Dovremmo davvero accettare che l’arte nostra venga considerata un passatempo proprio nel paese che per secoli ha dato i natali, ha cresciuto e formato artisti di ogni genere, divulgando capolavori anche nella musica che tutto il mondo ci invidia? Mi chiedo: come privilegiata insegnante in uno dei più importanti Conservatori del mondo, S. Cecilia a Roma, cosa dovrei dire ai miei ragazzi che sognano di realizzare i loro sogni studiando duramente ogni giorno per anni, se poi in momento di bisogno, chi dovrebbe occuparsi di risolvere i problemi, non si accorge nemmeno della nostra esistenza? Se nulla sarà fatto per sostenere la musica e i suoi artisti in questo momento, il messaggio sarà terribile: dichiarare che gli artisti sono inutili. A differenza di altri Paesi, al momento da noi molti artisti, soprattutto i più giovani, non godono nemmeno degli “avanzi della cena”. Supplico quindi gli artisti tutti di smettere da questo momento di fare musica. Forse così potremo renderci conto di cosa sarebbe questo mondo senza suoni. |
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