ricongiungimenti

Maurizio & Claudio

03 maggio, 2020

Fase-2. Ei fu?


Mia mamma (in questi tempi di prigionia i ricordi più lontani rimontano alla mente...) faceva la maestra elementare (io le fui allievo sì, ma solo fra le domestiche mura, mai in aula). Non saprei dire se fosse una sua invenzione, oppure l’avesse a sua volta mutuata da qualche suo maieuta... fatto sta che lei aveva trovato modo di correggere nientemeno che quell’illetterato di Alessandro Manzoni (!) La sua matita blu si accaniva sulla posizione di una virgola nell’ode Il 5 Maggio. 

Così aveva scritto (dopo un paio di... numeri zero) il sommo:

Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale...

Tradotto in prosa volgare (parte in italico): così la terra resta colpita e sbalordita alla notizia, pensando in silenzio alle ultime ore dell’illustre defunto.

Eh no! sosteneva la mamma (e il bello brutto è che lo insegnava pure ai suoi scolaretti di quarta!): Manzoni ha sbagliato la virgola! (o forse la colpa era dell’illetterato linotipista?) Secondo lei il passaggio così si doveva scrivere e leggere:

così percossa, attonita
la terra al nunzio sta 
muta, pensando all'ultima
ora dell'uom fatale...

Insomma, la virgola - e conseguente pausa - dopo il muta, non dopo lo sta

Devo confessare di non aver mai dato troppo peso alla cosa nè - una volta resomi autonomo dalle opinioni di mamma e papà - di essere più tornato sull’argomento. [Quanti e quali danni abbia poi fatto alla cultura universale l’insegnamento fake della mamma, lo lascio volentieri immaginare a voi.] 
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Dato però che si parla di Napoleone e - necessariamente, qui - di musica, ecco un altro abbaglio preso dai saputelli di turno (no, non è una postuma offesa alla cara mamma...) riguardo all’Eroica beethoveniana, originariamente dedicata a Bonaparte. Il pomo della discordia è noto (almeno, ma forse non solo) agli addetti ai lavori; si tratta del passaggio che chiude lo sviluppo del primo movimento della Terza:
Beethoven (un po' come Manzoni, dopo parecchi ripensamenti, va detto, almeno stando ai suoi schizzi) decide di stupire (o scandalizzare, dipende...) l’ascoltatore: mentre primi e secondi violini suonano in tremolo uno spezzone (SIb-LAb) di accordo di settima di dominante (del MIb maggiore di impianto) il secondo corno ci sovrappone proditoriamente l’attacco del tema principale, ovviamente nella tonica MIb: roba da radiazione seduta stante da tutti i Conservatori dell'Impero!

Apriti cielo! Un allibito discepolo del compositore, tale Ferdinand Ries, evidentemente all’oscuro della partitura, incolpa subito il malcapitato cornista di non saper contare e di esser quindi entrato con anticipo di quattro battute, rovinando il capolavoro. Peggio fa il Direttore François Joseph Fétis che - bontà sua - accusa senza mezzi termini Beethoven di aver dimenticato la parte del corno in MIb, e la corregge diligentemente a SIb (col che la frase cade sulla dominante, come da sacri canoni).

Ma la reazione più sorprendente fu quella di Richard Wagner: anche lui prese evidentemente il suo idolo Beethoven per matto, abbassando quindi il LAb dei secondi violini a SOL, col che portò il sottofondo sulla tonica MIb, per rimetter tutto a posto.
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P.S.: che Conte ce la mandi buona... altrimenti gli toccherà un necrologio per nulla manzoniano.

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