Ieri sera il ROF del quarantesimo (significativamente
dedicato a due grandi personaggi - del canto e della scienza musicale - da poco
scomparsi, Monserrat Caballè e Bruno Cagli) ha aperto i battenti con
una della bestie-nere (in senso buono, of course...) del catalogo rossiniano: Semiramide.
Dirò subito che il livello musicale
dello spettacolo (per quanto si può giudicare per radio) mi è parso di alta
qualità, se non proprio di eccellenza. Il profeta-in-patria
Michele Mariotti ha confermato - ce ne fosse bisogno - di padroneggiare il complesso
e difficile materiale rossiniano con assoluta perizia: certo, lui ha avuto il
vantaggio di lavorare per anni con super-esperti come Zedda, e... si sente! La OSN-RAI
non gli è stata da meno, con una prestazione impeccabile in tutte le sezioni,
già manifestatasi fin dalla colossale Sinfonia.
Fra le voci mi ha sorpreso assai
positivamente Varduhi Abrahamyan, un
contralto che ha doti naturali degne di una Podles
(!) Il suo Arsace ha la necessaria profondità di accenti e sono curioso di
ascoltarla dal vivo per confermare questo giudizio.
Bene anche la beniamina del ROF Salome Jicia, che non sarà proprio la
Colbran... ma che ha dimostrato di essere assai cresciuta in questi pochi anni,
dopo il suo esordio in Elena.
Antonino
Siragusa
ha pure confermato alle mie orecchie la sua propensione per questi ruoli
rossiniani: voce squillante, acuti staccati (quasi sempre) con sicurezza, dai
DO e RE del primo atto, fino ai due DO# non scritti della sua aria di... addio-al-celibato,
prima del viaggio di nozze.
La sua mogliettina non troppo convinta
era Martiniana Antonie, che si è ben difesa,
in una parte non proprio impossibile.
Più che discrete le due voci basse, Nahuel Di Pierro è stato un efficace
Assur, anche a livello di espresività, come dimostra la scena degli incubi,
prima del finale; Carlo Cigni è stato
un autorevole Oroe, anche se forse l’emozione
di dover aprire l’opera gli ha creato qualche problema all’inizio. Oneste le
prestazioni di Alex Luciano e Sergey Artamonov.
Il Coro
del Ventidio Basso guidato da Giovanni Farina ha meritoriamente completato
l’opera sul fronte musicale, accolto da un successo incondizionato, almeno a
giudicare dagli applausi finali. Grandi contestazioni invece al team di Graham Vick, la cui regìa, secondo l’inviato
di radio3 Oreste Bossini peccherebbe
di eccessivo e indigesto cerebralismo (ma converrà giudicarla dal vivo).
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13
agosto - Demetrio&Polibio
Brillante davvero questa ripresa dell’opera prima di Rossini, comparsa al ROF
nell’ormai lontano 2010, che ieri ha ottenuto (almeno a giudicare da ciò che
l’etere ci ha portato alle orecchie dalla piccola bomboniera del Teatro
cittadino) un gran successo di pubblico, con applausi dopo ogni numero e ovazioni finali.
Regina della serata (ma c’era da
prevederlo) è stata una delle beniamine del ROF, Jessica Pratt, che in una parte che pare proprio scritta per lei e
per le sue straordinarie doti naturali ha inebriato i suoi fan, sciorinando virtuosismi e sovracuti da brivido.
Ma bene anche Cecila Molinari (alla sua terza comparsa in 4 stagioni) e l’ormai
veterano Juan Francisco Gatell, cui
si è degnamente affiancato Riccardo Fassi.
Ripettando un’alternanza che vede le due
Orchestre locali avvicendarsi di anno in anno in un’opera del cartellone
principale, è toccato alla Filarmonica
Rossini (da tempo affidata alle amorevoli cure di Donato Renzetti) accompagnare le voci sotto la guida del solido Paolo Arrivabeni, tornato al ROF dopo 16
anni. Meritevole di apprezamento anche il Coro
della Fortuna diretto da Mirca
Rosciani.
In attesa dell’Equivoco, mi sento di dire che il livello strettamente musicale di
questo quarantenne Festival è davvero ragguardevole.
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14
agosto - L’equivoco
stravagante
Titolo appropriato per le vicende
politiche di attualità ferragostana: Buralicchio
Salvini buggerato da Frontino Renzi...
(che Dio ce la mandi buona!)
Chiusura scoppiettante delle tre prime del ROF-XL, con il dramma giocoso
che occupa il terzo posto del catalogo rossiniano, subito dopo la Cambiale (di cui mutua la Sinfonia,
inaugurando così immediatamente la prassi degli auto-imprestiti).
Anche ieri sera Radio3 ci ha portato belle notizie sul fronte dei suoni, con una
compagnia di canto ben assortita (Iervolino
e Bordogna su tutti) e una direzione
(Carlo Rizzi) che ha saputo
valorizzare al meglio le qualità di questa spumeggiante partitura del 19enne
Gioachino. Accoglienza poco meno che trionfale, a testimonianza del gradimento
del pubblico, fra il quale si è mescolato tale... Richard Bonynge!
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Ora non resta che l’esperimento in corpore vili... prossimamente.
3 commenti:
Ho sentito solo la Sinfonia di Semiramide, con un bello svarione dell' ottavino. Io non so quando mi toccherà lasciare questa valle di lacrime, ma penso con sincera commiserazione a chi dovrà tenersi il rampollo glamour della dynasty pesarese come “erede” della stirpe dei grandi direttori italiani.
Ciao!
@mozart2006
La stecca dell'ottavino ci può stare, e non credo sia colpa di Mariotti. Il quale - è vero - è cresciuto grazie a... raccomandazioni, inclusa quella di un altro illustre raccomandato (il suo maestro Claudio Abbado). Personalmente non lo considero un genio, nè erede di alcuno, nè l'unico possibile salvatore della Scala, come qualcuno azzarda. Ma allo stesso tempo ne apprezzo la costante maturazione.
Ciao e grazie della visita!
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