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02 agosto, 2019

Festival d’estate: ROF compie i 40


Sono tuttora in corso alcuni importanti Festival estivi d’opera: Bayreuth ha aperto con un Tannhäuser (per me più che accettabile) che ha suscitato reazioni contrastanti (ma già la seconda pare essere andata ancor meglio); poi con un Lohengrin e un Tristan dove il padrone di casa Thielemann, a dispetto (o forse proprio a causa) della sua straordinaria padronanza della materia,  ha palesato (alle mie orecchie perlomeno) una fastidiosa recrudescenza della sindrome-da-collina-verde, permettendosi libertà (soprattutto nell’agogica) invero eccessive; e un Meistersinger che giudico (musicalmente) la cosa migliore udita (grazie a Jordan e Volle, soprattutto). Nulla posso dire di Parsifal, negato all’etere da qualche strano diritto... Già si guarda al 2020, che proporrà un nuovo Ring, affidato alle cure di Pietari Inkinen (podio) e Valentin Schwarz (regìa). Si era parlato di un ritorno di Daniele Gatti, già lì nel 2008-11 per un Parsifal per la verità ricordato lassù più per l’innovativa regìa di Herheim che non per il podio del direttore milanese... ma evidentemente qualcosa non ha permesso che ciò si materializzasse. C’è comunque da osservare che il ciclo 20-24 sarà di carattere - per così dire -  interlocutorio, poichè il big-deal si avrà nel 2026 con l’edizione del 150° anniversario, che dovrà necessariamente fare storia (nel bene o nel male, come accadde a quella del 1976). E si accettano scommesse su chi sarà protagonista dell’evento epocale. Personalmente vedo due alternative: una tutta autarchico-autoaffermativa, di cui si approprierebbe la coppia padrona Kathi-Christian. L’altra (more-Wolfgang-1976: Boulez-Chéreau) di gran rottura (non di coglioni, si spera) affidata ad una strana coppia, come potrebbe essere oggi (fra anni si vedrà...) Currentzis-Sellars, freschi trionfatori (non senza contestazioni) con Idomeneo a Salzburg, altro Festival in pieno svolgimento.

Venendo ora a... Pesaro, avendo aperto i battenti nel lontano 1980 (e avendoli riaperti, da allora, ogni santo anno) il Rossini Opera Festival diventa quarantenne. Come tutti i compleanni importanti, anche questo verrà celebrato (il 21 agosto) con un gran Gala onorato dalla presenza di illustri personaggi che hanno fatto grande il ROF, o che (magari più spesso) il ROF ha fatto grandi.

Ecco la tabella sinottica aggiornata che riporta, in ordine decrescente di presenze al Festival, le 39 opere del catalogo rossiniano:

   
Questa edizione del 40° ripropone - come titolo di spicco - la tremenda Semiramide (assente dal 2003 e alla sua quarta presenza al ROF) con la premiata coppia Mariotti-Vick sul podio e sulla seggiola del regista; e la rivelazione pesarese Salome Jicia nei panni della fedifraga sovrana babilonese. Gli altri due titoli sono L’equivovo stravagante (nuova produzione e terza apparizione al ROF) e la ripresa del Demetrio e Polibio (quello di Livermore) che approdò per la prima volta al Festival nel 2010. Semiramide ed Equivoco vedranno impegnati la OSN-RAI e il Coro Ventidio Basso; il Demetrio la Filarmonica Rossini e il Coro M.Agostini.

A parte il piccolo e glorioso Teatro Rossini (che ospiterà il Demetrio) le altre 8 recite e il Gala si terranno (in attesa del ritorno, rimandato di anno in anno, al rinnovando Palafestival) alla ex-Adriatic Arena, ora ribattezzata Vitrifrigo Arena (...ci dobbiamo aspettare di esservi surgelati alla stregua di filetti di merluzzo?)

Radio3 resta fedele ai suoi impegni e diffonderà le tre prime: 11 agosto Semiramide (ore 19); 12 agosto Dem&Pol (ore 20); e 13 agosto Equivoco (ore 20). Come sempre, la triade verrà ripetuta nei giorni successivi per altre tre volte. Il Gala sarà invece irradiato sul maxischermo in Piazza del Popolo (21/8 ore 20:30). Da parte mia, qualche sommaria nota dopo ascolto radio e più avanti testimonianze/cronache da visioni live (...o quasi).

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