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19 luglio, 2019

Bayreuth 2019 alle porte


Fra una settimana riapre per la 108va volta il Festival di Bayreuth, che Wagner inaugurò con tre cicli del Ring nel 1876. Nella storia del Festival gli anni buchi furono quindi 36, legati (tranne i 9 del primo periodo bellico e post-bellico e i 6 del secondo dopoguerra) prevalentemente a difficoltà finanziarie, che per i primi 60 anni di vita interruppero spesso e volentieri la continuità della manifestazione. Dal 1951, anno della riapertura dopo la cosiddetta denazificazione, il Festival non si è più fermato, grazie a congrui finanziamenti pubblici e privati che ne garantiscono la sostenibilità. Nonostante tutto, la Direzione è rimasta costantemente nelle mani della famiglia Wagner, cui la Fondazione (Stiftung) ha continuato - non senza polemiche - a dare fiducia. Questa del 2019 sarà quindi la quarta edizione diretta in solitaria dalla pronipotina di Richard, la 41enne Kathi, che per i precedenti 7 anni, dopo la morte del padre (Fafner Wolfgang) aveva condiviso la responsabilità con la sorellastra maggiore Eva.

Perdurando il riposo sabbatico della Tetralogia (che tornerà con la produzione n°15 il prossimo anno) sono ancora 5 delle 6 opere (o drammi) extra-Ring - fra quelle considerate degne di rappresentazione nel tempio wagneriano - ad occupare il cartellone. All’Holländer subentra quindi un nuovo Tannhäuser, che si avvale della direzione di un neofita (per la collina) di eccellenza: Valery Gergiev. Permangono Lohengrin, Tristan, Meistersinger e Parsifal, con gli stessi Kapellmeister degli scorsi anni.

Fra essi si fa sempre più padrone del Festival tale Christian Thielemann, che salirà scenderà sul torrido podio per ben 13 volte (su 32) per dirigervi Lohengrin e Tristan. Con ciò consolidando il suo primato di direzioni (178, concerti inclusi) e distanziando ulteriormente il suo ex-tutor Barenboim (secondo, ma ormai fermo a 161). Il suo sodalizio con la tenutaria del baraccone tende ormai ad assomigliare a quello - materializzatosi negli anni d’oro del nazismo e conclusosi con la sua disfatta - fra il regista Heinz Tietjen e la pasionaria hitleriana Winifred Marjorie Williams-Klindworth (maritata Wagner).   

Ecco qui un prospetto storico (aggiornato al 2019) delle attività del Festival: 

titolo
rappresentazioni
stagioni
allestimenti
Parsifal
543
94
10
Ring (ciclo)
    (919)
86
14
    Rheingold
229


    Walküre
230


    Siegfried
229


   Götterdämmerung
231
  

Meistersinger
325
50
12
Tristan
250
49
11
Lohengrin
242
38
10
Holländer
238
40
10
Tannhäuser
226
36
  9
Walküre (isolata)
    3
      1


Come ormai in ogni teatro che si rispetti, anche qui all’ultimo momento si registrano due importanti defezioni: Ekaterina Gubanova (Venus) ha avuto un incidente in prova e sarà sostituita alla prima da Elena Zhidkova (si vedrà poi se potrà tornare per le restanti recite); Krassimira Stoyanova è a sua volta caduta in malattia, così la parte di Elsa verrà affidata a Camilla Nylung, che già si doveva sobbarcare il ruolo di Eva. Altri tre avvicendamenti riguardano KF Vogt, titolare di Walther, ma anche impegnato nelle prime tre recite come Lohengrin per poi far posto a Beczala; Anna Netrebko che a sua volta canterà le ultime due recite come Elsa; e Stephen Gould e Stefan Vinke che si divideranno equamente la parte di Tristan.

I wagneriti più incalliti che - come il sottoscritto - rinunciano al pellegrinaggio sulla verde collina, potranno parzialmente consolarsi con le diffusioni radiofoniche. L’italiota Radio3 si degna di propinarci la diretta della sola apertura (Tannhäuser, 25/7). 

I bavaresi della BR, oltre il 25, si collegheranno in diretta anche il 26 (Lohengrin) e l’1/8 (Tristan). 

I fedelissimi di Radio Clasica restano invece (quasi) imperterriti sul pezzo e diffonderanno 4 delle 5 prime (25, 26, 27/7 e 1/8, Parsifal escluso) sempre alle ore 16.

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