Ieri sera festa
grande in Auditorium (tutto esaurito come rarissimamente accade!) per
celebrare le nozze di diamante (artisticamente parlando) della premiata coppia
di pianisti formata dai venerabili Bruno Canino (83 appena compiuti) e Antonio
Ballista (83 fra due mesi) che sono ininterrottamente alla ribalta
dall’ormai remoto 1958.
Sotto la bacchetta del troneggiante Marcello
Bufalini i due hanno offerto un programma a dir poco strabiliante, che
forse pochi giovani nel pieno delle forze avrebbero osato affrontare: quattro
concerti tutti d’un fiato!
Bach ha aperto la
serata, con il Concerto in DO, BWV1061, composto in origine per le sole
tastiere e poi arricchito del contributo orchestrale. Poi ecco Mozart e il Concerto in MIb, K365, composto negli ultimi tempi di Salisburgo,
poco prima del trasferimento a Vienna.
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Dopo
l’intervallo, è la volta di Varianti, dedicata da Ennio Morricone ai due pianisti, citati
nel titolo per cognome-nome, ma con un piccolo particolare, un minuscolo segno
musicale messo davanti alla B di Bruno: Ballista
Antonio Canino ♮Bruno, che trasforma la sequenza delle iniziali da BACB a... BACH!
Brano composto
in occasione del conferimento di una Laurea
Honoris Causa al compositore da parte dell’Università milanese. Qui la prima assoluta,
eseguita in quell’occasione dai due dedicatari. Ha chiuso in bellezza il
programma ufficiale il Concerto in RE di Francis Poulenc.
Ma ecco che, dopo
essersi fronteggiati per un’ora e mezza, i due inseparabili si sono finalmente
riuniti davanti ad una sola tastiera (quella del Piano-1, di Canino) per
congedarsi con questo bis raveliano.
Ovazioni e
applausi, con il pubblico tutto in piedi a rendere omaggio a questi autentici
emblemi del pianismo italiano, omaggio cui si è unito per un grande grazie!
il Direttore artistico de laVerdi, Ruben Jais.
Che dire: che
Dio ce li conservi così.
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