Come non bastassero le vicende bondiane (regolare sciopero della prima) questo Barbiere ha avuto anche una gestazione difficile (e meno male che non è stato un aborto) con licenziamento dell'allenatore (Spinosì) proprio alla vigilia della partita, sostituito in fretta e furia con uno che non è ancora in ferie solo per caso, dovendo anzi prepararsi per il prossimo ROF ferragostano: il giovine (e bravo, invero) Michele Mariotti.
Ieri sera niente Flórez, ma il negretto Lawrence Brownlee, che nonostante la sua vocina si è meritato almeno tre minuti di applausi a scena aperta, dopo la sua aria finale. Ma tutti i numeri (escluso l'iniziale Ecco ridente in cielo) sono stati accolti da consensi e nessun buato. La DiDonato ha trionfato come Rosina ed anche gli altri (li vogliamo chiamare secondo cast?) hanno raccolto applausi e bravo! a josa. Il pubblico della terza (effettiva) ha evidentemente gradito questa ripresa del quarantennale allestimento del grande Ponnelle, uno che – possedendo qualità, sensibilità e cognizione di causa – non aveva certo bisogno di ricorrere ad idee strampalate e intellettualoidi, né di stravolgere gli originali che metteva in scena, per avere successo.
Insomma, date le premesse, poteva andare assai peggio. Ma restano - al momento di andare in vacanza e a stagione agli sgoccioli (10 opere su 12) – tutte le perplessità sulla qualità generale della produzione scaligera. Che francamente contraddice la litanìa di Lissner di una Scala diversa e superiore, e quindi meritevole di privilegi esclusivi.
Aspettiamo adesso il ROF, dove ritroveremo Mariotti con i suoi bolognesi nel Sigismondo e poi nello Stabat Mater. Demetrio-Polibio e Cenerentola completano il cartellone principale.
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