È
il Direttore emerito Claus Pater Flor a rifarsi vivo con l’Orchestra
Sinfonica di Milano per offrirci questo bel
concerto
che affianca il tardo Strauss al rampante Beethoven.
Una delle due prime parti di oboe dell’Orchestra, Luca Stocco, è il protagonista del primo brano in programma, il funambolico Concerto che l’81enne Richard Strauss compose nel 1945 come… ehm, piccolo risarcimento di guerra per John de Lancie, strumentista della Pittsburgh Symphony Orchestra (in seguito passato alla Philadelphia) nonchè caporale dell’armata USA che aveva preso il controllo della Baviera. Il ventenne militare era quasi divenuto amico del vecchio compositore, andandolo spesso a trovare nella sua villa di Garmisch, che un altro graduato aveva ossequiosamente evitato di sequestrare - per farne un... bivacco di manipoli - proprio per rispetto alla notorietà del proprietario.
Il
Concerto ha la classica struttura in tre tempi, tonalità RE maggiore (1-3) e
Sib maggiore, poi RE maggiore (2). Ascoltandolo non si può non andare con i ricordi ad atmosfere
tipiche del classicismo viennese. E vi compare ripetutamente (in modo minore e
maggiore) anche un motivo che rappresenta un sottile e sotterraneo legame con l’Eroica
(a proposito del secondo brano in programma); motivo impiegato da Strauss anche
nella contemporanea Metamorphosen:
Orchestra… magrolina (come prescritto) che il Direttore ha appropriatamente fatto suonare con delicatezza tutta settecentesca.
Quanto al solista all’oboe, l’aspetto più critico del brano riguarda però le apnee (!) cui si deve adeguatamente preparare… Strauss non era nuovo a richiedere prestazioni fuori ordinanza agli esecutori su strumenti a fiato, tanto che per la Alpensinfonie aveva consigliato addirittura l’impiego dell’aeroforo di Bernard Samuels per venire in soccorso ai poveri strumentisti!
Mi limiterò a citare per tutti il
terzetto dei corni (Amatulli, Farrante Bannera, Buldrini) per l’impeccabile
resa del Trio.
Nessun commento:
Posta un commento