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08 settembre, 2017

MITO – Bostridge fa il mugnaio


Fra le mille offerte del MITO (a proposito, eccone il logo twitterino scomposto nei 5 simboli della notazione musicale)


ieri sera ho scelto (non solo perchè a ingresso gratuito...) l’esibizione di Ian Bostridge al Teatro della Cooperativa, una meritoria struttura (con sala da quasi 200 posti) situata in zona Bicocca-Niguarda. Accompagnato dal pianista Julius Drake, il tenore britannico si è esibito nel grande ciclo schubertiano Die schöne Müllerin.

I testi vengono da una delle 5 raccolte di Wilhelm Müller raggruppate sotto il titolo Sieben und Siebzig Gedichte aus den hinterlassenen Papieren eines reisenden Waldhornisten (Settantasette poemi da carte postume di un suonatore di corno itinerante) pubblicate nel 1821. La prima di queste, che è anche la più estesa, consistendo di 25 poemi - le altre ne comprendono rispettivamente 10, 15, 13 e 14 - fu (parzialmente, 20 poemi) musicata da Schubert fra il 1822 e il 1824.

I testi del ciclo sono consultabili in rete, ad esempio su questo sito specializzato in Lieder (tradotti da Amelia Maria Imbarrato).

Lo specchietto sottostante mostra la struttura dei poemi originali e quella del ciclo schubertiano:


La colonna più a destra indica una suddivisione in 5 blocchi dell’opera di Schubert, corrispondente ai 5 quaderni in cui essa venne pubblicata per la prima volta a Vienna per i tipi di Suer&Leidesdorf. I titoli riportati sono del tutto arbitrari, frutto di ipotesi di lavoro di alcuni musicologi – Schubert inizialmente prevedeva una pubblicazione in sole 4 rate - tuttavia hanno una loro accattivante plausibilità, rappresentando le vicissitudini vissute dal protagonista, un mugnaio che se ne va per il mondo, arriva al mulino dove incontra la bella e giovane mugnaia di cui si innamora, prima che un cacciatore più attraente/intraprendente di lui gliela soffi di sotto il naso, gettandolo in uno stato di profondo sconforto che lo porta ad augurarsi la morte. Anche la successione delle tonalità dell’opera segue il percorso esistenziale del protagonista, con i primi tre atti prevalentemente in maggiore (ma con frequenti screziature) il quarto in minore e il quinto in un misto dei due modi, a chiudere in modo tragico ma allo stesso tempo serenamente rassegnato.

Come si vede, la collana originale di Müller – a proposito, qui è tutto un mulinare di mugnai: l’autore si chiama Mugnaio e il protagnista è un mugnaio che si innamora di una mugnaia! - comprende 25 poesie, mentre Schubert ne musicò soltanto 20. Infatti il compositore omise di musicare prologo, epilogo e tre poesie della raccolta. A suo tempo (1961) Dietrich Fischer-Dieskau incise il ciclo includendovi (a mo’ di Singspiel) anche il parlato dei due testi estremi, cosa in sè francamente bizzarra, e più tardi colmò la misura leggendo anche i testi dei tre Lieder omessi da Schubert come corredo ad un’incisione proprio di Bostridge. Del quale troviamo in rete un’esecuzione... nipponica del 2005 (ma lui si era già cimentato con l’opera almeno 10 anni prima).

La musica originale è scritta per voce di tenore – certo la più plausibile rispetto al soggetto letterario - ed è poi stata trasposta (di uno o due o tre o fino a quattro semitoni) anche per voci più basse (di baritono o basso). Bostridge ovviamente ha cantato la versione originale (il primo Lied, ad esempio, in SIb e non in LA come lo canta un baritono). Un’incisione tenorile assai interessante è quella storica (1957) di Fritz Wunderlich. E di recente anche il divo Jonas non si è sottratto alla sfida. Seguiamo proprio lui in questo affascinante cammino.

Quaderno I

N°1 Wanderschaft (SIb maggiore, 2/4, moderatamente rapido). Il protagonista, un garzone di mugnaio, ci presenta la sua irresistibile attrazione per il viaggiare, citando come esempi l’acqua del ruscello, la ruota del mulino e la mola, che incessantemente si muovono senza mai arrestarsi. Così chiede ai padroni il permesso di andarsene.

2’43” - N°2 Wohin? (SOL maggiore, 2/4, moderato). Il giovane mugnaio si mette a seguire il corso del ruscello, al quale comincia a parlare come ad un compagno di viaggio dal quale lasciarsi guidare. 

4’56” - N°3 Halt! (DO maggiore, 6/8, non troppo rapido). Il mugnaio arriva nei pressi di un mulino; il paesaggio è idilliaco: mormorio dell’acqua e delle pale, una linda casetta, il sole che splende... è proprio il caso di fermarsi lì. 

6’32” - N°4 Danksagung an den Bach (SOL maggiore, 2/4, piuttosto lento). Il viandante protagonista ha conosciuto la bella molinara e ringrazia il ruscello che lo ha condotto da lei. Ora lui ha un lavoro e un sogno da realizzare. 

Quaderno II

8’56” - N°5 Am Feierabend (LA minore, 6/8, abbastanza rapido). Il ragazzo vorrebbe essere il garzone più forte e laborioso, per ingraziarsi la bella molinara, ma si rende conto di essere come ogni altro lavorante. La sera il padrone loda tutti e la molinara dà la buona notte.

11’37” - N°6 Der Neugierige (SI maggiore, 2/4, adagio). Il giovane ha un cruccio, che vorrebbe risolvere, ma non osa chiedere risposta nè ai fiori, nè alle stelle, così si rivolge all’amico ruscello, che pare stranamente silenzioso. (SI maggiore, 3/4, molto adagio). E gli chiede un o un no: lei mi ama?

15’40” - N°7 Ungeduld (LA maggiore, 3/4, piuttosto rapido). L’innamorato vorrebbe manifestare il suo amore scrivendolo su pietre e fiori, facendolo cantare ad uno storno alla finestra della molinara; vorrebbe che il bosco, l’aria e l’acqua portassero alle orecchie di lei il suo sentimento; che dovrebbe essere evidente dal suo sguardo, dal suo volto e dalla sua bocca silente. E invece lei non se ne accorge!    

18’22” - N°8 Morgengruß (DO maggiore, 3/4, moderato). Lui vuol dare il buongiorno all’amata, che però sembra nascondersi. Allora lui guarda da lontano la sua finestra, sperando che lei si affacci. Poi la implora di schiudere i suoi occhi al giorno, e infine osserva l’allodola che parla di amore, tormento e pena.

22’23” - N°9 Des Müllers Blumen (LA maggiore, 6/8, moderato). Il giovane vede nei fiori presso il ruscello gli occhi dell’amata. Allora li vorrebbe piantare sotto la finestra di lei, perchè a sera le trasmettano il suo amore e le sussurrino il suo non-ti-scordar-di-me. E al mattino le lancino uno sguardo d’amore, bagnato dalla rugiada delle sue lacrime. 

Quaderno III

26’03” - N°10 Thränenregen (LA maggiore, 6/8, abbastanza lento). Il garzone ricorda (o immagina, o sogna?) quando stava con la bella molinara a guardare il ruscello. C’era la luna, ma lui guardava solo la sua bella. Lei si chinava verso l’acqua e anche i fiori e le stelle sembravano imitarla e trascinarlo giù nel profondo. Poi lei disse: arriva la pioggia, io me ne torno a casa.

30’03” - N°11 Mein! (RE maggiore, 4/4 alla breve, moderatamente rapido). E finalmente (ma sarà realtà o sogno?) la bella molinara ha corrisposto all’amore del giovane mugnaio. Che chiede al ruscello, al mulino, ai fiori, di smettere i loro suoni per cantare con lui: è mia! La primavera non ha abbastanza fiori e il sole non abbastanza luce, così lui resta solo con la parola mia!, incompreso dal resto del creato.   

32’25” - N°12 Pause (SIb maggiore, 4/4, abbastanza rapido). Il giovane ha appeso il suo liuto al chiodo: il suo cuore è troppo gonfio di felicità per poter cantare. Lui prima cantava la nostalgia e le sue pene, ora la sua gioia è troppo grande per essere espressa in suoni. Se le corde sono mosse da una brezza o da un’ape, ciò lo fa rabbrividire. Spesso il nastro verde che lo regge ne sfiora le corde che emettono lamenti: che sia questo un presagio? 

Quaderno IV

36’52” - N°13 Mit dem grünen Lautenbande (SIb maggiore, 2/4, moderato). La molinara ha osservato che il nastro verde che regge il liuto si sta scolorendo. Il garzone decide allora di mandarglielo. A lui piace il bianco, ma anche il verde, che è il simbolo del loro giovane amore, oltre che della speranza. La prega di annodare il nastro attorno ai suoi riccioli... e il verde gli piacerà ancor di più!

38’45” - N°14 Der Jäger (DO minore, 6/8, rapido). Un cacciatore è arrivato al mulino, e il nostro mugnaio comincia a preoccuparsi per la sua innamorata. Lo invita a tornare nel bosco, lì è fuori posto come un pesce in giardino o uno scoiattolo in acqua. Se proprio vuol fare un favore alla sua amata, che uccida i cinghiali che le devastano l’orto!

39’52” - N°15 Eifersucht und Stolz (SOL minore, 2/4, rapido). Il mugnaio chiede al ruscello dove corra così rapido: forse rincorre il cacciatore? No, invece dovrebbe rimproverare la sua amata, che ha fatto la civetta con quello, ieri sera, affacciandosi al portone mentre il cacciatore tornava a casa. Ma non le dica della sua tristezza: le dica che lui intaglia un flauto per suonare danze e canzoni ai bambini.

41’33” - N°16 Die liebe Farbe (SI minore, 2/4, piuttosto lento). Il verde è il colore dell’amata, e il mugnaio vorrebbe vestirsi di verde e piangere verdi lacrime, poi cercare cipressi e rosmarini, tutti verdi. Andare a caccia nella macchia, la caccia che piace tanto all’amata, ma lui va a caccia della morte! E chiede una tomba nel verde, senza croci o fiori variopinti... solo verde, che è il colore dell’amata.

46’06” - N°17 Die böse Farbe (SI maggiore, 2/4, abbastanza rapido). Il colore verde ora ossessiona il giovane, che vorrebbe distruggere tutto il verde che lo circonda, lui che è una creatura bianca. Poi vorrebbe sdraiarsi alla porta di lei, cantandole lungamente il suo addio. Sogna di poter occhieggiare alla finestra di lei che si affaccia, non per lui, ma per il suono di un corno da caccia... Le chiede di sciogliersi il nastro verde dalla fronte e di salutarlo con la mano. 

Quaderno V

48’13” - N°18 Trockne Blumen (MI minore.maggiore, 2/4, abbastanza lento). Il povero mugnaio parla ora ai fiorellini che lei gli donava e che finiranno sulla sua tomba. Ma ora appassiscono e nemmeno le lacrime li possono far rivivere, come non fanno rivivere un amore morto. Poi a primavera i fiorellini rispunteranno sulla sua tomba e lei andrà per i campi pensando: lui era fedele. E allora sbocciate tutti, fiorellini, è arrivato maggio e l’inverno se n’è andato!

52’02” - N°19 Der Müller und der Bach (SOL minore-maggiore, 3/8, moderato). Il mugnaio parla ora al ruscello: se un cuore fedele si strugge d’amore, i gigli appassiscono, la luna si nasconde e gli angeli cantano singhiozzando mentre accompagnano l’anima al suo riposo. Il ruscello risponde: quando l’amore supera il dolore, allora una stella sorge in cielo, tre rose bianco/rosse fioriscono per mai più appassire e gli angeli si tagliano le ali per scendere ogni mattina sulla terra. Ancora il mugnaio: caro ruscello, hai proprio ragione; sai cosa fa l’amore? Quaggiù, quaggiù è il fresco riposo. Ruscelletto, continua a cantare!

56’04” - N°20 Des Baches Wiegenlied (MI maggiore, 4/4 alla breve, moderato). Il ruscello invita il viandante a riposare presso di lui, finchè il mare non abbia bevuto tutti i ruscelli. Poi chiama a raccolta tutto ciò che possa cullarlo. Se il corno risuonerà nel bosco, allora il suo suono verrà coperto dallo scrosciare dell’acqua. E i fiorellini non guardino qui, per non portare brutti sogni. E tu, cattiva fanciulla, vattene dal mulino, perchè la tua ombra non lo svegli: gettami il fazzoletto con cui gli coprirò gli occhi. Dormi, dormi, fin che tutti si sveglino, mentre sale la luna piena, la nebbia si dirada e il cielo, lassù... oh com’è immenso!
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Dico subito che Bostridge è stato semplicemente straordinario! Per la purezza del suono della sua voce, cristallina come l’acqua del ruscello; per l’espressività con la quale ha ulteriormente impreziosito le note schubertiane; e infine per la teatralità della sua performance, davvero sconvolgente nelle gestualità del corpo e nelle espressioni del volto.

Credo sia impossibile rendere la meravigliosa arcata drammatica della Müllerin con più efficacia e sollevando tanta emozione! Un encomio doveroso al suo impeccabile accompagnatore Julius Drake, che ha realizzato con il pianoforte una perfetta simbiosi con la voce del tenore.

Al termine la piccola sala della Cooperativa, piena come un uovo, è esplosa in lunghi applausi e ovazioni, strameritati. E allora mi permetto di lanciare un appello ai torinesi (e non...): chi  appena può, questa sera vada di corsa al Tempio Valdese di Torino! 

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