Ieri sera Radio3 ha trasmesso la prima
delle sette recite di Tamerlano nella nuova
produzione scaligera, targata Fasolis-Livermore,
appositamente approntata per il battesimo dell’opera al Piermarini, avvenuto a
soli 293 (!) anni dall’esordio londinese.
È una nuova tappa del percorso barocco
(o... baroccaro?) del Teatro, che ha in Diego
Fasolis il suo mentore per quanto attiene la parte musicale: approccio HIP
(no, non è l’incipit dell’esclamazione di giubilo...) che significa – oltre a
rispolverare strumenti d’epoca - anche fare un po’ i c... propri quanto a
contenuti da proporre al pubblico, in ciò seguendo le mode dei tempi andati,
dove ad ogni ripresa dell’opera si operavano (da parte dell’Autore, però) rimaneggiamenti,
tagli, aggiunte e varianti giustificate dai più svariati motivi, in specie le qualità
(o i limiti) ma anche le fisime dei cantanti coinvolti nella recita.
E a proposito di cantanti, qui c’è il
vecchio Topone che non sa più cosa
inventarsi per sbarcare il lunario: così, dopo il downsizing da tenore a baritono (rigoletti, simoni &C) adesso
torna a fare il tenore, però... mezzo tono sotto (i 415Hz del diapason
barocco...) In più, dato che il fiato è... corto, ecco che si fa aiutare dal
Direttore con qualche sapiente trucco: nel primo atto, aria Ciel e terra armi di sdegno, la ripresa
della prima strofa dovrebbe avvenire immediatamente al termine della seconda...
invece Fasolis fa un da-capo anche delle 8 battute strumentali, così il nostro ha
il tempo di respirare. Nel second’atto, aria A’ suoi piedi padre esangue, vengono omesse brevi ripetizioni di
versi, ma il colmo (scandaloso, invero) si raggiunge nel terz’atto, laddove l’aria
Empio, per farti guerra si riduce ad
un moncherino, un’arietta, causa
taglio totale della seconda strofa (E l’ira
delli Dei) e della conseguente ripresa della prima!
Ma anche il controtenore protagonista - Bejun Mehta – ha le sue
fisime, così nel second’atto rifiuta di cantare Bella gara e la rimpiazza infilando nel Tamerlano un’aria da
Amadigi (Sento la gioia) con tanto di trombette.
Per il basso Christian Senn si rispolvera nell’atto terzo (e non è per niente un
male, in sè) il recitativo e aria (Nel
mondo e nell’abisso) di Leone composti da Händel
appositamente per Antonio Montagnana per le riprese del 1731; però si cassa
proditoriamente, oltre al recitativo antistante, anche l’aria di Andronico Se non mi rendi il mio tesoro.
Il libretto del
Teatro reca
un’inversione di numeri (70b e 70c) ma in realtà il 70c viene omesso e si passa
direttamente al duetto Coronata di gigli,
che però viene mutilato della seconda strofa (E fra mille facelle) e della ripresa della prima.
Può essere che alcuni interventi siano
motivati dall’esigenza di... stringere i tempi, il che però non ha scongiurato che
lo spettacolo terminasse fuori tempo massimo rispetto all’ultima corsa della
linea1 del metro’ (stazione Duomo, ore 00:31): meglio sarebbe anticipare l’inizio
alle 19. Fra l’altro (e non è un caso isolato) l’inaccuratezza delle
informazioni comunicate al pubblico sul sito del Teatro è davvero deplorevole:
fino all’inizio della prima la durata
totale era indicata in 4 ore lorde; poi si è in corsa modificata l’indicazione
(tuttora presente) in 4 ore e 15 minuti, ma la realtà vi ha aggiunto altri 15
minuti!
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Beh, che dire dei suoni arrivati via
etere? Domingo davvero non si...
spiega, forse ha fatto bene ciò che per radio non si può giudicare (l’attore)
ecco. Bejun Mehta e Franco Fagioli (controtenore e
contralto, invenzioni discutibili delle pratiche HIP) non mi sono dispiaciuti,
ma voglio proprio sentire se e come le loro vocine passano negli immensi spazi del Piermarini. Bene Christiann Senn e Maria Grazia Schiavo, benino Marianne
Crebassa.
Fasolis è indubbiamente
un esperto in materia e l’orchestra
barocca della Scala sta facendosi con lui le ossa: il fatto che la spalla De Angelis ne faccia parte è un
segno di serietà di approccio.
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Sull’allestimento si sa che Livermore ha ambientato il tutto nella Russia
del 1917, un modo come un altro per
celebrare il centenario della rivoluzione bolscevica: staremo a vedere quanto valore
aggiunto l’idea porti allo spettacolo.
A chi andrà ad una delle prossime recite
consiglio (se non lo ha già fatto) di prepararsi a dovere ascoltando (da youtube) la pregevole edizione firmata
da Riccardo Minasi (della
quale si può anche scaricare il booklet).
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