Ieri pomeriggio si è tenuto nel ridotto
Toscanini - sotto l’egida dell’Associazione Amici
della Scala - il primo incontro della stagione 21-22 dell’ormai leggendaria
serie Prima delle prime, dedicato
ovviamente al Macbeth. Incontro introdotto come sempre da Franco Pulcini e che ha avuto come
protagonisti Raffaele Mellace e Riccardo Chailly.
Il Direttore Musicale fra altre dotte considerazioni sull’opera, ha in particolare ricordato l’edizione scaligera del 1975 (Abbado-Strehler-Verrett-Cappuccilli-Ghiaurov) da lui seguita da vicino nella sua qualità di assistente di Abbado. Poi ha ribadito la sua decisione di introdurre nel finale dell’opera (versione 1865, ricordiamolo) la scena della morte di Macbeth (Mal per me che m’affidai...) presa di peso dalla prima versione del 1847 e poi abolita da Verdi a Parigi.
Ma a questo proposito, nel foglio (non firmato, per la verità) di presentazione dell’incontro di ieri si trova un virgolettato attribuito al Maestro, che si può leggere nella parte ingrandita del foglio:
Dalla frase sottolineata in rosso si è portati a dedurre - almeno stando a quanto riportato dall’anonimo estensore del virgolettato - che la scelta di Chailly sia di ripetere oggi quella fatta da Abbado allora: quasi fosse un modo per avvalorarla, indirettamente attribuendola all’illustre predecessore?
Sta di fatto che nel 1975 Abbado si
guardò bene dal fare una simile scelta (operata invece da Pappano a Londra nel 2011, come
ho riferito in un precedente post)
come conferma la registrazione RAI sopra link-ata,
precisamente a 2h15’50”: dopo lo scontro con Macduff Macbeth cade morto sul
colpo e, dopo il passaggio puramente orchestrale che sottolinea la fine del
tiranno, si passa direttamente - 2h16’32”, come prescritto da Verdi
nel 1856 - al grido Vittoria! e di
seguito al coro finale che inneggia a Malcolm.
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