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12 maggio, 2021

Ritorno alla Scala

Il neo-ottantenne Maeschtre ieri sera ha guidato i suoi Wiener nella seconda serata di riapertura del Piermarini al pubblico.

Pubblico contingentato, ma che - credo grazie alla scappatoia della congiuntivite - ha riempito i palchi come non accade spesso nelle serate operistiche delle stagioni normali:

In compenso, la platea...

Dei Wiener ovviamente non si può dir che bene, se dall’ormai lontanissimo 1842 sono sulla cresta dell’onda, grazie alla cura che han sempre messo nel coltivare l’eccellenza sul piano artistico, ma anche quella sul piano della gestione di un organismo assai complesso e delicato (il tentativo di imitazione che proprio la Scala intraprese, con Abbado, ormai quasi 40 anni fa, ha sempre stentato proprio su quest’ultimo aspetto...)

Di Muti mi par di dover constatare che con l’età tende sempre più ad... ascetizzarsi (si può dire?) Tipo Celibidache o Klemperer, ecco: dalla Meerestille alla Quarta di Schumann alla Seconda di Brahms è stato tutto un gran sostenuto, nobile e austero, per carità, ma anche un tantino pedante.

E persino il Kaiserwalzer (regalo finale, preceduto da un lungo pistolotto... commemorativo) è stato contaminato dall’ascetismo.

In ogni modo, adesso che il ghiaccio è stato rotto, aspettiamo da via Filodrammatici qualche buona notizia sul futuro.  

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