In attesa di assistere di persona allo spettacolo, avanzo qualche prima
impressione ricavata dalla ricezione televisiva. Come sempre, già ieri Amfortas
aveva pubblicato il suo commento (che condivido in larga misura) a tempo di
record.
Dico subito (e spero proprio
di non essere smentito fra breve): spettacolo di buon livello, in tutti i sensi. Preceduto
da un altro spettacolo invero rincuorante: l’interminabile applauso che ha
accolto l’arrivo del Presidente della Repubblica! (Dico, c’è da rabbrividire
pensando che fra un anno dal Palco Reale potrebbe affacciarsi Salvini...)
Ispirata, ma non inappuntabile la direzione e concertazione di Chailly, per lo meno per ciò che si può
giudicare dall’ascolto tecnologico: agogica e ritmo dell’azione a volte un
pochino trattenuti, vedi le stesse tre battute di attacco (sulle dinamiche...
aspettiamo di ascoltare suoni e
non... bit). Orchestra in gran
spolvero, senza sbavature, dettagli sempre ben in evidenza.
Il trio Netrebko-Meli-Salsi abbastanza
convincente (Salsi su tutti) nella resa delle personalità dei protagonisti
(sulle voci, stesso discorso di prima, vedremo dal vivo...) Perdonabile il
lapsus della Netrebko, cui Salsi ha risposto... per le rime. Ma bene anche i
comprimari (Antoniozzi, Bosi, Mastrototaro,
Panariello, Sartori). Coro di Casoni
efficacissimo e compatto nel TeDeum, come pure nel breve inserto da lontano,
dalla festa del second’atto.
Livermore,
volendo rispettare anche la lettera del libretto, mette in piedi uno
spettacolone zeffirelliano per
grandiosità (e pure per sconfinamenti nel Kitsch...)
che forse in TV (ed eventualmente in un DVD) rende meglio, immagino, che in
teatro.
Si può già concludere comunque che chi si mostrava scettico sulla proposta per
questo SantAmbrogio sia stato ampiamente smentito.
___
Ma proprio sull’oggetto
materiale della proposta mi permetto di ritornare (proprio... in corpore vili) prendendo in
considerazione le 9 (nove) novità costituite dal ripristino della partitura
originale del 14 gennaio 1900, che Puccini subito dopo modificò per mai più
tornarci sopra. Per 8 dei 9 casi propongo (in rosso e
riquadrato) il testo ripristinato da Chailly e l’ascolto della versione che
tradizionalmente si rappresenta (quella appunto predisposta da Puccini dopo la prima romana) a confronto con quella che
Chailly impiega qui oggi, artigianalmente registrata dalla TV (della qualità delle registrazioni mi scuso in partenza).
1. Atto I - Duetto
Cavaradossi-Tosca (5 battute ripristinate):
Tosca (rapita,
appoggiando la testa alla spalla di Cavaradossi)
Oh come la sai bene
l’arte di farti
amare!...
Cavaradossi
Non è arte
è amore,
è amore,
è amore.
Tosca
Sì, sì, ti credo.
|
(maliziosamente)
Ma... falle gli occhi neri!
2. Atto I - TeDeum
(coro a cappella)
Scarpia
(riavendosi come
da un sogno)
Tosca, mi fai
dimenticare Iddio!
(s’inginocchia e
prega con entusiasmo religioso)
Scarpia, ragazzi e
folla
Te aeternum
Patrem
omnis terra
veneratur!
|
(cala rapidamente il sipario.)
Certo, efficace il coro
con le sole voci. Ma anche la versione ultima lascia gli ottoni da soli in
unisono con le voci, niente archi, quindi la differenza non mi pare così clamorosa.
3. Atto II - Giaculatoria
di Spoletta (2 battute ripristinate)
Spoletta
(brontolando in attitudine di preghiera)
Judex ergo cum sedebit
quidquid latet apparebit,
nil inultum remanebit.
(Scarpia, approfittando dell’accasciamento di Tosca, va presso la camera
della tortura e fa cenno di ricominciare il supplizio)
Quid sum miser
tunc dicturus
quem patronum
rogaturus
cum vix justus fit securus.
|
Cavaradossi (straziante grido acuto e
prolungato)
Ah!
4. Atto II - Dopo “Vissi
d’arte” (1 battuta ripristinata)
Tosca
...
Nell’ora del dolor
perché, perché, Signor, ah,
(singhiozzando)
perché me ne rimuneri così?
Scarpia (avvicinandosi di nuovo a
Tosca)
Risolvi!
Tosca
No!
Scarpia
Bada... il tempo è
veloce!
|
Tosca
Mi vuoi supplice ai
tuoi piedi?
(S’inginocchia
davanti a Scarpia)
Vedi,
(singhiozza)
le man giunte io stendo a te!
Diciamo la verità: a meno che il soprano non sia un’oca starnazzante,
qui è matematico che, dopo il ...così
e senza dar tempo all’orchestra (arpa, fagotti, corni, archi) di esalare due
mestissimi accordi, il pubblico scoppi in un applauso più o meno lungo. Alla
ripresa, di norma si tagliano anche il Risolvi!
di Scarpia e il Mi vuoi
supplice ai tuoi piedi? di Tosca, che riparte dal Vedi... Ora, che senso ha invece riaprire una (!) battuta del tutto pleonastica per poi fermare l’orchestra per
consentire l’applauso?
5. Atto II - Morte di
Scarpia (14 battute ripristinate)
Scarpia
(con voce strozza)
Aiuto!
Muoio!
(barcollando cerca d’aggrapparsi a Tosca che indietreggia terrorizzata)
Soccorso!
Muoio! Ah!
Tosca
(con odio a Scarpia)
Ti soffoca il
sangue?...
6. Atto II - Finale
Questa variante riguarda la famosa esternazione di
Tosca (sono le ultime parole che canta nell’atto II) E avanti a lui tremava
tutta Roma! É collocata in un punto ben preciso della partitura, una
battuta prima della cifra 64 di lettura. Nell’originale invece era spostata in
avanti, alla cifra 65.
Non la faccio lunga, ma se si dovessero rispettare
rigorosamente le didascalie, Tosca dovrebbe cantare quella frase con le due candele
in mano, prima di collocarle ai lati del capo di Scarpia (!) Bene ha fatto
quindi Puccini a modificare, anticipando la frase; e benissimo ha fatto Livermore
a cassare del tutto l’allestimento dell’altarino improvvisato!
Versione
ultima
- Versione
Chailly (spostamento da 1’20” a 2’00”)
7. Atto III - Morte di
Cavaradossi (5 battute ripristinate)
Tosca
...
(corre al parapetto, e cautamente sporgendosi, osserva di sotto; mentre si
avvicina a Cavaradossi)
Presto,
su! Mario! Mario! Su, presto!
Andiam!
(toccandolo, turbata)
Su!
su!
(scuoprendolo)
Mario!
Mario!
(grido)
Ah!
(con disperazione)
Morto!...
Morto!... Morto!...
(fra sospiri e singhiozzi)
O
Mario... morto... tu?... così!
(gettandosi sul corpo di Cavaradossi)
Finire
così!!
(abbracciando la salma di Cavaradossi)
(piangendo)
Mario...
povera Floria tua!
O
Mario mio,
tu finire così!
|
(si
abbandona, piangendo disperatamente, sul corpo
di Cavaradossi)
8.
Atto III - Cadenza finale (6 battute ripristinate)
Tosca
...
O
Scarpia, avanti a Dio!!
(si getta nel vuoto. Sciarrone ed alcuni soldati, saliti confusamente,
corrono al parapetto e guardano giù. Spoletta rimane esterrefatto, allibito. Sipario
rapido.)
|
Che dire? Come non dar ragione all’ultima scelta di Puccini? L’opera è
finita, il pubblico è letteralmente stremato per la tensione accumulata, già si
lascia andare all’applauso liberatorio... mentre l’orchestra deve proseguire
per altri 40 secondi? Sarà certo grande musica, ma qui del tutto fuori posto,
una lungaggine insopportabile, di cui il compositore si dev’essere accorto
subito a Roma. E così il povero Livermore si è pure dovuto inventare, per
tirarla in lungo, una controfigura di Tosca che fa una passeggiata nello spazio!
C’è infine una piccolissima variante, che non fa nemmeno
conto confrontare: quando Tosca, dopo la confessione e la proposta di Scarpia
di... favellare, chiede: Il prezzo! In partitura leggiamo: quasi
parlato, sulla sequenza ascendente (croma-semiminima-semiminima) MI-LA-LA.
Chailly ripristina l’originale, cantato in tessitura più alta (arriva all’ottava
superiore). Ma francamente che senso ha pretendere una fedeltà assoluta allo
spartito originale, quando è del tutto normale che, in un caso così particolare
come questo, sia l’interprete, con la sua sensibilità o su imbeccata del
regista, a decidere come pronunciare quelle due parole?
___
In conclusione, ribadisco: la ricchezza (che va
riconosciuta, insieme a poche... povertà) di questa produzione poco o nulla ha
a che vedere con la riapertura dei tagli e il ripristino delle indicazioni
originarie, tutti aspetti assolutamente marginali, che invece - anche
nell’incontro del 6 dicembre con l’Assessore Del Corno - sono stati oggetto, da
parte di Chailly, ripreso poi supinamente dalla stampa, di esagerata
enfatizzazione.
(appuntamento a mercoledi)