La pubblicazione
sul sito del teatro del libretto
dell’imminente produzione della Fledermaus
consente di fare ulteriori considerazioni ed anticipazioni sui contenuti dello
spettacolo. Nel frontespizio si legge che l’edizione impiegata qui è quella
predisposta da Gerhard Bronner. Costui
(scomparso a 85 anni nel 2007) è stato un musicista austriaco, assai noto, fra
l’altro, per aver guidato, negli anni 70-90 del secolo scorso, il Kabarett Fledermaus, un famoso locale
viennese.
Da ciò discendono un paio di connessioni
con la produzione scaligera dell’operetta di Strauß: Bronner curò i testi della produzione della ROH – Covent Garden degli anni
70-80, di cui si possono seguire su youtube quella del 1977 (Mehta) e quella
del 1983 (Domingo).
La
peculiarità dell’edizione di Bronner consiste principalmente nella sostituzione
di parte (non tutti) dei parlati (che ovviamente sono in tedesco nell‘originale)
con testi in lingua inglese, oltre a minori modifiche ad alcune sequenze sceniche
o all’entrata di personaggi. Nelle rappresentazioni londinesi veniva poi inserito,
nel second’atto, in luogo dei 5 balletti, un vero e proprio gala, con interventi di famosi
personaggi dello spettacolo. Infine erano riscritti i testi delle esternazioni
di Frosch nel terz’atto.
Ebbene, anche alla Scala alcuni testi parlati verranno presentati in lingua...
locale (infatti appaiono in italiano anche nella colonna sinistra del libretto,
quella riservata al testo... tedesco). Altrettanto dicasi per i testi che
verranno recitati dal Frosch Paolo Rossi,
che contengono riferimenti alla nostra attualità politica. Per quanto riguarda
i balletti, dal libretto si deduce che certamente verrà eseguito il N°4 (la
danza bohemienne che comporta anche l’intervento
del coro) ma non è escluso che alcuni degli altri 4 numeri vengano eseguiti,
vista l’enfasi che viene data dal notaio Falke alla presentazione agli invitati
di Orlofsky del Corpo di Ballo
scaligero.
L‘altro stretto legame fra Bronner e questa produzione risiede nella
persona del regista: Cornelius Obonya
è stato infatti suo allievo. Sul piano musicale, sempre dal libretto di deduce
che verrà eseguito l’Entracte
dell’atto conclusivo (talvolta omesso perchè... non di Strauß). E nel primo atto
ascolteremo (come a Londra) l’Addio di
Wotan, cantato da Eisenstein al momento di uscire per recarsi alla festa.
Bene, staremo
a vedere e sentire.
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