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17 gennaio, 2018

Ultimissime dal pipistrello scaligero (3)


La pubblicazione sul sito del teatro del libretto dell’imminente produzione della Fledermaus consente di fare ulteriori considerazioni ed anticipazioni sui contenuti dello spettacolo. Nel frontespizio si legge che l’edizione impiegata qui è quella predisposta da Gerhard Bronner. Costui (scomparso a 85 anni nel 2007) è stato un musicista austriaco, assai noto, fra l’altro, per aver guidato, negli anni 70-90 del secolo scorso, il Kabarett Fledermaus, un famoso locale viennese.

Da ciò discendono un paio di connessioni con la produzione scaligera dell’operetta di Strauß: Bronner curò i testi della produzione della ROH – Covent Garden degli anni 70-80, di cui si possono seguire su youtube quella del 1977 (Mehta) e quella del 1983 (Domingo).

La peculiarità dell’edizione di Bronner consiste principalmente nella sostituzione di parte (non tutti) dei parlati (che ovviamente sono in tedesco nell‘originale) con testi in lingua inglese, oltre a minori modifiche ad alcune sequenze sceniche o all’entrata di personaggi. Nelle rappresentazioni londinesi veniva poi inserito, nel second’atto, in luogo dei 5 balletti, un vero e proprio gala, con interventi di famosi personaggi dello spettacolo. Infine erano riscritti i testi delle esternazioni di Frosch nel terz’atto.

Ebbene, anche alla Scala alcuni testi parlati verranno presentati in lingua... locale (infatti appaiono in italiano anche nella colonna sinistra del libretto, quella riservata al testo... tedesco). Altrettanto dicasi per i testi che verranno recitati dal Frosch Paolo Rossi, che contengono riferimenti alla nostra attualità politica. Per quanto riguarda i balletti, dal libretto si deduce che certamente verrà eseguito il N°4 (la danza bohemienne che comporta anche l’intervento del coro) ma non è escluso che alcuni degli altri 4 numeri vengano eseguiti, vista l’enfasi che viene data dal notaio Falke alla presentazione agli invitati di Orlofsky del Corpo di Ballo scaligero.

L‘altro stretto legame fra Bronner e questa produzione risiede nella persona del regista: Cornelius Obonya è stato infatti suo allievo. Sul piano musicale, sempre dal libretto di deduce che verrà eseguito l’Entracte dell’atto conclusivo (talvolta omesso perchè... non di Strauß). E nel primo atto ascolteremo (come a Londra) l’Addio di Wotan, cantato da Eisenstein al momento di uscire per recarsi alla festa. 

Bene, staremo a vedere e sentire.  

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