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20 aprile, 2011

Stagione dell’OrchestraVerdi - 31


Settimana Santa. E chi meglio di Bach per santificarla?

Ruben Jais (il papà de laVerdi Barocca) sale sul podio dell'Orchestra maggiore per dirigere la monumentale Passione secondo Matteo (tre ore e un quarto nette di musica!)

Ieri sera il primo dei tre appuntamenti, introdotto proprio da Jais con una eccellente presentazione dell'opera, subito prima del concerto. Jais ha ricordato le tradizioni luterane che introdussero la consuetudine delle sacre rappresentazioni e più da vicino le vicende legate alla produzione delle Passioni bachiane a Lipsia e in particolare alla Matthäus-Passion. Di cui ha sottolineato l'impiego di due formazioni strumentali-coristiche, a supporto dei solisti, ricordando come ai tempi di Bach le risorse disponibili fossero assai scarse e ben lontane dall'ipertrofismo di certe esecuzioni moderne (à la Richter, per intenderci) e come certe tecniche (vedi il vibrato) fossero allora di rarissimo impiego, a causa delle caratteristiche delle corde (di budello, e non metallo). Interessante anche il legame ideale con le modalità gregoriane (che Bach contribuì peraltro a superare in favore della tonalità) testimoniato in questo caso dall'impiego, nell'introduzione, della tonalità MI, legata al deuterus, considerato il modo mistico per eccellenza.

Sul palco le due orchestre sono disposte a sinistra (la prima) e a destra (la seconda) guidate rispettivamente da Santaniello e Ricci. Il coro degli adulti e quello delle voci bianche (che è presente nella prima parte) sono sul fondo e a loro volta divisi in due, associati alle due orchestre. Al centro organi e continuo e, nella seconda parte, Amélie Chemin con la viola da gamba. In tutto, meno di 50 strumentisti. Nove i solisti di canto, molti già apparsi in Auditorium in precedenti simili occasioni: tutti encomiabili, con punte di eccellenza per il tenore Sakurada (Evangelista) e il controtenore Hansen (che ha cantato le parti previste per il contralto).

Come sempre pregevole la proiezione sugli schermi dei testi (originale tedesco e traduzione italiana – di Quirino Principe) cosa che nei teatri che pur dispongono di display alla poltrona non viene fatta mai in occasione di concerti.

Pubblico foltissimo, nonostante l'orario anticipato di inizio (19:30, per evitare di chiudere a mezzanotte!) e che ha tributato a tutti - esecutori e maestri/e - un lunghissimo e meritatissimo applauso.

Personalmente mi viene di citare, di tutta una prestazione eccellente a dir poco, il momento della morte di Cristo, quando l'Evangelista recita Aber Jesus schriee abermal laut und verschied. Ecco, il corale successivo (Wenn ich einmal soll scheiden) è emerso in pianissimo, con un effetto emozionante, da stringere il cuore: davvero una perla fra le perle di questa esecuzione.

Dopo Pasqua (ma all'Angelo ci sarà ancora Jais con la Barocca) la stagione principale riprende con il Novecento francese (con intermezzo italico).
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