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18 aprile, 2011

Milano musicale annuncia l’11-12





Tra venerdi pomeriggio e stamattina le due principali Fondazioni musicali milanesi hanno annunciato le rispettive stagioni 2011-2012.

Noblesse-oblige è toccato per prima alla Scala. Un abbonato (come il sottoscritto) ha ricevuto con congruo anticipo una missiva (sì, proprio cartacea, in busta di colore giallognolo con logo rosso del teatro, come da standard scaligero) inviata tramite Poste Italiane, che ancora maneggiano carta, e recante l'invito formale ad assistere alla presentazione della Stagione 2011-2012 del più famoso teatro al mondo. La Scala ha 10.000 abbonati? Ecco, 10.000 lettere spedite per posta manuale.

Nella busta è contenuto un cartoncino (mica carta riciclata, scherziamo?) con cui si prega l'abbonato di recarsi alla biglietteria centrale della Scala per ritirare il biglietto d'ingresso al teatro. (Precauzione più che logica, del resto, chè il Piermarini può ospitare al massimo 2000 anime, anzi, corpi, e quindi l'accesso va contingentato).

Finalmente l'abbonato ha in tasca il biglietto (non numerato) per l'ingresso all'epocale (ma sì, facciamo i grandi!) evento. Dico, cosa si aspetterebbe un qualunque suddito di zia-Letizia? Ecco, io, ingenuo naif alle prime armi, avevo pensato a quanto segue.

Intanto le poltrone delle prime 5 file di platea saranno di certo ricoperte da cartelli con la scritta "Riservato" (ad autorità, cardinali, generali di corpo d'armata e amici-degli-amici, oltre che a stuoli di rappresentanti della stampa). Fotografi e cineoperatori in ogni angolo. Poi sul palco ci sarà un tavolo largo almeno 15 metri, dove prenderanno posto: il sovrintendente, almeno un vice-zia-Letizia (se non proprio lei in persona) il direttore musicale (o facente funzione) e poi come minimo un rappresentante dell'orchestra e uno delle cosiddette masse. Un famoso critico musicale farà da conduttore, cedendo via via la parola agli oratori e presentando il materiale audiovisivo. Infatti, di sicuro dietro il tavolo ci sarà uno schermo gigante (o magari 3-4-5) su cui verranno via via proiettate le immagini degli oratori che parlano e una serie esaustiva di video-clip in cui ci verranno mostrate le anteprime delle produzioni in cartellone, o schizzi e idee di quelle nuove di zecca, e poi interviste a direttori, registi e cantanti che ci allieteranno nella prossima stagione. Alla fine, una sessione di Q&A fra giornalisti accreditati e management del più importante teatro del pianeta. Durata della kermesse: diciamo un'ora e mezza (17-18:30) in modo da chiudere in tempo per preparare il teatro alla Turandot, in programma alle 20.

Ecco, questo era il sogno (ma in realtà qualunque convention o kick-off aziendale è organizzato più o meno così, e non da oggi). La realtà? All'ingresso troviamo i dépliant con il programma della prossima stagione. Io entro in platea e vado avanti, avanti, avanti fino a sbattere contro il parapetto che divide la platea dall'orchestra. Dico, mi siedo in fila A (la prima!) posto 15, esattamente al centro; nessun posto riservato, nessuna uniforme militare o religiosa nei paraggi. Giornalisti? Non parvenu. Fotografi e telecamere? Manco l'ombra. Sul palco c'è un patetico e traballante tavolino 150x60, ricoperto di un panno rosso, su cui stanno un microfono, una minerale da 50cl e un bicchiere. Dietro, il rosso siparione bordato oro. Sono le ore 16:40. Io, come tutti i (diciamo 500?) intervenuti, mi leggo, rileggo, analizzo e mando a memoria il programma, già facendo commenti e valutazioni sul Don, sulla Frau, sui Contes, sul Grimes; mando anche qualche bestemmia (per tenermi in allenamento, smile!) leggendo che fra le 10 opere in abbonamento c'è la Tosca di Bondy, mannaggia a lui (ma dico: perché non il Don Pasquale accademico?) 

Alle ore 17:10 scende sul palco monsieur Lissner, solo soletto, che si siede al tavolino. Stappa con un certo sforzo la minerale, riempie a metà il bicchiere e poi saluta gli intervenuti. Indi, con studiato accento francese, legge ad uno ad uno i titoli delle opere in cartellone, che già avevamo mandato a memoria nell'aspettarlo. Fa anche qualche commento, meno interessante della lettura dell'elenco telefonico. Beve pure un sorso d'acqua perché, si sa, i lunghi discorsi inaridiscono le labbra. Alle 17:35 saluta e se ne va. Applausi, fine. Così è la grande Scala.

Stamattina con laVerdi è andata un po' meglio (bella forza, si dirà!)

Intanto l'invito ad abbonati e soci (circa 5.000, complessivamente) è arrivato via e-mail. Siamo o no nel terzo millennio? E del resto persino la nostra borbonica amministrazione pubblica non accetta più su carta nemmeno il 740, figuriamoci! Pregasi confermare presenza via e-mail, come logico: il foyer dell'Auditorium di Largo Mahler non accoglie più di 150 persone, viceversa si dovrebbe impiegare la sala principale.

Ecco, nel foyer ci saranno 150 sedie. Le prime tre file centrali (per 25 posti) recano il cartello "Riservato" e verranno riempite dagli aventi diritto (nessuna uniforme nemmeno qui…) per il 30%, poi da normali cittadini. Il tavolo è largo 5-6 metri e ci sono ben 7 posti apparecchiati. Dove si siedono, da sinistra a destra: Erina Gambarini (Direttore del Coro), Ruben Jais (Direttore Artistico), Zhang Xian (Direttore Musicale), Gianni Cervetti (Presidente), John Axelrod (che sorpresa! nuovo Direttore principale), Giuseppe Grazioli (Direttore che segue iniziative speciali), Luigi Corbani (Direttore Generale). In giro anche un paio di fotografi e un cine-operatore.

Fra gli intervenuti (alla fine saranno circa 200, molti rimasti in piedi, in fondo) Maria Teresa Tramontin, che guida il Coro di Voci bianche, alcuni orchestrali e soprattutto il compositore Flavio Testi, di cui nella stagione si eseguirà Sacrae Symphoniae.

Cervetti, alle 11:40, dà il benvenuto e qualche notizia confortante: pubblico in crescita, finanziamenti dallo Stato finalmente sbloccati, primo posto fra le istituzioni musicali nella preferenza del 5 per mille, visione serena, se non idilliaca, per il futuro (nel 2013, oltre ai bicentenari di Verdi e Wagner c'è anche il ventesimo dell'Orchestra, smile!)

Xian commenta il concerto inaugurale, che si terrà ancora alla Scala, quest'anno l'11 settembre, una ricorrenza particolare, 10 anni dalle TwinTowers, che la cinesina ricorda con commozione, essendo lei – ai tempi – in procinto di iniziare la sua avventura americana, presso la NYPO. Poi ci sarà ancora tanto Mahler (tutta la produzione liederistica, Klagende incluso), assai Beethoven (tutti i concerti, compreso il Triplo interpretato da professori della casa) e soprattutto Ciajkovski, l'integrale delle sinfonie e i principali concerti, che verranno interpretati dai vincitori del prossimo Premio Ciajkovski (quello presieduto da Gergiev, per intendersi).

Parla anche Axelrod, in italiano (complimenti!) che si dice entusiasta del suo nuovo rapporto con l'Orchestra, dove assicura di trovarsi in famiglia.

Due parole anche da parte di Grazioli, che continuerà a seguire iniziative speciali (verranno annunciate successivamente, insieme a tutte le altre ormai consuete attività – Verdi Barocca in testa) oltre a dirigere un concerto a base di Jazz.

La Gambarini ricorda con commozione Romano Gandolfi, il papà del coro, cui sarà dedicato il Requiem mozartiano.

Ruben Jais annuncia altri eventi topici, come un concerto in cui i Quadri di Musorgski verranno eseguiti prima al pianoforte, con proiezione delle immagini originali di Kandinski del 1924, e poi dall'Orchestra (Ravel) guidata da Jader Bignamini, che prosegue la sua traiettoria dal clarinetto verso il podio. Tre autori italiani contemporanei (Testa, Colasanti e Battistelli) testimoniano dell'attenzione verso la musica moderna. Aldo Ceccato tornerà più di una volta, dirigendo il Requiem verdiano e – in un programma triennale – tutto lo Dvorak sinfonico. Altro ritorno quello di Claus Peter Flor, che in tre stagioni offrirà tutte le sinfonie di Bruckner. Wayne Marshall interpreterà una cosa insolita, la Swing Symphony di Winton Marsalis, con jazz-band aggiunta all'orchestra. Trasferta confermata a Spoleto, poi una a Francoforte per chiudere la settimana italiana alla BCE (l'apertura sarà della Mozart con Abbado) e giro nell'Oman con una speciale Carmen! Jais in persona, oltre al Bach delle Passioni, dirigerà il Rinaldo di Händel, in forma semi-scenica, così come sarà l'Andrea Chenier diretto da Ceccato in chiusura di stagione.

Infine Corbani, dopo aver ricordato l'Elija di Mendelssohn, diretto da Rilling, annuncia che la Fondazione ha commissionato a Matteo D'Amico un'opera (da Eschilo) per ricordare il ventennale dell'assassinio di Giovanni Falcone. Inoltre preannuncia per le prossime stagioni altri importanti ritorni sul podio de laVerdi, il più gradito ed atteso dei quali sarà quello del Direttore Onorario Riccardo Chailly.

Segue una sessione di domande-risposte e la conferenza si chiude alle 13.
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