percorsi

da stellantis a stallantis

19 marzo, 2010

E bravo Conlon!

La newyorkese milanesizzata blogger di Operachic ha intervistato di recente il maestro James Conlon (che ha diretto – per me assai bene – l'ultimo Rigoletto alla scala).

Un passo topico dell'intervista è questa considerazione di Conlon:

Our job as performers is to surrender our own egos and to completely open ourselves to the work itself and to transmit that work as if we're not there. This is on the one hand a very easy and simple thing to do. On the other hand, we're all crippled by our own egos. To me, I'm not interested in knowing what my interpretation is. When I was studying at The Juilliard School, the big movement was objectivism vs. subjectivism and the popular methodology was, "You have to find your own feelings, your own voice, and you have to find yourself. What's your take on this piece of music?" Well, I had an allergy to that type of conversation. I thought, "I know what my feelings are and I couldn't care less what my own feelings are. I want to know what the object is." Is that objectivism? Well, yes, that's objectivism. I want to know who Haydn is. I want to know who Beethoven is. I want to know how their music works. How does it fit? Why is it this? And why is it that? And to me, the beauty of that method is that you can devote yourself to the other, and a byproduct of that is that you find yourself. However if you go from the other point of view -- the "find yourself" subjectivism -- you don't find the other.

In sostanza, il Maestro sembra dire: io vorrei poter trasmettervi la quinta di Beethoven, non la Quinta di Conlon, da paragonare con quella di Abbado, di Furtwängler, di Kleiber o di HvK.

Personalmente: parole sante!

6 commenti:

Giuliano ha detto...

Forse è anche per questo che Conlon non è una star mediatica... Tempi duri per le persone con la testa a posto!
Anch'io ho dei bei ricordi legati a Conlon, o ad altri musicisti "non famosi e non pubblicizzati". Quelli che poi dici: ieri sera sono a stato a sentire un concerto diretto da, e ti guardano come se fossi caduto da Marte.
Del resto, il 90% degli italiani ignora il nome di Mirella Freni...

daland ha detto...

@Giuliano
Un maligno potrebbe dedurre che "Conlon non è Toscanini, nè Abbado, altrimenti non parlerebbe così".
Anche nella musica strumentale c'è, e da gran tempo, un fenomeno analogo al Regietheater, potrei chiamarlo Regiemusik: il direttore che vuol far colpo si inventa un'ambientazione strampalata della Quinta di Beethoven e, forte del fatto che pochi conoscono realmente l'originale, anche se magari conoscono 10 diverse "quinte" di altrettanti direttori, fa carriera e cassetta con poca fatica.

Amfortas ha detto...

Più o meno lo stesso discorso fece, in privato qualche anno fa, Will Humburg, altro direttore che non diventerà mai una star ma che potrebbe insegnare molto a tantissimi supercelebrati Maestri.
Dal mio punto di vista, non facciamo nomi che poi apriamo polemiche sanguinose, alcuni direttori non è che non siano bravi e anche bravissimi, ma sono umanamente insopportabili e sopraffatti proprio dal loro desiderio di essere sempre gli unici detentori del Verbo.
Mah!
Ciao.

daland ha detto...

@Amfortas
Il problema è capire chi è superbo, ma anche onesto e bravo, e chi è solo superbo!
ciao!

mozart2006 ha detto...

@amfortas

Will Humburg ha lavorato diversi anni qui da noi a Stoccarda ed è davvero un direttore di ottimo livello.
Mi fa piacere che anche tu lo apprezzi.
Lo stesso si puó dire di Conlon, del quale posseggo un bellissimo video di Semiramide dal Met, con la Anderson, la Horne e Ramey.
Saluti

mozart2006 ha detto...

è morto Wolgang Wagner!!!