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18 giugno, 2009

Torna Aida di Zeffirelli, ma con Barenboim (upd. 22/6)


Comincio, proprio per rompere il ghiaccio, con una perlina: scopriamo oggi che l’Aida di Zeffirelli del 2006-07 era diretta da Muti, che fa di nome Riccardo, effettivamente, ma che ai tempi era già defenestrato da due anni. Pazienza.

Nel 2009 subentra, ad un italiano germanizzato, un argentino-israeliano più germanizzato ancora: Daniel Barenboim, recordman di direzioni a Bayreuth ed attuale re di Berlino (ex-est) dopo avervi - figurativamente - estromesso Thielemann (peraltro subentratogli chez-Wagner).

Nel 2006 si parlava solo di Zeffirelli; oggi proprio di nessuno, forse perchè non siamo a SantAmbrogio, bensì in estate e per di più tutti intenti ad una difficile programmazione vacanziera: come far quadrare la crisi con le Maldive. Certo dal prossimo autunno il Daniel che si vuol fare anche la Carmen sarà al centro delle polemiche, non solo musicali.

Tornando a bomba, e dato che prima del 20 giugno si può solo parlare di ciò che già fu visto, dico subito che tendo a stare con Zeffirelli. Magari poteva risparmiare impiegando oro finto e non a 24K, però, vivaddio, leggiamo tutti sul libretto che l’opera si apre con a destra e a sinistra, un colonnato con statue e arbusti in fiore. Grande porta nel fondo, da cui appariscono i templi, i palazzi di Menfi e le Piramidi. E poi vediamo tripodi d’oro da cui si innalza il fumo degli incensi. La Scena II del secondo atto è ingombra di popolo. Poi le truppe egizie, precedute dalle fanfare, sfilano dinanzi al Re. Seguono i carri di guerra, le insegne, i vasi sacri, le statue degli Dei. Un drappello di danzatrici che recano i tesori dei vinti. Da ultimo Radamès, sotto un baldacchino portato da dodici uffiziali. Insomma, nei primi due atti ci sono anche ingredienti da Grand Opéra e delle due l’una: o diciamo chiaramente che Verdi fu stupido o succube di forze maligne, oppure bisognerà pur accettare il fatto che lui musicò - stupendamente - anche scene apparentemente pacchiane, esagerate e retoriche. Viceversa, se vogliamo de-pacchianizzare ed attualizzare tali scene (e qualcuno ci ha già pensato) allora dovremmo anche rivedere musica e orchestrazione... cioè fare un’altra Aida.

La dotazione internet per le 6 recite era andata esaurita in pochi minuti, lo scorso aprile: avendo mancato l’appuntamento allora, avevo ormai disperato, quando un piccolo - ma fondamentale - 1 è comparso miracolosamente proprio stamattina e ciò mi consentirà di non perdere un evento che considero interessante.

Vedremo poi all’atto pratico... (intanto di Egitto si parla già in tutti i bar-sport e cortei di auto strombazzanti dei discendenti di Radames attraversano la nostra periferia).

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Update del 22/06

Come d’abitudine, la prima ha avuto le sue belle contestazioni! (Sono curioso di assistere alla terza, perchè - more solito - potrebbe confermare la regola che ultimamente imperversa al Piermarini).

L’AGI (quella che ci ricordava - vedi sopra - che l’Aida zeffirelliana del 2006 era diretta da Muti) ci fa sapere dei buu al Maestro e alla Smirnova, mentre ci notifica il salvataggio degli altri interpreti.

Francamente imbarazzante il commento di Perrino, che ha visto (?!) Amneris interpretata dalla Siri, ma che concorda con Mattioli (Stampa) e Girardi (Corriere) sulla promozione per il buato Daniel. Il quale, l’abitudine (e il coraggio) di sfidare i buanti ce l’ha da mo’ (ultimamente lo dimostrò proprio in Scala dopo un disastroso Imperatore).
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4 commenti:

mozart2006 ha detto...

Daland,
idea per la regia del prossimo Don Giovanni alla Scala:
Berlusconi/Don Giovanni
Ghedini/Leporello
Veronica/Donna Elvira
Patrizia/Donna Anna
Noemi/Zerlina
Franceschini/Don Ottavio (parla e non conclude niente!)
Fini/Il Commendatore
Calderoli/Masetto

daland ha detto...

@mozart2006

Che il Silvio venga mandato all'inferno da Fini è cosa assai verosimile!

Amfortas ha detto...

A prescindere da chi ha torto o ragione, trovo che questa esasperazione dialettica nella lirica sia dannosa.
Sembra che ci sia più gusto a commentare i buatori che lo spettacolo. I contestatori ci sono sempre stati, oggi sono lo specchio di una società allo sfascio. Purtroppo, anche se non lo ammetteranno mai, sono figli del loro tempo anch'essi, tanto che si potrebbe benissimo affermare con rimpianto che non ci sono più i buatori di una volta.
Perrino non ha un correttore di bozze, evidentemente, ma a me pare già miracoloso che si parli ancora di lirica sugli organi d'informazione.

daland ha detto...

@amfortas
hai perfettamente inquadrato la situazione sul tuo blog, nel post "vissi d'erte".
Il paradosso è che certe reazioni scomposte finiscono, come nel caso del nostro sempreverde PM, per fare il gioco dei criticati.
I quali magari si meriterebbero critiche serie e circostanziate.
Nella fattispecie, al di là dei buu più o meno sguaiati, ho raccolto testimonianze di persone "educate" che hanno definito la prima di Aida un totale fallimento. Di ieri sera non so, giovedì sentirò e vedrò di persona.
Ciao!