Dopo
il programma americano di due settimane fa, la stagione principale dell’Orchestra
Sinfonica di Milano è ripresa ieri con il 16° Concerto, tutto dedicato
alla Spagna. Sul podio Enrico Lombardi, cui laVerdi tempo fa ha affidato
la guida dell’Orchestra Junior. Lo
avevo visto lo scorso 17 agosto al ROF, arrivare in fretta e furia a dirigere l’Adelaide
al posto del titolare Lanzillotta, e devo dire che mi aveva ben impressionato.
Dei
quattro brani in programma solo il secondo è di autore iberico, gli altri
rappresentano la Spagna come vista e vissuta da compositori francesi e russi.
Si
inizia quindi con Emmanuel Chabrier e la sua España, Rapsodia per orchestra. In
Appendice un sintetico excursus sul brano. Brano che serve davvero a scaldare i
motori e… il pubblico. Che non manca di accogliere entusiasticamente la
performance dei ragazzi.
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Ora ecco il brano di autore spagnolo, Manolo Sanlúcar, il
più famoso compositore di Flamenco, purtroppo da poco scomparso. Di lui
abbiamo ascoltato un estratto dalle musiche del balletto Medea
(1987) interpretato dal celebre virtuoso Pepe Romero, che fu già ospite
qui nel 2019 suonando il Concierto de Aranjuez.
Dei 15 numeri del balletto, questa Suite
ne comprende 6 (quelli dove la chitarra è in primo piano) come qui sotto evidenziato:
01. Obertura
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02. Fiesta
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03. Amargura
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04. Reencuentro y desencuentro
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05. Seducción
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06. Riña
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07. Saqueo
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08. Soledad
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09. Conjuro
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10. Fiesta II
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11. La ofrenda
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12. Alboreá
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13. La venganza
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14. Tiempo del dolor
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15. ...Y amén
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Ispirato, come suggerisce il titolo, al
dramma di origine mitologica (Euripide) poi sviluppato da Seneca,
evoca alcuni passaggi cruciali della vicenda della madre tradita che sacrifica
i suoi figlioletti.
Purtroppo il bilanciamento fra l’esile
suono dello strumento solista e l’orchestra è sempre di difficile calibratura,
e ciò si è avvertito anche ieri. Il che non ha impedito di apprezzare la
struggente bellezza delle melodie di Sanlúcar e la
grande maestrìa di Romero, che l’ha interpretata con
grande pathos e tempi sempre appropriatamente sostenuti.
Poi ci ha ringraziato della calorosa accoglienza riproponendo il bis
del 2019, la Fantasia
cubana del padre Caledonio! ___
È Claude Debussy ad aprire la seconda parte del concerto,
con Ibéria, da Images terza serie.
Trattasi di un trittico
incastonato in un altro trittico più ampio (fra Gigues e Rondes de Printemps).
Debussy impiega qui la tecnica definita come puntillismo, da una scuola
pittorica vicina all'impressionismo, i cui adepti usavano dipingere quadri
coprendo la tela, anziché di pennellate tradizionali, di una miriade di puntini
(una specie di anticipazione manuale dei pixel dei moderni monitor!) In effetti
la partitura di Images è
ricchissima di piccoli dettagli di colore, che creano uno straordinario effetto
d'insieme.
Il primo brano (Par les rues et par les chemins)
ha un tempo ternario (3/8, da seguidilla,
per intenderci) con i clarinetti ad esporne il tema principale. Sembra proprio
di sentire suoni (e polifonie) che escono da case e locali di un tipico
ambiente spagnolo, o semplicemente il brusio della gente che passa o i rumori
del traffico. Al centro del brano c'è una sezione più lenta in 2/4 (ma
suddivisi in 12/16, quattro terzine) quasi una pausa per la siesta o
l'inoltrarsi su stradicciole fuori mano. Qui c'è ampio impiego di rubato, prima del
ritorno del tempo 3/8, che ci riporta ad una certa concitazione urbana, fino
alla chiusura su una mirabile cadenza, che preannuncia il crepuscolo.
Il secondo brano (Les parfums de la nuit)
è una cosa davvero strepitosa, un'evocazione di sensazioni che si provano
guardando il cielo stellato, ascoltando un usignolo lontano, o inspirando i
profumi che emanano dai giardini fioriti. Qui arpa, celesta e xilofono, assieme
alle campane che emergono nel finale, vengono sapientemente usati per creare
l'atmosfera notturna, una notte dove si fa però risentire anche il tema del
primo brano, ad evocare il giorno passato ed anticipare quello che si appresta
a sorgere.
Ed infatti il terzo brano (Le matin d'un jour de fête)
si apre in modo ancora sonnolento, poi le campane annunciano la festa, che si
scatena in ogni dove. C'è anche un intermezzo quasi comico, col violino che
improvvisa un bizzarro assolo, disturbato due volte dai sordi colpi del tamburo
basco prima che il tutto precipiti verso una esilarante conclusione in SOL, che
suscita grandi applausi del pubblico per l'orchestra e per Lombardi.
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Vibrante e travolgente l'esecuzione dei ragazzi, accolta con
entusiasmo da un pubblico tutt’altro che oceanico, ma prodigo di applausi
ritmati.
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Appendice. España
Sono circa 6 minuti di
musica davvero sfrenata e inebriante, una cosuccia in FA maggiore, come
modestamente la minimizzava il suo Autore.
Seguiamo l’esecuzione
parigina della simpatica Zahia Ziouani. La
figura sottostante riporta le battute iniziali dei 7 motivi principali
del brano.

1’19” Introduzione.
28 battute che impongono il ritmo principale della rapsodia, sul tempo costante
di 3/8.
1’39”
Ecco il Tema-A esposto dapprima da trombe e fagotti, quindi
ripreso dai corni e ancora (2’03”) a piena orchestra e pieno
volume, seguito da 7 battute di transizione.
2’19” Corni
e fagotti espongono il Tema-B.
2’26” Segue
il Tema-C nei fiati, poi propagato all’orchestra.
2’40” Ecco
nei fagotti il Tema-D.
2’51” Ora
i violini attaccano il Tema-E, in staffetta con clarinetti e
fagotti. Tema subito riproposto anche dai flauti con il rinforzo orchestrale.
3’15” È
ora il turno del Tema-F, esposto dapprima dagli archi e via via
ripreso dall’intera orchestra. Raggiunto il climax (3’41”)
segue una lunga transizione che comporta una modulazione da FA a REb maggiore.
4’00” Qui
il pomposo Tema-G viene esposto dai tromboni, quindi si sviluppa
in contrappunto con il Tema-A, presenta anche una frase caratterizzata
da poliritmia di ottoni, poi di legni e triangolo che per alcune battute
suonano in 2/4 (una croma in più per battuta…) Un crescendo orchestrale porta a
concludere l’esposizione dei temi ed alla loro ripresa variata, tornando a FA
maggiore.
4’45” Tema-A;
4’55” Tema-B; 5’08” Tema-C; 5’21”
Tema-E; 5’45” Tema-F e crescendo ad un climax; 6’21”
Tema-A contrappuntato dal Tema-G (ora in FA) e colossale crescendo del Tema-G
fino ad un nuovo climax.
6’51”
Inizio della Coda (Tema-A); 7’08” Stretta finale.