intime gioje

chiuder la prigione e buttar la chiave

23 marzo, 2024

Orchestra Sinfonica di Milano – Stagione 23-24.16

Dopo il programma americano di due settimane fa, la stagione principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano è ripresa ieri con il 16° Concerto, tutto dedicato alla Spagna. Sul podio Enrico Lombardi, cui laVerdi tempo fa ha affidato la guida dell’Orchestra JuniorLo avevo visto lo scorso 17 agosto al ROF, arrivare in fretta e furia a dirigere l’Adelaide al posto del titolare Lanzillotta, e devo dire che mi aveva ben impressionato.

Dei quattro brani in programma solo il secondo è di autore iberico, gli altri rappresentano la Spagna come vista e vissuta da compositori francesi e russi.

Si inizia quindi con Emmanuel Chabrier e la sua España, Rapsodia per orchestra. In Appendice un sintetico excursus sul brano. Brano che serve davvero a scaldare i motori e… il pubblico. Che non manca di accogliere entusiasticamente la performance dei ragazzi.
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Ora ecco il brano di autore spagnolo, Manolo Sanlúcar, il più famoso compositore di Flamenco, purtroppo da poco scomparso. Di lui abbiamo ascoltato un estratto dalle musiche del balletto Medea (1987) interpretato dal celebre virtuoso Pepe Romero, che fu già ospite qui nel 2019 suonando il Concierto de Aranjuez

Dei 15 numeri del balletto, questa Suite ne comprende 6 (quelli dove la chitarra è in primo piano) come qui sotto evidenziato:

01. Obertura
02. Fiesta
03. Amargura
04. Reencuentro y desencuentro
05. Seducción
06. Riña
07. Saqueo
08. Soledad
09. Conjuro
10. Fiesta II
11. La ofrenda
12. Alboreá
13. La venganza
14. Tiempo del dolor
15. ...Y amén

Ispirato, come suggerisce il titolo, al dramma di origine mitologica (Euripide) poi sviluppato da Seneca, evoca alcuni passaggi cruciali della vicenda della madre tradita che sacrifica i suoi figlioletti.

Purtroppo il bilanciamento fra l’esile suono dello strumento solista e l’orchestra è sempre di difficile calibratura, e ciò si è avvertito anche ieri. Il che non ha impedito di apprezzare la struggente bellezza delle melodie di Sanlúcar e la grande maestrìa di Romero, che l’ha interpretata con grande pathos e tempi sempre appropriatamente sostenuti.

Poi ci ha ringraziato della calorosa accoglienza riproponendo il bis del 2019, la Fantasia cubana del padre Caledonio!
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È Claude Debussy ad aprire la seconda parte del concerto, con Ibéria, da Images terza serie.

Trattasi di un trittico incastonato in un altro trittico più ampio (fra Gigues e Rondes de Printemps). Debussy impiega qui la tecnica definita come puntillismo, da una scuola pittorica vicina all'impressionismo, i cui adepti usavano dipingere quadri coprendo la tela, anziché di pennellate tradizionali, di una miriade di puntini (una specie di anticipazione manuale dei pixel dei moderni monitor!) In effetti la partitura di Images è ricchissima di piccoli dettagli di colore, che creano uno straordinario effetto d'insieme.

Il primo brano (Par les rues et par les chemins) ha un tempo ternario (3/8, da seguidilla, per intenderci) con i clarinetti ad esporne il tema principale. Sembra proprio di sentire suoni (e polifonie) che escono da case e locali di un tipico ambiente spagnolo, o semplicemente il brusio della gente che passa o i rumori del traffico. Al centro del brano c'è una sezione più lenta in 2/4 (ma suddivisi in 12/16, quattro terzine) quasi una pausa per la siesta o l'inoltrarsi su stradicciole fuori mano. Qui c'è ampio impiego di rubato, prima del ritorno del tempo 3/8, che ci riporta ad una certa concitazione urbana, fino alla chiusura su una mirabile cadenza, che preannuncia il crepuscolo.

Il secondo brano (Les parfums de la nuit) è una cosa davvero strepitosa, un'evocazione di sensazioni che si provano guardando il cielo stellato, ascoltando un usignolo lontano, o inspirando i profumi che emanano dai giardini fioriti. Qui arpa, celesta e xilofono, assieme alle campane che emergono nel finale, vengono sapientemente usati per creare l'atmosfera notturna, una notte dove si fa però risentire anche il tema del primo brano, ad evocare il giorno passato ed anticipare quello che si appresta a sorgere.

Ed infatti il terzo brano (Le matin d'un jour de fête) si apre in modo ancora sonnolento, poi le campane annunciano la festa, che si scatena in ogni dove. C'è anche un intermezzo quasi comico, col violino che improvvisa un bizzarro assolo, disturbato due volte dai sordi colpi del tamburo basco prima che il tutto precipiti verso una esilarante conclusione in SOL, che suscita grandi applausi del pubblico per l'orchestra e per Lombardi.
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A chiudere la serata è stato Nikolaj Rimski-Korsakov con il suo celeberrimo Capriccio spagnolo. (Qui un mia sommaria analisi).

Vibrante e travolgente l'esecuzione dei ragazzi, accolta con entusiasmo da un pubblico tutt’altro che oceanico, ma prodigo di applausi ritmati. 

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Appendice. España

Sono circa 6 minuti di musica davvero sfrenata e inebriante, una cosuccia in FA maggiore, come modestamente la minimizzava il suo Autore. 

Seguiamo l’esecuzione parigina della simpatica Zahia Ziouani. La figura sottostante riporta le battute iniziali dei 7 motivi principali del brano.

1’19” Introduzione. 28 battute che impongono il ritmo principale della rapsodia, sul tempo costante di 3/8.

1’39” Ecco il Tema-A esposto dapprima da trombe e fagotti, quindi ripreso dai corni e ancora (2’03”) a piena orchestra e pieno volume, seguito da 7 battute di transizione.

2’19” Corni e fagotti espongono il Tema-B.

2’26” Segue il Tema-C nei fiati, poi propagato all’orchestra.

2’40” Ecco nei fagotti il Tema-D.

2’51” Ora i violini attaccano il Tema-E, in staffetta con clarinetti e fagotti. Tema subito riproposto anche dai flauti con il rinforzo orchestrale.

3’15” È ora il turno del Tema-F, esposto dapprima dagli archi e via via ripreso dall’intera orchestra. Raggiunto il climax (3’41”) segue una lunga transizione che comporta una modulazione da FA a REb maggiore.

4’00” Qui il pomposo Tema-G viene esposto dai tromboni, quindi si sviluppa in contrappunto con il Tema-A, presenta anche una frase caratterizzata da poliritmia di ottoni, poi di legni e triangolo che per alcune battute suonano in 2/4 (una croma in più per battuta…) Un crescendo orchestrale porta a concludere l’esposizione dei temi ed alla loro ripresa variata, tornando a FA maggiore.

4’45” Tema-A; 4’55” Tema-B; 5’08” Tema-C; 5’21” Tema-E; 5’45” Tema-F e crescendo ad un climax; 6’21” Tema-A contrappuntato dal Tema-G (ora in FA) e colossale crescendo del Tema-G fino ad un nuovo climax.

6’51” Inizio della Coda (Tema-A); 7’08” Stretta finale.

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