affinità bombarole

rinsaldato il patto atlantico

07 dicembre, 2020

La nuova ‘mission’ della Scala

Con la splendida (non sto scherzando) kermesse di questo Santambrogio 2020 il teatro più prestigioso del mondo ha finalmente maturato i requisiti minimi per poter ospitare, fra un paio di mesi e con diffusione video planetaria, il prossimo Festival di Sanremo: a porte rigorosamente chiuse, ma con tanto di drammaturgia di Davide Livermore. E il Direttore Musicale Riccardo Chailly potrà così coronare il suo sogno di essere il successore del venerabile Maestro Cinico Angelini!

Ah, dimenticavo: Wagner non è degno (o non si degna?) di venire a Sanremo.

05 dicembre, 2020

Vaccino streaming-tv

Ieri (disponibile fino al 7 dicembre, al prezzo di un caffè) una splendida Cavalleria concertante dal SanCarlo: Kaufmann-Garanča-Agresta-Sgura-Zilio, un quintetto davvero eccellente, Orchestra e Coro in gran forma, magistralmente condotti da Valčuha. Emozioni e occhi umidi.

Oggi da Roma (RAI3 e replica a Capodanno su RAI5) un Barbiere in forma scenica eterodossa, con platea e palchi diventati, nelle mani di Martone, appendici del palcoscenico (qualcosa di simile a quanto visto di recente da Bergamo) e con riprese registrate in esterno: Gatti centauro scorrazzante per Roma con Figaro sul sellino posteriore, squarci di prime del passato con Anna Magnani, Gina Lollobrigida e Maria Callas...

Gatti convince anche su un terreno a lui forse poco congeniale, guidando orchestra, coro e cast con apprezzabile leggerezza. Cast (russo-polacco nel terzetto dei protagonisti) di tutto rispetto, completato dai nostri valenti bassi Esposito e Corbelli.  

Ecco un modo efficace, edificante e pure istruttivo per combattere il virus, invece di assecondarlo con assalti a negozi, cenoni oceanici e adunate negazioniste. 

01 dicembre, 2020

Il Moro di Firenze

Ieri sera RAI5 ha diffuso in streaming un apprezzabilissimo Otello dall’Opera di Firenze.  

Mehta e la sua Orchestra sempre più in forma, cast senza stelle ma... planetario!

E sabato prossimo Roma apre (RAI3 alle 16) con il Barbiere della coppia Gatti-Martone.

Nonostante tutto, ci sono Teatri (Firenze e Roma sono solo gli ultimi esempi di una lunga serie) che continuano a fare... teatro d’opera!

La Scala invece... teatro di varietà?

29 novembre, 2020

Gala Donizetti e... confronti

L’abbonamento alla DonizettiWebTV per il Festival 2020 (le tre opere in cartellone irradiate in streaming e una serie di contenuti collaterali registrati) comprende anche la visione del Gala GaetAmo Bergamo, per festeggiare il compleanno n° 223 del compositore, e contemporaneamente ripresentare al pubblico del web i protagonisti del Festival appena felicemente conclusosi.

Una simpatica ed intelligente iniziativa che - al di là dei semplici contenuti musicali - testimonia della vitalià del Teatro che ha mostrato di saper restare vivo e vegeto anche al cospetto di questa tuttora perdurante seconda ondata del Covid.

Insomma, quella che ci viene offerta è una gustosa ciliegina sulla già gustosissima torta del Festival.

Confronti? Beh, la corazzata della Scala a Santambrogio ci propinerà una gran ciliegiona, ma senza la torta donizettiana sotto...

27 novembre, 2020

Strauss vs Donizetti: plagio o caso?

Sere fa la DonizettiWebTV ha irradiato la registrazione de L’ange de Nisida, che lo scorso anno era stato messo in scena nel Teatro bergamasco ancora sotto i ferri dei ristrutturatori. L’opera, ricostruita solo pochi anni fa, era già stata data in forma di concerto a Londra, e oggi quella registrazione è disponibile in rete.

Ascoltando e guardando la bellissima proposta del Donizetti (firmata nell’allestimento dal Direttore artistico Francesco Micheli) mi è caduto l’orecchio sul coro del second’atto Le ciel a béni l’étrangère. Quelle note mi suonavano familiari e ho cercato di capirne la ragione.

La prima idea è stata di pensare a La favorite, che ha inglobato parte delle musiche dell’Ange, ai tempi defunta prima ancora di nascere causa bancarotta dell’impresario: ma un rapido controllo ha dato esito negativo.

Poi, ecco accendersi la classica lampadina: Strauss, Le bourgeois gentilhomme, Entrata e Danza dei sarti! (da 10’05” nel video di Sawallisch).

Domanda: Strauss per caso aveva avuto accesso al materiale dell’Ange, da cui scopiazzare l’attacco (appena-appena variato, portato da 4/4 in 3/4 e trasposto da FA a RE nell’esposizione, ma poi riportato al FA originario) della sua allegra polacca?

O si trattò di un fenomeno medianico?

25 novembre, 2020

Il Santambrogio scaligero 2020

É da poco terminata la conferenza (in streaming) di presentazione del prossimo 7 dicembre scaligero.

Se un elefante non può portare grandi carichi, causa restrizioni virali, allora lo facciamo almeno ballare su due zampe...

La topica è stato un terrificante lapsus di Livermore: ascoltatelo qui, a 30’45” del video tuttora disponibile sul sito del Teatro:

...oggi, nella giornata mondiale contro la violenza delle donne...

22 novembre, 2020

Un’opera di Donizetti mai sentita prima

Il terzo titolo del Festival Donizetti 2020 era l’opera buffa Le nozze in villa, praticamente una novità assoluta. È un Gaetano 22enne quello che si cimenta (quasi) per la prima volta in teatro, a Mantova, nel 1819, con quest’opera composta in fretta e furia, su libretto di quel Bartolomeo Merelli che diventerà famoso qualche anno dopo per aver catapultato tale Giuseppe Verdi verso la gloria. (Come si vede, fra Donizetti e Verdi ci sono anche legami sotterranei...)

Opera accolta con freddezza al suo apparire e che ebbe poche repliche in quegli anni: qui il libretto stampato per una rappresentazione del 1822 a Genova (i testi di alcune arie divergono da quelli cantati a Bergamo) col titolo I Provinciali, titolo col quale il testo era apparso in traduzione italiana della commedia brillante Die deutschen Kleinstädter di August Friedrich Ferdinand von Kotzebue (lo stesso che scrisse Re Stefano e Le rovine di Atene, di beethoveniana memoria).

Poi... l’oblio completo fino alla riesumazione odierna, che ha comportato anche il rifacimento di sana pianta (Elio&Rocco Tanica, con Enrico  Melozzi) del quintetto dell’Atto II, Scena VII (Aura gentil, protagonisti Sabina, Anastasia, Claudio, Petronio, Trifoglio) andato perduto.

Lavoro che inevitabilmente si rifà a Rossini, e non solo nei crescendo dei concertati, ma anche - un esempio per tutti - in quel mirabile Oppressa/o e stupida/o che precede la stretta del finale primo, degno davvero del Fredda/o ed immobile del Barbiere! E comunque si cominciano ad intravedere i segnali di ciò che arriverà nei 20 anni successivi!

Stefano Montanari - che ha accompagnato al fortepiano i recitativi - ha diretto da par suo  Gli Originali, dotati di strumenti d’epoca accordati sul diapason a 430 (quello tanto caro a... Verdi!) e il Coro Donizetti Opera di Fabio Tartari.

Cast piacevolmente all’altezza: Fabio Capitanucci e Gaia Petrone su tutti, ma bene anche Omar Montanari e Giorgio Misseri. Sempre più giovane l’inossidabile Manuela Custer e bravi Claudia Urru e Daniele Lettieri nelle rispettive particine.
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Simpatico oltre che istruttivo il siparietto prima dell’inizio, dove una partitella di calcetto in platea è stata interrotta dal Direttore che si è fatto consegnare il pallone per poi perforarlo ripetutamente: un chiaro riferimento - credo - ai troppi trattamenti di favore riservati al calcio e negati alla cultura!

Vengo ora alla messinscena intelligente e piacevole di Davide Marranchelli, coadiuvato da Anna Bonomello per le scene (giustamente minimaliste ma azzeccatissime) da Linda Riccardi per i moderni e simpatici costumi e da Alessandro Carletti per le luci. Un’ideazione davvero adatta alle circostanze, che anzi dalle limitazioni imposte dalle regole-Covid ha addirittura tratto vantaggio!

Insomma: una conclusione in bellezza di questo Festival 2020 stream-diffuso che ha permesso al Teatro e ai suoi nativi di continuare ad esistere, e a noi che ne siamo occasionali abitanti di non rimanere... al freddo e al buio, ecco. E di ciò dobbiamo essere grati a tutti coloro che hanno resa possibile questa impresa.

Il lungo silenzio della sala e il successivo auto-applauso di tutti i protagonisti a me (ma son certo di non essere il solo) hanno davvero messo i brividi e fatto salire in gola il proverbiale magone.

Sono immagini che resteranno nei nostri ricordi di un periodo disgraziato, ma alla fine superato, anche grazie a serate come questa.

21 novembre, 2020

Belisario da Bergamo

La seconda giornata del trittico donizettiano di questo Festival 2020 ci ha proposto in streaming (non diretta... ma fa poca differenza) Belisario, opera immeritatamente dimenticata da più di un secolo e ancor oggi proposta col contagocce.

La presenza dei cori, già corposa nel Faliero, qui nel Belisario è addirittura esorbitante. E se già per il Doge veneziano l’impossibilità di portare il Coro in scena aveva negativamente condizionato la rappresentazione, per il condottiero di Costantinopoli l’avrebbe del tutto compromessa. Obbligata quindi è stata la scelta di proporla in forma di concerto.

Placido Domingo era stato originariamente scritturato per la parte del titolo, un suo ennesimo sconfinamento in territorio baritonale. Beh, lasciatemi dire che qui il Covid ci ha aiutato (!) Roberto Frontali non sarà un superman ma, vivaddio, è un baritono, e si sente!

Bravissima, ma secondo me troppo bambina (solo nella voce, ma qui conta assai) è la Carmela Remigio, un’Antonina che meriterebbe voce da soprano lirico, non dico drammatico.

Perfetta invece per la parte di Irene la voce di Annalisa Stroppa, che metterei in testa alla mia personale classifica.

Celso Albelo più che dignitoso come Alamiro(/Alessi) e un filino sotto l’imperatore Simon Lim.  

Come ieri, ottimi Orchestra, Coro e il Kapellmeister Frizza.

Il doge autocomplottista ha aperto il Festival Donizetti

E così ieri sera questo Festival davvero particolare ha preso il via, nel teatro Donizetti ormai quasi rimesso a nuovo, purtroppo a porte chiuse, ma aperto al pubblico televisivo e webbico.

Fosse questa anche l’unica ragione (ma non è l’unica) dell’impresa... già il tenere-acceso-il-motore di un teatro è cosa di cui andar fieri (per chi lo ha realizzato) e, per chi ne ha potuto godere, motivo di consolazione, di speranza e di ringraziamento.

Insomma: nonostante tutto, abbiamo avuto la prova dell’esistenza in vita - e pure della buona salute! - di qualcosa che davamo purtroppo per morto, sia pur provvisoriamente.

Ieri sera il Marino Faliero ha potuto entrare nelle case di tutti grazie a RAI5 e Radio3, e altre due opere (Belisario e Le nozze in villa) potranno entrare - oggi e domani - nelle case dei molti (pare siano già migliaia) che hanno sottoscritto o sottoscriveranno l’abbonamento alla Donizetti-webTV.

E al proposito merita apprezzamento tutto il contorno di iniziative e di contenuti che la WebTV del Teatro ha messo in campo per rendere ancor più accattivante la fruizione degli spettacoli del Festival: dall’apertura del foyer (alle 19:30, mezz’ora prima dello spettacolo) dove il fac-totum Francesco Micheli e Alberto Mattioli introducono gli ospiti della serata (ieri è toccato al vulcanico Diego Passoni di Radio Deejay, all’attrice Cristina Bugatty e alla stylist Viviana Volpicella; questa sera ci sarà il Sindaco Giorgio Gori ad introdurre il contenuto politico del Belisario)... ai commenti e ai pareri sullo spettacolo, che gli ospiti si scambiano nell’intervallo... per finire con gli innumerevoli contenuti registrati e disponibili sul sito.

Non è certo questo il momento di fare gli schizzinosi, citando i tanti difetti e i tanti contro che l’allestimento in era-virus e la fruizione degli spettacoli via etere o www comporta: i pro sono tali da giustificarli ampiamente. Di ieri sono comunque da citare le eccellenti prove del venerabile Michele Pertusi e della bravissima Francesca Dotto, ma tutti gli altri interpreti sono da elogiare. Menzione speciale poi per il Coro e per l’Orchestra (spezzata in due tronconi - fiati-archi - contrapposti e separati dal plexiglas) e per il mio concittadino Riccardo Frizza, ormai entrato nel novero dei Direttori di spicco nel panorama lirico.   

A proposito di Coro, la sua reclusione (Covid-dipendente) nel buio del fondo-scena ha ovviamente privato lo spettacolo della presenza e dei movimenti di questo autentico quanto speciale personaggio. Così il regista Stefano Ricci ha dovuto ripiegare sulla presenza in scena (coreografata da Marta Bevilacqua) di danzatori-figuranti che hanno animato in qualche modo quell’inestricabile ginepraio - inventato da Marco Rossi - di impalcature metalliche, scale e praticabili sui quali si muovevano, a debita distanza, i protagonisti, tutti sfoggianti bellissimi costumi disegnati da Gianluca Sbicca. Efficaci a supportare l’atmosfera cupa del dramma le luci di Alessandro Carletti.  

E allora: W Donizetti, W Bèrghem, W l’opera e... morte al virus!

18 novembre, 2020

Streaming vs Covid a Bergamo

A Bergamo di Covid hanno un’esperienza forte e purtroppo triste. Come nella mia Brescia, del resto. Ma le due città non si danno per vinte. Dopo il Werther trasmesso dal Teatro Grande il 6 novembre, è ora la volta del Festival Donizetti di diffondere via internet (la prima anche in TV) le tre opere del cartellone di questo autunno 2020, che verranno rappresentate a porte chiuse.

La WebTV del Donizetti arricchirà di contenuti le tre serate, con sessioni introduttive alle opere (alle 19:30, mezz’ora prima dell’inizio) coordinate dal Direttore artistico Francesco Micheli e da Alberto Mattioli, per l’occasione arruolato dal Festival nel ruolo di Dramaturg.

Marin Faliero (venerdi 20) sarà anche irradiata in chiaro su RAI5 e Radio3, mentre - con una modica cifra - è possibile seguire le tre opere (Faliero e Nozze saranno in forma scenica, Belisario in forma di concerto) in diretta streaming, oltre ad esplorare (già da subito) le tre presentazioni curate da Alberto Mattioli durante le prove e alcuni simpatici incontri degli interpreti con... l’Autore.   

Giovedi 19 alle ore 17 Francesco Micheli e il Direttore Musicale Riccardo Frizza (con ospiti fra i quali il Sindaco Giorgio Gori) ci illustreranno questa significativa quanto sfidante esperienza.