Mentre
continuiamo a dover accontentarci dei pur meritori streaming (poco fa laVerdi
ha ripreso dopo la sosta pasquale con una pregevole Seconda di Bramhs diretta da Flor) si comincia a parlare di riaperture serie e... irreversibili (questa me la segno subito).
Al
primo posto c’è sempre qualunque cosa non abbia rigorosamente a che fare con la
cultura: quindi avanti col cibo, con
il fitness, con la cura della persona
(dai capelli ai... piedi) e naturalmente con lo sport più popolare, il calcio,
che ormai si appresta ad ammettere sugli spalti migliaia di tifosi che non vedono
l’ora di sfogare il loro... tifo appunto e di assembrarsi gioiosamente ad ogni
gol o numero degli eroi della pedata.
A
chi osserva che in cinema e teatri non si va normalmente a fare il tifo, ma ad
assistere - in religiosa compostezza e opportunamente distanziati - a
spettacoli prodotti con i massimi livelli di sicurezza, si fa osservare come si
tratti pur sempre di luoghi chiusi, dove il virus rischia comunque di circolare
e poi c’è il solito problema di tutto ciò che accade fuori (prima e dopo lo spettacolo): insomma... meglio soprassedere
ancora per un po’, ecco.
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Chi
può offrire spettacoli all’aperto gode ovviamente di qualche vantaggio: ad esempio
Macerata e Martinafranca hanno già annunciato i rispettivi Festival che
potrebbero risentire poco dei problemi da Covid.
Invece nel panorama comunque un po’ depresso delle
iniziative culturali spicca un caso di apparente irresponsabilità, quello del ROF-XLII, il
cui programma presenta la stessa identica struttura che ha caratterizzato almeno
le ultime 20 edizioni (2020 esclusa): tre opere principali in cartellone, per 4
repliche ciascuna, una serata concertistica (lo Stabat) la serata conclusiva
con un Gala al rinnovato Palafestival, più i due Reims accademici e concerti di
canto quanto basta. E il tutto esclusivamente in luoghi chiusi! Non solo, ma le piante dei luoghi del festival
ripropongono pari-pari la struttura di posti standard: ad esempio quella del Teatro Rossini sembra prevedere l’intera
platea disponibile per il pubblico... (e gli orchestrali tornano in buca con tanti
saluti a distanziamenti e sicurezza?) Stessa cosa per la Vitrifrigo Arena, che presenta come disponibili tutti i suoi 1200 e
più posti!
Insomma,
pare che a Pesaro abbiano intenzione di esorcizzare tutti i virus e varianti
messi insieme... a noi non resta che fargli (e farci) i migliori auguri!