Nell’attesa
che riprenda il... campionato, ecco un amarcord
che ci riporti nell’atmosfera agonistica. E così, quale simpatizzante e (ansioso,
per il futuro) frequentatore de laVerdi, mi pare appropriato il ricordarne
il fondatore Vladimir Isaakovič
Del'man (Volodia per gli
amici, primo fra i quali tale Luigi Corbani, da lui convinto a buttarsi in
quell’impresa disperata, quanto entusiasmante, rappresentata oggi
dall’orchestra milanese).
Lo faccio, in barba a copyright&affini, pubblicando in clandestinità tutte le sei
puntate sinfoniche del ciclo Ciajkovski
che Delman incise (grazie a mamma-RAI) alla fine degli anni ’80. Il ciclo fu
messo in onda nel 1994, proprio l’anno della prematura scomparsa del maestro,
ma non ve n’è traccia negli archivi online dell’emittente di Stato. Su youtube se ne trovano quattro su sei
(escluse 2 e 6) ma in ordine sparso e d’altra parte il cofanetto dei 6 DVD (prodotto
da RAI e laVerdi nel decennale della scomparsa di Delman) è
quasi introvabile, salvo qualche copia ancora disponibile al book-shop di largo Mahler; così spero
che nessuno si faccia vivo con intimidazioni censorie.
In realtà,
oltre e più che Ciajkovski e le sue sei sinfonie, il ciclo ha come protagonista
assoluto proprio Delman, con la sua incrollabile fede nella musica come essenza
fondante della vita stessa (La musica
viene prima del mondo, ebbe a sentenziare il sommo Quirino Principe). Le sei puntate ciajkovskiane ci mostrano appunto
un uomo che coniugava la ferrea disciplina (lo sfogo sulla puntualità che apre
la serie - ed è solo... il primo di una serie! - è davvero memorabile) allo
smisurato amore per la capacità (unica) della musica di evocare ogni più
diverso moto dell’animo umano. Qualcuno potrà forse imputargli astrattamente eccessi
di drammatizzazione, ma nel caso delle sinfonie di Ciajkovski credo che ogni
eccesso sia assolutamente giustificato.
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Qualche elementare avvertenza tecnica: ciascuno dei
6 DVD è ovviamente auto-caricante e contiene un indice che serve a spostarsi
direttamente sui vari movimenti della sinfonia; per semplicità ho estratto da
ciascuno soltanto i 4 componenti del video (che non corrispondono assolutamente
ai movimenti, e hanno tutti durata fissa di 16’13” ed occupazione di circa 450 MB - i primi tre -
e di poco inferiore, il quarto); li ho poi convertiti da .VOB a .MP4 e riuniti
in un unico file (di circa 1,5GB). Si tenga presente che i contenuti sono editati non secondo la consuetudine
seguita per normali rilasci, ma ai fini di produrre una trasmissione televisiva: sono perciò costituiti da un mix fra sala da concerto e sala prove,
più immagini e suoni di ambientazione esterna; inoltre, spesso la musica è commentata da esternazioni del
Direttore.
Quanto agli
esecutori, vi sono impegnate tre orchestre giovanili: Conservatorio di Mosca (1-6); Conservatorio
di Milano (2-4) e Carnegie Mellon di
Pittsburgh (3-5). A fare da trade-union sono le spalle (tutte in quota-rosa,
per la cronaca) che sono presenti in tutti i concerti, alternandosi sulle sedie
di concertino e seconda fila. Le
ritroveremo alla fine dell’avventura, a scambiarsi complimenti, baci e
abbracci.
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Cominciamo
quindi con la prima delle sei puntate, che vede protagonisti i giovani del Conservatorio Ciajkovski di Mosca. Aperta
da un iroso pistolotto di Delman per il ritardo con cui inizia una prova,
dovuto, sembrerebbe, non tanto ai giovani musicisti, ma a qualche manchevolezza
dell’organizzazione.
Il sottotitolo Sogni
d’inverno fu indicato dallo stesso Autore, ma senza ulteriori dettagli
esplicativi, e Delman - rivolto ai suoi due assistenti - lo interpreta come
l’eterno viaggio dell’Uomo, naturalmente portato a muoversi, sempre teso verso
nuovi orizzonti, in un cammino irto di ostacoli e imprevisti.
L’Adagio cantabile (Terra oscura e nebbiosa) evoca in realtà ogni luogo della terra dove
l’Uomo è infelice. Dopo il Pochissimo più
mosso, dove il secondo soggetto è esposto da clarinetto e primi violini,
seguiti da flauti e oboi, c’è una sospensione, seguita dal tremolo degli archi
che salgono dal RE# al FA# e al RE# superiore: l’immagine passa dalla
sala-concerto alla sala-prove e si sente Delman chiedere invano per tre volte: c’è qualcuno? ...no, non c’è nessuno. E
subito il corno attacca stentoreamente il desolato tema principale e le
immagini mostrano Delman solo, nella città deserta o spaesato in mezzo ad una
folla anonima, prima che il movimento si chiuda mestamente.
Nell’intervallo
della prova Delman accenna al tema dello scherzo e poi a quello del trio,
quindi sceneggia platealmente la drammatica chiusura del movimento (i perentori
rintocchi del timpano) calpestando una rosa; immagine che tornerà alla fine
dell’esecuzione in sala.
L’Andante lugubre che apre il finale è
commentato da Delman con: cosa deve fare
l’Uomo? E la risposta è nel trionfale Allegro
Maestoso in SOL maggiore che chiude la Sinfonia, destando l’ammirazione del Maestro verso
questi giovani sovietici (! l’URSS
era ancora in piedi, per quanto ormai barcollante) che sembrano avere - proprio come lui! - Ciajkovski
nel sangue.
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