La
settimana dal 25 al 31 luglio ha visto l’avvio del Festival di
Bayreuth, con le recite delle 6 opere in cartellone:
Lohengrin (2), Parsifal, Tristan, Meistersinger, Holländer e Walküre. L’ascolto
radiofonico (un po’ su Radio3, poi su RadioClasica e infine sulla casalinga BR)
mi ha lasciato mediamente soddisfatto, una media risultante dai più di Lohengrin, Parsifal e Meister
compensata dai meno di Tristan, Holländer e Walküre. Quelle di Thielemann
(in Lohengrin) Bychkov (Parsifal) e Jordan (Meister) mi son parse le direzioni
più equilibrate ed efficaci. Beczala-Harteros (Lohengrin), Pankratova-Mayer
(Parsifal), Gould-Lang (Tristan), Volle (Meister), il coro (! Holländer) e Kampe-Lundgren-Foster
(Walküre) le voci più in
palla. Insomma, un scorpacciata di Wagner che ho personalmente metabolizzato
senza troppi problemi. E mi spingo a dire che, con la recente stabilizzazione
della direzione artistico-musicale, ora saldamente in pugno alla coppia Kathi-Christian,
il Festival si stia risollevando dal marasma in cui era caduto negli ultimi
anni della gestione di Wolfgang e poi di quella della coppia di sorellastre sue
figlie (Eva-Kathi).
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Lasciato così Bayreuth,
scendiamo ora sull’Adriatico, visto che il prossimo 11 agosto prenderà il via
l’edizione XXXIX del Rossini Opera Festival
(edizione commemorativa dei 150 anni dalla morte del grande Gioachino) che
chiuderà il 23 agosto con l’ormai tradizionale concerto (la Petite Messe Solennelle) diffuso anche
su maxi-schermo in Piazza del Popolo.
Qualche
curiosità statistica sui tre titoli di questa edizione, tutte nuove produzioni:
Ricciardo&Zoraide torna dopo 22 anni,
essendo alla sua terza presenza (la prima nel 1990 e la seconda nel ’96); Adina è pure al terzo giro
(1999, 2003) e il Barbiere (noblesse-oblige) è al quinto
ritorno dopo il 1992 (’97, 2005, ’11-concerto e ’14) uguagliando il record di
presenze de La Scala di Seta. Qui la tabella
completa della
presenza delle opere al ROF. Una nutrita serie di eventi collaterali (con l’immancabile
Reims
accademico) completa come sempre il programma pesarese.
Non so se sia stato un preciso e
deliberato criterio di scelta di Palacio(&Mariotti)
o se invece si tratti di puro caso, ma i soggetti delle tre opere hanno una
comune caratteristica, che li può far catalogare nel genere di pièce-à-sauvetage... C’è sempre di mezzo
una giovane donna (quindi: il soprano,
massimo il mezzosoprano) che è alla mercè
del prepotente di turno (può essere un pipistrello di mezza età, per non dir di
peggio, ergo un basso, oppure un
potente ruspante, quindi secondo tenore)
al quale viene alla fine sottratta dal giovane innamorato corrisposto (il primo tenore, ça-va-sans-dire) che impiega il classico trucco
del travestimento e i servizi di un sodale per insinuarsi nel luogo di
detenzione dell’amata e infine farla sua, non senza aver prima corso i suoi bei
rischi e pericoli.
Ciò vale per il Barbiere, la cui trama è arcinota: la bella Rosina è
tenuta sequestrata in casa dall’attempato tutore Bartolo, mirante alla sua
dote, mentre il giovane spasimante Conte d’Almaviva non solo - per metterla
alla prova - si fa passare con lei per uno squattrinato studente, ma poi, spalleggiato
dall’intraprendente Figaro, impiega non uno ma due travestimenti per
raggiungere l’amata e liberarla, dopo vicende più o meno emozionanti.
E vale
per Adina,
una farsa che Rossini compose nel 1818 ma rappresentò (a Lisbona) solo 8 anni
più tardi. Il titolo più pertinente per questo atto unico sarebbe Adina, ossia l’incesto
scongiurato. Poichè vi troviamo il Califfo di Bagdad che
vorrebbe a tutti i costi ingropparsi la bella giovane, a spese del corrisposto
Selimo, che a sua volta si fa passare per apprendista del giardiniere dell’harem,
Mustafà, per cercar di trafugare l’amata allo sbifido libidinoso. Smascherati
ed arrestati, i due amanti farebbero una gran brutta fine, senonchè il Califfo
scopre giusto in tempo che Adina è - ma vallo tu a immaginare - sua figlia! E così
tutto finisce in gloria.
Ricciardo&Zoraide, composta quasi contemporaneamente ad Adina, è
un’opera seria a lieto fine, che ha come trama un autentico ginepraio, tra scaramucce fra il
re della Nubia e un intruso condottiero asiatico e interventi dei crociati (!)
La povera Zoraide è concupita e rapita dal re Agorante (stufatosi della moglie
Zomira) che sconfigge l’asiatico Ircano, padre della bella, mentre il paladino
Ricciardo si traveste da baluba al servizio del crociato ambasciatore Ernesto per
introdursi nella reggia e riprendersi l’amata. Rischierebbero entrambi di
rimetterci le penne, se con cronometrica tempestività non arrivassero i nostri ad esportare la democrazia imporre il
lieto fine.
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Titolo di spicco è proprio Ricciardo&Zoraide, stante la presenza di JDF, spalleggiato dalla
negretta Yende e dal tornante (dopo il
promettente esordio del 2017) Romanovsky. Sul podio Sagripanti (R&Z e PMS) Abel (Barbiere) e Matheuz (Adina). In buca le Orchestre della RAI e la Sinfonica Rossini
(per Adina). Cori del Ventidio Basso
e della Fortuna (per Adina).
Quanto
alla radiodiffusione, nulla al momento si sa dall’agenda di Radio3... ergo non ci resta che confidare
che venga confermata la fedeltà all’appuntamento con le tre prime (11-12-13, sempre ore 20).
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