Questa sera al Carlo Felice va in scena la prima rappresentazione di Billy Budd, in un allestimento del Regio di Torino del 2004, firmato da Davide Livermore. Sarà meritoriamente diffusa in streaming dall’apposito sito del Teatro.
L’opera, il cui libretto Edward Morgan Forster ed Eric Crozier trassero dalla
novella di Herman Melville (quello di
Moby Dick) andò per la prima volta in scena, diretta
dall’Autore, alla Royal Opera House –
Covent Garden sabato 1° dicembre del 1951, suddivisa in quattro atti (più
Prologo ed Epilogo).
Nel
1960 venne eseguita per la prima volta la nuova versione in 2 atti (qui la
registrazione, commentata, della BBC) che fece il suo
debutto teatrale giovedi 9 gennaio del 1964, sempre al Covent Garden e venne
poi registrata in video nel 1966, ancora dalla BBC. Oggi questa è la
versione quasi universalmente rappresentata e di scena a Genova, anche se
proprio il Carlo Felice 10 anni fa ospitò quella originale (ne è rimasta traccia
in un… refuso sulla pagina di presentazione dello streaming). Le differenze fra
la versione del 1960 e quella del 1951 non si limitano alla semplice ristrutturazione
(per accorpamento di scene) da 4 a 2 atti, ma constano anche di novità di
contenuto, riguardanti in particolare, ma non solo, il primo atto.
Cominciamo con l’osservare che in
origine ciascun atto era suddiviso in 2 scene, per un totale di 8, quindi con un
perfetto equilibrio strutturale. In particolare, la seconda scena del primo
atto conteneva il saluto del Capitano Edward
Fairfax Vere all’equipaggio del veliero (Officers and men of the Indomitable, I greet you!) e l’atto si
chiudeva enfaticamente con le acclamazioni della ciurma al Capitano, dopodiché il
successivo era aperto ancora dal Capitano, ma nel chiuso della sua cabina. Orbene,
quella scena è stata quasi del tutto soppressa nella versione definitiva, e in
particolare è stato fatto sparire proprio l’indirizzo del Capitano, e ciò che rimane
(accorpato alla prima scena) sono semplicemente gli apprezzamenti (Starry Vere!)
a lui diretti da Billy e dalla ciurma, che poi viene fatta rientrare
sottocoperta dal Nostromo, con l’orchestra che sfuma i suoni e mentre il
sipario cala per un breve momento, per alzarsi poi su Vere nella sua cabina.
Il risultato è che l’Atto I della
versione definitiva comprende soltanto 3 scene invece di 4, accorpando alla
prima scena le due dell’Atto II originale. Il nuovo Atto II accorpa le 4 scene
degli atti III e IV originali, ma anche qui con qualche modifica, come il
taglio - nella prima scena, dopo la mancata battaglia con la fregata francese -
della prima parte del colloquio Vere-Claggart e quello delle ultime battute orchestrali
della seconda scena, dove gli archi chiudevano – dopo i famosi 34 accordi
consecutivi dell’orchestra (Vere che comunica a Billy il verdetto di condanna) -
l’atto III originale; battute che poi venivano riprese all’inizio del
successivo atto, ma che diventavano adesso superflue, in assenza
dell’intervallo.
Domanda: cosa convinse Britten ad
espungere la scena con l’aria di Vere dalla versione definitiva dell’opera? Pare
che due siano state le ragioni principali: la prima fu il disagio manifestato
dall’interprete (Peter Pears, che
evidentemente aveva una certa… influenza su Britten) di fronte al carattere eroico (e anche… imperialista, pur nell’austero
patriottismo) di quell’aria, che mal si addiceva alle sue caratteristiche vocali;
la seconda fu un’acuta quanto perfida osservazione del famoso critico musicale Ernest Newman, che senza mezzi termini
accusò quella scena di essere una scopiazzatura (sia pure in chiave nobile e
seriosa) di quella parodistica e da avanspettacolo del primo atto dell’operetta
HMS (Her Majesty’s Ship) Pinafore (1878) della premiata coppia Gilbert&Sullivan, dove il Capitano Corcoran canta My gallant crew, good morning!, contrappuntato dagli sculettamenti della ciurma (qui da 15’36”).
___
Anche la definizione dei ruoli e
l’assegnazione delle tessiture delle voci degli interpreti ai personaggi fu
quasi certamente influenzata dai particolari
rapporti che intercorrevano tra il compositore e Peter Pears: non altrimenti si
spiegano un paio di circostanze assai sospette, fra loro probabilmente legate
da uno stretto nesso causa-effetto.
La prima è rappresentata dalla centralità
assunta nell’opera dal personaggio del Capitano Vere, che nel racconto di
Melville ha sì un ruolo importante, ma non quanto quelli di Billy e del
cattivone Claggart; e poi là muore in battaglia, mentre qui nell’opera lo
ritroviamo, vecchio ma vivo e vegeto, in Prologo ed Epilogo, quindi a dare
un’impronta di sé all’intera vicenda, che ci viene di fatto presentata dal suo
personale punto di osservazione.
La seconda è rappresentata dalla (solo
apparentemente?) strampalata assegnazione della voce acuta di tenore ad un uomo
maturo (Vere, appunto, ben sopra i 40) e di quella più grave di baritono al
personaggio del titolo, un giovane poco più che ragazzo (avrà sì e no 20 anni) che potrebbe
benissimo essere figlio del Capitano.
Ecco quindi la più verosimile catena
causa-effetto: Vere è il personaggio che (assai più di Billy) si attaglia alle
caratteristiche di Pears, e allora a)
deve assumere un ruolo centrale nell’opera, e b) deve essere un tenore! (Tutto il resto consegue…)
___
Il soggetto del Billy è
immancabilmente di quelli prediletti da Britten: la violenza delle Istituzioni
della Società sugli individui più deboli e indifesi, oltre che innocenti. E uno
dei tanti risvolti di questa violenza ha – altro Leit-motif squisitamente britteniano,
ma pienamente supportato e condiviso dal librettista Forster e in qualche modo
rintracciabile anche nella novella di Melville - i connotati della repressione
dell’omosessualità: non tanto quella materiale e plebea, fatalmente indotta
dalla mancanza di gentil sesso a bordo di una nave da guerra (questa è un’opera
di soli uomini!) ma quella di natura
psichica, che si manifesta in forma maligna (Claggart-Billy) ma anche benigna
(Vere-Billy) portando però ad una drammatica convergenza Claggart-Vere sul
comune obiettivo (conscio o inconscio) consistente nell’eliminazione dell’oggetto
del loro peccaminoso desiderio.
Trattandosi
poi di un soggetto a sfondo bellico (1797, UK vs France) esso si presta anche a
qualche frecciatina pacifista. E comportando l’esecuzione sommaria di un poveraccio che oltretutto ha attenuanti in quantità
per il suo omicidio (come minimo, preterintenzionale) consente a Britten di farci
venire a nausea la pena di morte. Ma non vi manca neppure l’antinomia bene-male,
Cristo-Satana (Billy-Claggart) e addirittura un’allegoria Abramo-Isacco
(Vere-Billy). Michele Girardi, in
occasione di una rappresentazione alla Fenice nel 2000, è arrivato a proporre
un parallelo con l’Otello di Verdi, e non solo per la chiara e
universalmente riconosciuta parentela Claggart-Jago, ma anche per la prossimità
del rapporto Vere-Billy con quello Otello-Desdemona!
Insomma, un soggetto che si presta a
mille (beh… a diverse) chiavi di lettura, tutte legittime, purchè nessuna
diventi totalizzante ed esclusiva, chè altrimenti si viene a perdere proprio la
complessità e la poliedricità che dell’opera sono i principali pregi.
___
Sul piano strettamente musicale
Britten si mantiene fedele alla tonalità, limitandosi ad arricchirla con
qualche scala pentatonica e qualche politonalità (vedi il contrasto
maggiore-minore fra SIb e SI naturale, che ritorna più volte) mentre
approfondisce l’impiego dei Leit-motive
con i quali caratterizzare situazioni, concetti e/o personalità.
Il più significativo dei quali (un
semplice inciso costituito da una quinta
ascendente seguita da una seconda
minore, altre volte maggiore, pure ascendente) compare già nel Prologo in bocca
al Capitano Vere, che si chiede: cosa ho
fatto? ricordando quelle vicende di cui fu protagonista e testimone sul suo
vascello Indomitable nell’estate del
1797 in acque francesi:
Motivo che viene catalogato come dell’Ammutinamento, poichè ritorna nel canto
dei marinai sottoposti alla disumana disciplina di bordo:
Accompagna poi i riferimenti espliciti
ai gravissimi casi di ammutinamento (Spithead
e Nore) ricordati nell’opera:
Ma il motivo è anche intonato da Billy
sul suo saluto di addio alla nave mercantile (Rights o’ Man) dalla quale è stato prelevato a forza:
Questa sembrerebbe a tutta prima una
circostanza gratuita - dato che l’ammutinamento è proprio l’ultima cosa che
passa per la testa al ragazzo - ma spiegabilissima sul lato psicologico: è ciò
che i presenti (ufficiali di bordo) associano al nome del mercantile, che in
bocca a Billy diviene, per loro e ossessivamente, un simbolo di ribellione!
Oltre che in innumerevoli altre
circostanze, il tema (o sue manipolazioni alla
fiamminga, tipo il moto retrogrado)
compare anche ad accompagnare esternazioni di Claggart e di Vere (vedasi
Prologo ed Epilogo); ciò si spiega benissimo sul fronte della problematica
omosessuale: per i due la sola presenza a bordo del bellissimo giovane
rappresenta una minaccia, il rischio di ammutinamento
delle loro stesse coscienze contro le oppressive ed oscurantiste regole della
società in cui occupano posizioni di rilievo. Non a caso Claggart pianificherà
scientificamente la distruzione di Billy, di cui successivamente Vere avallerà
(pur potendola impedire) la condanna capitale.
Quanto
ai personaggi principali, essi si caratterizzano - più che con veri e propri
temi che li identificano ad ogni apparizione - con motivi o atmosfere sonore
che ne richiamano la personalità: Billy è accompagnato da figurazioni brillanti
degli strumentini, o da tremoli delle trombe, strepiti delle tavolette di legno
e singhiozzi dei legni (la sua balbuzie) o dal malefico tritono (DO#-SOL, al momento dell’uccisione di Claggart); la tonalità
che spesso lo contraddistingue è LA maggiore (serenità, innocenza). Claggart si
caratterizza per motivi di quarte
discendenti seguite da seconde minori-maggiori ascendenti; la tonalità prevalente
è FA minore. Vere fin dall’inizio si distingue per l’ambiguità dei suoi
comportamenti, evocata dall’instabilità tonale (SIb-SI) mentre è il DO maggiore
a rappresentare la sua autorità e la sua ascendenza sulla ciurma (che in quella
tonalità ne esalta le virtù).
Spesso
e volentieri i motivi si intersecano o vanno ad aggredire territori altrui: ad
esempio Vere è a volte inquinato dalle quarte discendenti di Claggart, a
testimonianza dell’influenza che il cattivone ha su di lui. Altri motivi ricorrenti
evocano atmosfere particolari, come la ferrea e proterva disciplina militare,
un motivo marziale che ritorna a sottolineare gli interventi autoritari degli
ufficiali; o il motivo cupo e deprimente che segue la ridiscesa della nebbia
che rende impossibile l’ingaggio con la nave nemica, motivo che poi pervade l’Interludio che precede la seconda scena
dell’Atto II, dove si evoca un’altra e ben più pericolosa nebbia: quella che
occupa la mente di Vere!
A proposito, come nelle altre sue opere,
Britten ha corredato il Billy di alcuni Interludi
orchestrali, uno dei quali in realtà si costituisce come una vera e propria
scena, ma priva di parole e di…
immagini. Sono le 34 battute – fra la seconda e la terza scena dell’Atto II -
che accompagnano Vere che entra nella cabina dove è rinchiuso Billy, cui il
Capitano deve comunicare la sentenza di condanna all’impiccagione comminatagli
dalla Corte marziale per avere ammazzato Claggart. Noi – come già volle
Melville - non vediamo, né sentiamo alcunchè di quest’ultimo colloquio a
quattr’occhi, possiamo solo congetturarci sopra, e i 34 accordi di questa particolarissima frase musicale (tutte triadi, una semibreve per battuta) ci lasciano immaginare del suo contenuto…
ciò che meglio preferiamo:
1
|
FA
M
|
f
|
ottoni
|
18
|
FA
M
|
pp
|
legni-oboi-sax-cfagotto
|
2
|
LA
M
|
ff
|
tutti
|
19
|
DO
M
|
pp
|
corni
|
3
|
REb
M
|
mf
|
legni
|
20
|
FA
M
|
pp
|
legni-oboi-sax-cfagotto
|
4
|
DO
M
|
p
|
archi
|
21
|
RE
M
|
pp
|
trombe+tromboni
|
5
|
RE
m
|
mf
|
legni+corni
|
22
|
FA
M
|
pp
|
legni-oboi-sax-cfagotto
|
6
|
LAb
M
|
ff
|
tutti
|
23
|
DO
M
|
pp
|
corni
|
7
|
RE
M
|
mf
|
archi
|
24
|
FA#
m
|
p
|
sax+trombe+tromboni
|
8
|
SIb
m
|
p
|
legni
|
25
|
FA
M
|
pp
|
legni-oboi-sax-cfagotto
|
9
|
LA
m
|
pp
|
trombe+tromboni
|
26
|
LAb
M
|
pp
|
archi
|
10
|
SIb
M
|
pp
|
corni
|
27
|
FA
M
|
pp
|
legni-oboi-sax-cfagotto
|
11
|
LAb
M
|
p
|
legni
|
28
|
DO
M
|
pp
|
corni
|
12
|
FA
m
|
pp
|
corni
|
29
|
REb
M
|
ppp
|
archi
|
13
|
DO
M
|
p
|
archi
|
30
|
FA
M
|
pp
|
legni-oboi-sax-cfagotto
|
14
|
FA#
m
|
f
|
flauti+trombe+tromboni
|
31
|
DO
M
|
pp
|
corni
|
15
|
SIb
M
|
mf
|
legni-flauti
|
32
|
FA
M
|
pp
|
legni-oboi-sax-cfagotto
|
16
|
DO
m
|
p
|
archi
|
33
|
RE
M
|
ppp
|
trombe+tromboni
|
17
|
LA
M
|
pp
|
ottoni
|
34
|
DO
M
|
ppp
|
corni
|
Effettivamente
si tratta di una serie piuttosto
ardua da decifrare (chissà se Britten si è portato nella tomba l’algoritmo da
lui impiegato per generarla… oppure se gli è venuta così, a sentimento, o
ancora se ha estratto le successive tonalità, gli strumenti e le dinamiche da
un cappello, chissà…) L’unica caratteristica scientificamente rilevabile è che
si tratta di accordi nelle sole 13 su 24 tonalità (maggiori + minori) che
contengono almeno una nota della triade di FA maggiore, da cui inizia e su cui
sfocia l’Interludio. E quali sono le note di quella triade? FA-Claggart /
LA-Billy / DO-Vere (!!!)
L’Epilogo ha un punto culminante su un SIb maggiore pieno, che sembrerebbe implicare per Vere una ritrovata pace e serenità (where she’ll anchor forever…) al riparo da ogni pericolo, rappresentato dal precedente SI minore, ma le ultime battute del Capitano si allontanano ancora da quella tonalità, che permane nel quasi indistinguibile borbottìo dei timpani e sfuma (IV-V-III grado) su… Vere commanded the Indomitable:
L’Epilogo ha un punto culminante su un SIb maggiore pieno, che sembrerebbe implicare per Vere una ritrovata pace e serenità (where she’ll anchor forever…) al riparo da ogni pericolo, rappresentato dal precedente SI minore, ma le ultime battute del Capitano si allontanano ancora da quella tonalità, che permane nel quasi indistinguibile borbottìo dei timpani e sfuma (IV-V-III grado) su… Vere commanded the Indomitable:
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