La simpatica ukraina Oksana Lyniv (45 anni ma pare un’allegra ragazzina… e quest’estate sarà per la terza volta a Bayreuth per dirigervi l’Holländer) fa il suo esordio sul podio dell’Auditorium (ieri sera proprio per pochi intimi, ma assai ben disposti) per dirigere il concerto n°29 della stagione principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano.
Tema conduttore del concerto sono gli eroi, mitologici o… contemporanei, visti sotto due diverse e per certi versi opposte angolazioni. Di Silvia Colasanti (che con questa stagione chiude la sua residenza presso laVerdi, per cedere il posto a Nicola Campogrande) vengono presentati Fedra e Arianna, due dei tre componenti (insieme a Didone) di Epistulae Heroidum, Monodrammi per voce recitante, coro femminile e orchestra, che furono composti originariamente per Spoleto e colà eseguiti nel 2020, proprio nell’intervallo fra la prima e la seconda ondata del Covid.
Nei testi di Ovidio
sono quasi sempre (18 su 21 lettere) delle donne a tenere banco,
attraverso lunghe missive indirizzate ai loro amati eroi. I due casi
proposti nel Concerto sono di natura assai diversa, benchè abbiano come
protagoniste due donne (e i relativi uomini) legate da vincoli di parentela:
Fedra e Arianna sono sorelle, figlie di Minosse e sorellastre del
Minotauro; Teseo, abbandonata Arianna,
è padre di Ippolito e poi sposa Fedra che si invaghisce del figliastro.
Il primo monodramma evoca quindi l’appassionato appello di una donna (Fedra) al figliastro (Ippolito) che non ne vuol proprio sapere di mettersi con la matrigna (e con nessun’altra donna, se è per questo). Il secondo invece è la classica vicenda che ha per protagonista un maschio (Teseo) che adotta verso la femmina (Arianna) l’approccio usa-e-getta… e così è lei a rinfacciare al fedifrago le sue colpe, ma nel contempo a supplicarlo di tornare da lei, almeno in tempo per seppellire le sue ossa.
La voce recitante è quella
della brava Maddalena Crippa, contrappuntata – in Arianna - da quelle
dell’Ensemble vocale femminile Virgo Vox (6-6-6).
Fedra
si apre con uno schianto orchestrale che introduce la confessione della donna
del suo innamoramento per il figliastro. Cosa che lei fa con grande fierezza,
senza il minimo pudore ed anzi rivendicando i diritti dell’amore, che supera
ogni confine (beh… al confronto LGBT è roba da educande…) La musica ne supporta
le crude e quasi imperative argomentazioni con folate di un mare in tempesta, per
poi sciogliersi in accorate implorazioni della donna, che supplica in lacrime l’amato
di non negarle comprensione e amore.
Arianna esplode
in un’autentica requisitoria contro Teseo, fuggito da lei nottetempo come un
ladro; il coro interviene di tanto in tanto con citazioni dell’originale latino
di Ovidio. La donna racconta quei terribili momenti della scoperta della fuga
dell’amato, i suoi disperati tentativi di richiamarlo e infine la rassegnazione
che si è impadronita di lei. La musica che la accompagna è prevalentemente
dura, con folate che evocano di volta in volta rabbia, odio, delusione,
rimpianto. Gli interventi del coro hanno invece il carattere di profonda pietas,
e sono queste voci che chiudono mestamente l’opera.
Il secondo soggetto sul tema
dell’eroismo è in realtà una specie di pretenziosa auto-biografia di un tale
che, a 34 anni (1898) già si millantava eroe al punto da evocare in
musica sue strabilianti imprese artistiche e relative epiche battaglie contro
gli stupidi critici e denigratori: il Richard
Strauss di Ein Heldenleben.
(Qui una mia modesta
esegesi dell’opera.)
Certo, Strauss aveva una specie di dono di natura che gli consentiva di
catturare l’interesse del pubblico anche propinandogli merce non propriamente di
eccelsa qualità: magari con più fumo che arrosto… ma un fumo assai profumato e
a volte addirittura inebriante.
Accanto alla stagione principale (26 concerti) e alle ormai consolidate proposte collaterali, spicca il Festival Mahler, 14 concerti che percorreranno gran parte della produzione del compositore boemo. Una importante particolarità dell’iniziativa, che si estenderà dal 22 ottobre al 13 novembre 2023, consiste nella presenza di alcune delle più qualificate compagini sinfoniche italiane, precisamente: Filarmonica della Scala (Chailly, 26/10, Sinfonia 1); Accademia di Santa Cecilia (27/10, Honeck, Des Knaben Wunderhorn); Orchestra Spira Mirabilis (28/10, Schumann S3 Renana orch. Mahler); I Pomeriggi Musicali (Feddeck, 31/10, Schumann S1 e S2 orch. Mahler); ORT + Orchestra Giovanile Italiana (Stenz, 3/11, Kindertotenlieder + Sinfonia 4); OSN-RAI (Trevino, 4/11, Sinfonia 5); Orchestra Arena Verona (Angius, 5/11, Sinfonia 6); Orchestra Haydn BZ-TN (Dantone, 7/11, Sinfonia 7); Filarmonica Toscanini (Wellber, 11/11, Rückert Lieder+ Adagio Sinfonia 10); Orchestra Sinfonica Giovanile di Milano (Jais, 12/11, Bach orch. Mahler).
Le Sinfonie 2-3-8-9
saranno eseguite dall’Orchestra Verdi diretta da Boreyko (2) e Flor (3-8-9). In
particolare, l’apice del Festival si toccherà l’8/11, quando la colossale Sinfonia
8, dopo le tre esecuzioni della prossima settimana alla Scala con la Filarmonica diretta da Chailly,
tornerà ancora (un record!) a risuonare a Milano, questa volta nella magica
cornice del Duomo.
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