Dopo 18 anni
dalla sua prima londinese arriva al Piermarini The Tempest,
seconda delle tre (per ora) opere teatrali di Thomas Adès, questo
albionico (ex-)enfant-prodige che cumula attività di composizione,
direzione d’orchestra e solista al pianoforte.
La produzione
che viene presentata qui è quella del 2012 al MET (della quale sopravvivono 4 degli
11 interpreti) diretta da Robert Lepage, che chiunque può godersi (con settaggio dei sottotitoli in italiano!) su youtube.
Coerentemente con la provenienza milanese del protagonista (Prospero)
l’ambientazione (primo e terzo atto) è precisamente dentro il Piermarini!
Il libretto dell’australiana Meredith Oakes si mantiene
sufficientemente fedele all’originale shakespeariano, peraltro con
comprensibili deviazioni, sia sul piano del plot che su quello della
caratterizzazione dei personaggi.
Adès da parte sua esibisce un opportuno (o
opportunistico?) sincretismo musicale che accontenta un po’ tutti i palati.
Ecco gli ingredienti di un lavoro che sta ottenendo successi di pubblico e
critica in giro per il mondo. In una
pregevole esegesi musicale dell’opera, comparsa sul n°222 della rivista L’Avant-Scène Opéra (settembre 2004) Hélène
Cao individua una cellula musicale di base, con relative varianti, che funge
da faro nell’intera opera, garantendole una solida coerenza formale.
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Non ci resta che
prepararci a vivere di persona lo spettacolo esplorando la citata registrazione
del MET.
Atto I
2’50” Scena 1. Il Preludio orchestrale (con Ariel svolazzante) evoca, attraverso folate
ascendenti e discendenti, quali poderose ondate che sballottano il vascello dei
napoletani, la tempesta scatenata da Prospero e si chiude con l’ingresso
del Coro dei naufraghi (la Corte di Napoli più Antonio) terrorizzati e
destinati a morte certa.
Da qui fino alla
fine dell’atto la scena sarà occupata da Prospero, che incontra oppure si
limita ad osservare altri personaggi.
6’10” Scena 2. Miranda ha
assistito al naufragio (si odono ancora le imprecazioni dei naufraghi);
sospetta che sia opera del padre e non si capacita delle ragioni che lo hanno
spinto ad un simile atto. Prospero allora (8’17”) le racconta il
suo passato di Duca di Milano, spodestato dal fratello usurpatore Antonio
alleatosi con il Regno di Napoli (sullo sfondo compaiono Antonio, il Re di
Napoli e il fratello Sebastian). Dopo una maledizione sulla corrotta Napoli (10’13”)
Prospero si abbandona (10’28”) ad uno straziante ricordo di
Milano e aggiunge che solo un amico, il Consigliere Gonzalo (che appare a sua
volta sullo sfondo) lo aiutò a fuggire su una zattera e a rifugiarsi con lei su
quell’isola deserta. Ancora non si capacita (13’30”) di come il
fratello abbia potuto fargli quell’intollerabile torto. Miranda rimane turbata,
e con un’aria in 5 strofe (15’04”) ricorda i bei giorni
passati in quel posto idilliaco, ma non comprende ancora le ragioni del gesto
del padre. Il quale (16’17”) la addormenta, cantandole una specie
di dolce ninna-nanna. Poi, staccando un SOL acuto, chiama Ariel.
17’14” Scena 3. Ariel arriva tosto e, con un canto spiritato
(un’aria di 6 quartine e mezza, che sfocia in un duetto con Prospero)
ragguaglia il padrone sulle condizioni dei naufraghi: hanno avuto il meritato
castigo. Ma Prospero (18’32”) gli ordina di salvare tutti e
rimetterli in sesto come nulla fosse accaduto. Lui si ripromette poi di
osservarli, senza esser visto. Ariel corre subito ad eseguire.
20’42” Scena 4. Ora è il
turno dell’aborigeno Caliban ad occupare la scena – augurando la morte a
Prospero - dopo aver assistito al prodigio compiuto dal padrone, del quale
vorrebbe conoscere i segreti e a cui poi rinfaccia ingratitudine e odio: con un
canto dal cromatismo esasperato (21’30”) lui, Caliban, figlio
della Regina Sycorax, dichiara di essere stato il signore dell’isola, ma di
essere ora ridotto praticamente in schiavitù, dopo aver aiutato Prospero al suo
arrivo. Ha allevato anche lui la piccola Miranda, dalla quale sognava di avere
tanti… calibanini. Prospero (23’35”) perde la pazienza e lo
liquida minacciandogli pene ancor peggiori, se continuasse a molestare la
figlia.
24’50” Scena 5. Ariel
ritorna e assicura Prospero che tutti i napoletani sono sani e salvi a terra,
addormentati. Prospero chiede che Ferdinand (figlio del Re di Napoli) sia
portato al suo cospetto, per far in modo che i napoletani lo considerino
morto (e godere del loro dolore…) Ariel cerca di approfittare dell’occasione
per chiedere di essere finalmente liberato dalla schiavitù in cui Prospero l’aveva
un tempo ridotto; ma Prospero – ingaggiando con lui un concitato duetto - è
inflessibile e ordina allo spirito di cantare all’orecchio di Ferdinand per
risvegliarlo e portarglielo lì. Ariel (28’03”) intona un’aria
su una mesta melodia, annunciando al giovane la morte del padre, il cui corpo
ora giace su un fondale, trasformato in corallo. Ferdinand si sveglia e compare
lì, vicino a Miranda tuttora addormentata, mentre Prospero e Ariel osservano
non visti.
30’48 Scena 6. Ferdinand
ricorda il sogno che lo ha risvegliato (la morte del padre) ma è subito
attirato (ed esaltato, arrivando al DO sovracuto) dalla visione di Miranda
dormiente. Lei a sua volta (32’32”) si risveglia e subito nasce
fra i due giovani una reciproca curiosità che sfocia in appassionata
attrazione. Prospero (33’23”) comincia a pensare che la figlia
sia perduta per lui e, quando Ferdinand promette a Miranda il Regno di Napoli,
irrompe fra i due (34’03”) e rivela al giovane l’oltraggio subito
da parte (anche) di suo padre. Ferdinand dice di non saperne nulla e Miranda (in
un concitato terzetto) supplica il padre, che lo ha disarmato e quasi
paralizzato, di non rivalersi su di lui. Ferdinand si dice disposto ad
accettare qualunque privazione pur di poter avere al suo fianco Miranda.
Prospero (37’09”) non sente ragioni, lo tiene comunque prigioniero;
poi si fa accompagnare da Ariel presso i naufraghi. Ariel sfoga - con il suo
caratteristico squittire - il suo rancore contro tutti gli umani.
Atto II
38’05” Scena 1. Preludio
dal sapore marino (à-la-Britten, sappiamo quanto Adès sia di casa ad
Aldeburgh). I naufraghi si sono risvegliati intatti, come nulla fosse accaduto:
pensano ad un miracolo. Stefano e Trinculo (40’50”) servo e
buffone di corte, perennemente brilli, raccontano come si sono salvati, a
dispetto delle bevute e conseguenti ubriacature. Prospero e Ariel (42’17”)
osservano nascosti e Ariel è incaricato di gettare zizzania fra i cortigiani.
Antonio (43’03”) constata che son tutti salvi, ma Sebastian
osserva che manca Ferdinand! Il Re è disperato, e Gonzalo cerca di confortarlo,
fiducioso che il principe potrà essere rintracciato. Antonio a sua volta
infonde ottimismo, ma Ariel (44’37”) facendo la voce di
Sebastian, gli dà del bugiardo, così aizzandogli contro il Re, lo stesso Sebastian
e la Corte. Lui invano cerca di difendersi, ricordando che è grazie a lui se
loro vivono nell’agio. Il Re (46’29”) lamenta ancora la perdita
del figlio e Antonio ancora lo rassicura, ma Ariel gli dà del pazzo, poi
offende in sua voce i cortigiani, così Antonio rischia addirittura il
linciaggio. Ma (49’09”) arriva Caliban.
49’13” Scena 2. Il
selvaggio apprezza l’eleganza dei cortigiani e soprattutto l’alcool che Stefano
e Trinculo gli offrono in abbondanza, prendendosi gioco di lui. Che si offre di
guidare i cortigiani alla scoperta dell’isola. Ariel spaventa tutti con grida
altissime. Caliban avverte con un’aria (53’23”) che ci sono
fantasmi e voci in giro per l’isola. Gonzalo (55’36”) gli chiede
della tempesta e come poter ritrovare il principe. Caliban svela che sua madre
aveva poteri stregoneschi, ma mai quanti il suo padrone, che ha ucciso il loro
Principe e il cui nome Prospero (58’24”) gli impedisce di
rivelare. Gonzalo (59’19”) seda un ennesimo scontro fra Antonio e
Sebastian e ancora si proclama ottimista sulla possibilità di ritrovare
Ferdinand vivo, mentre il Re ha ormai perso ogni speranza. Mentre Gonzalo
invita tutti a proseguire le ricerche, Prospero (1h03’07”) augura
loro – raggiungendo il SOL acuto - di girare a vuoto fino ad impazzire: allora finalmente
conosceranno il suo nome.
1h03’58” Scena 3. Stefano e
Trinculo vagano soli sull’isola, ubriachi. Incontrano Caliban (1h05’01”)
che propone un’alleanza fra loro per spodestare il suo padrone. Poi potranno
regnare e avere in sposa la bella figlia del tiranno (ma questo è un bel
tranello per i due ingenui…).
1h06’50” Scena 4. Siamo ad un fine atto tradizionale: un duetto fra
due amanti! Ferdinand lamenta la sua condizione di prigionia:
solo la giovane donna incontrata su un’isola remota gli porta un po’ di
conforto. Miranda (1h09’31”) si avvicina, gli rivela il suo nome,
poi lo libera dalle catene: i due ora cantano insieme! Prospero (1h14’34”)
si rassegna: ha perso sua figlia, non ha più alcun potere sui di lei.
Atto III
1h16’40” Scena 1. Preludio
orchestrale cupo e mesto, culminante in accordi dissonanti. Ecco arrivare i tre
ubriaconi: è Caliban (1h18’35”) che conduce Stefano e Trinculo
verso Prospero, spingendoli ad uccidere il suo padrone, illudendo entrambi di
impalmare Miranda per poi – questo ha architettato la sua mente - liberarsi
anche di loro e tornare così signore dell’isola. Un terzetto davvero grottesco,
quello cui assistiamo.
1h20’44” Scena 2. E a cui assistono anche Ariel e Prospero, il quale -
perduta Miranda - si informa dallo spiritello sulla sorte della Corte di
Napoli. Ariel, che invano pretende la libertà, narra con il suo canto spiritato
di come siano distrutti dal lungo e accidentato cammino che lui gli ha imposto.
Essi arrivano (1h22’25”) stremati, temono di aver perduto
Ferdinand; Sebastian se la prende con Gonzalo (che ha le ossa rotte)
accusandolo di averli fatti camminare in quel modo, e per di piu invano. Il Re (1h23’59”)
non si dà pace per la perdita del figlio; quindi, deludendo il fratello, nomina
reggente Gonzalo, il quale invita tutti a riposarsi nel sonno. Cosa che fanno,
col che Antonio (1h25’25”) aizza contro il sovrano il fratello
Sebastian, suggerendogli di uccidere il Re mentre tutti stanno dormendo. Il
proposito, cantato a due voci dai traditori, è però scoperto da Ariel (1h26’59”)
che sveglia Gonzalo e così il golpe è sventato. Prospero (1h27’30”)
constata che i suoi nemici non sono cambiati ed ordina ad Ariel di punirli
ulteriormente. Ariel (1h28’08”) in un’atmosfera irreale e davvero
magica fa comparire un gran banchetto, che dà modo a Gonzalo (1h30’46”)
di fare – con un solenne declamato - l’elogio di quella specie di terra di
Bengodi, dove regnano felicità e armonia. Ma appena i commensali si siedono per
mangiare (1h33’02”) ecco Ariel prendere la forma di una
spaventosa arpia e far sparire tutto, rinfacciando poi ai napoletani e ad
Antonio il trattamento da loro riservato in passato a Prospero; trattamento che
ora toccherà a loro di subire. Spaventati, i napoletani (1h34’30”)
sentono vicino il castigo (che Gonzalo ammette essere meritato) e fuggono.
Prospero (1h35’49”) constata mestamente che tutta la sua magia,
tutto il suo potere sulla natura non sono serviti a nulla: per lui e per tutti
c’è solo l’inferno.
1h37’43” Scena 3. Miranda e Ferdinand annunciano a Prospero la loro
unione. Ma Prospero non ne è felice, chiede perdono e lascia ad Ariel – nel
classico quanto striminzito intermezzo masque (1h39’04”) -
il compito di mostrare ai due giovani il loro radioso futuro, poi lo fa
scomparire. Ferdinand comprende che suo padre è vivo e potrà rivederlo. Arriva
Caliban (1h41’54”) con Trinculo e Stefano, ai quali ordina di
uccidere Prospero: lui avrà da Miranda tanti figli calibani. Lei non sembra
d’accordo (1h42’56”) e Prospero (1h43’38”) lo
disprezza e lo fa scomparire, insieme ai due ubriachi. Poi richiama Ariel e gli
chiede del Re: lo spirito (1h44’25”) descrive il dolore del
sovrano e anche di Antonio, che forse meritano ora il perdono. Prospero si
prepara a concederlo e poi a liberare definitivamente Ariel.
1h46’45” Scena 4. Arrivano i reali di Napoli, trascinandosi penosamente.
Qui attacca una lunga passacaglia che accompagna dapprima l’accoglienza
che Prospero riserva agli ex-nemici, annunciando la fine delle loro sofferenze;
e poi (1h47’18”) rivela il suo nome, destando grande sorpresa in
tutti, Antonio in particolare. Il Re (1h47’32”) manifesta il suo
pentimento, riconosce di aver meritato come castigo la morte del figlio e chiede
almeno di vederne il cadavere. Prospero (1h48’25”) gli annuncia
che suo figlio è vivo! E Ferdinand, insieme a Miranda, compare e riabbraccia il
padre. Nasce un concertato dove si celebra la riconciliazione generale, mentre arriva
tutta la Corte che si aggiunge al giubilo, scorgendo il vascello come nuovo che
li riporterà in patria. Prospero (1h53’21”) chiede ad Ariel un
ultimo sforzo: riportare lì anche Stefano e Trinculo. Tocca a Gonzalo (1h54’01”)
guidare la Corte nel ringraziamento agli dei per il lieto fine di quella terribile
storia. Prospero annuncia (1h54’43”) che li accompagnerà a Napoli,
per celebrare degnamente il matrimonio di Miranda e Ferdinand, che sancirà
l’inizio di un nuovo mondo. Antonio (1h55’09”) che pensava di
aver eliminato Prospero, ammette ora la sua inferiorità. Prospero rompe la sua
bacchetta magica e dichiara il compimento della sua missione: vorrebbe
trattenere Ariel, ma questi se ne va, finalmente libero.
1h58’45” Scena 5. Caliban
ricompare: ormai solo, sulla scena vuota, si domanda se non sia stato tutto un
sogno. Si ode in lontananza la voce di Ariel.
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Giusto per
curiosità, ecco come – 170 anni prima di Adès – un
tale Berlioz evocava queste atmosfere shakespeariane… Sabato 5 la prima, poi i commenti.