intime gioje

chiuder la prigione e buttar la chiave

02 novembre, 2022

Uno Shakespeare moderno in arrivo alla Scala

Dopo 18 anni dalla sua prima londinese arriva al Piermarini The Tempest, seconda delle tre (per ora) opere teatrali di Thomas Adès, questo albionico (ex-)enfant-prodige che cumula attività di composizione, direzione d’orchestra e solista al pianoforte.

La produzione che viene presentata qui è quella del 2012 al MET (della quale sopravvivono 4 degli 11 interpreti) diretta da Robert Lepage, che chiunque può godersi (con settaggio dei sottotitoli in italiano!) su youtube. Coerentemente con la provenienza milanese del protagonista (Prospero) l’ambientazione (primo e terzo atto) è precisamente dentro il Piermarini!   

Il libretto dell’australiana Meredith Oakes si mantiene sufficientemente fedele all’originale shakespeariano, peraltro con comprensibili deviazioni, sia sul piano del plot che su quello della caratterizzazione dei personaggi. 

Adès da parte sua esibisce un opportuno (o opportunistico?) sincretismo musicale che accontenta un po’ tutti i palati. Ecco gli ingredienti di un lavoro che sta ottenendo successi di pubblico e critica in giro per il mondo. In una pregevole esegesi musicale dell’opera, comparsa sul n°222 della rivista L’Avant-Scène Opéra (settembre 2004) Hélène Cao individua una cellula musicale di base, con relative varianti, che funge da faro nell’intera opera, garantendole una solida coerenza formale.
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Non ci resta che prepararci a vivere di persona lo spettacolo esplorando la citata registrazione del MET.

Atto I

2’50” Scena 1.  Il Preludio orchestrale (con Ariel svolazzante) evoca, attraverso folate ascendenti e discendenti, quali poderose ondate che sballottano il vascello dei napoletani, la tempesta scatenata da Prospero e si chiude con l’ingresso del Coro dei naufraghi (la Corte di Napoli più Antonio) terrorizzati e destinati a morte certa.

Da qui fino alla fine dell’atto la scena sarà occupata da Prospero, che incontra oppure si limita ad osservare altri personaggi.

6’10” Scena 2. Miranda ha assistito al naufragio (si odono ancora le imprecazioni dei naufraghi); sospetta che sia opera del padre e non si capacita delle ragioni che lo hanno spinto ad un simile atto. Prospero allora (8’17”) le racconta il suo passato di Duca di Milano, spodestato dal fratello usurpatore Antonio alleatosi con il Regno di Napoli (sullo sfondo compaiono Antonio, il Re di Napoli e il fratello Sebastian). Dopo una maledizione sulla corrotta Napoli (10’13”) Prospero si abbandona (10’28”) ad uno straziante ricordo di Milano e aggiunge che solo un amico, il Consigliere Gonzalo (che appare a sua volta sullo sfondo) lo aiutò a fuggire su una zattera e a rifugiarsi con lei su quell’isola deserta. Ancora non si capacita (13’30”) di come il fratello abbia potuto fargli quell’intollerabile torto. Miranda rimane turbata, e con un’aria in 5 strofe (15’04”) ricorda i bei giorni passati in quel posto idilliaco, ma non comprende ancora le ragioni del gesto del padre. Il quale (16’17”) la addormenta, cantandole una specie di dolce ninna-nanna. Poi, staccando un SOL acuto, chiama Ariel.

17’14” Scena 3.  Ariel arriva tosto e, con un canto spiritato (un’aria di 6 quartine e mezza, che sfocia in un duetto con Prospero) ragguaglia il padrone sulle condizioni dei naufraghi: hanno avuto il meritato castigo. Ma Prospero (18’32”) gli ordina di salvare tutti e rimetterli in sesto come nulla fosse accaduto. Lui si ripromette poi di osservarli, senza esser visto. Ariel corre subito ad eseguire.

20’42” Scena 4. Ora è il turno dell’aborigeno Caliban ad occupare la scena – augurando la morte a Prospero - dopo aver assistito al prodigio compiuto dal padrone, del quale vorrebbe conoscere i segreti e a cui poi rinfaccia ingratitudine e odio: con un canto dal cromatismo esasperato (21’30”) lui, Caliban, figlio della Regina Sycorax, dichiara di essere stato il signore dell’isola, ma di essere ora ridotto praticamente in schiavitù, dopo aver aiutato Prospero al suo arrivo. Ha allevato anche lui la piccola Miranda, dalla quale sognava di avere tanti… calibanini. Prospero (23’35”) perde la pazienza e lo liquida minacciandogli pene ancor peggiori, se continuasse a molestare la figlia.

24’50” Scena 5. Ariel ritorna e assicura Prospero che tutti i napoletani sono sani e salvi a terra, addormentati. Prospero chiede che Ferdinand (figlio del Re di Napoli) sia portato al suo cospetto, per far in modo che i napoletani lo considerino morto (e godere del loro dolore…) Ariel cerca di approfittare dell’occasione per chiedere di essere finalmente liberato dalla schiavitù in cui Prospero l’aveva un tempo ridotto; ma Prospero – ingaggiando con lui un concitato duetto - è inflessibile e ordina allo spirito di cantare all’orecchio di Ferdinand per risvegliarlo e portarglielo lì. Ariel (28’03”) intona un’aria su una mesta melodia, annunciando al giovane la morte del padre, il cui corpo ora giace su un fondale, trasformato in corallo. Ferdinand si sveglia e compare lì, vicino a Miranda tuttora addormentata, mentre Prospero e Ariel osservano non visti.

30’48 Scena 6. Ferdinand ricorda il sogno che lo ha risvegliato (la morte del padre) ma è subito attirato (ed esaltato, arrivando al DO sovracuto) dalla visione di Miranda dormiente. Lei a sua volta (32’32”) si risveglia e subito nasce fra i due giovani una reciproca curiosità che sfocia in appassionata attrazione. Prospero (33’23”) comincia a pensare che la figlia sia perduta per lui e, quando Ferdinand promette a Miranda il Regno di Napoli, irrompe fra i due (34’03”) e rivela al giovane l’oltraggio subito da parte (anche) di suo padre. Ferdinand dice di non saperne nulla e Miranda (in un concitato terzetto) supplica il padre, che lo ha disarmato e quasi paralizzato, di non rivalersi su di lui. Ferdinand si dice disposto ad accettare qualunque privazione pur di poter avere al suo fianco Miranda. Prospero (37’09”) non sente ragioni, lo tiene comunque prigioniero; poi si fa accompagnare da Ariel presso i naufraghi. Ariel sfoga - con il suo caratteristico squittire - il suo rancore contro tutti gli umani.

Atto II

38’05” Scena 1. Preludio dal sapore marino (à-la-Britten, sappiamo quanto Adès sia di casa ad Aldeburgh). I naufraghi si sono risvegliati intatti, come nulla fosse accaduto: pensano ad un miracolo. Stefano e Trinculo (40’50”) servo e buffone di corte, perennemente brilli, raccontano come si sono salvati, a dispetto delle bevute e conseguenti ubriacature. Prospero e Ariel (42’17”) osservano nascosti e Ariel è incaricato di gettare zizzania fra i cortigiani. Antonio (43’03”) constata che son tutti salvi, ma Sebastian osserva che manca Ferdinand! Il Re è disperato, e Gonzalo cerca di confortarlo, fiducioso che il principe potrà essere rintracciato. Antonio a sua volta infonde ottimismo, ma Ariel (44’37”) facendo la voce di Sebastian, gli dà del bugiardo, così aizzandogli contro il Re, lo stesso Sebastian e la Corte. Lui invano cerca di difendersi, ricordando che è grazie a lui se loro vivono nell’agio. Il Re (46’29”) lamenta ancora la perdita del figlio e Antonio ancora lo rassicura, ma Ariel gli dà del pazzo, poi offende in sua voce i cortigiani, così Antonio rischia addirittura il linciaggio. Ma (49’09”) arriva Caliban.

49’13” Scena 2. Il selvaggio apprezza l’eleganza dei cortigiani e soprattutto l’alcool che Stefano e Trinculo gli offrono in abbondanza, prendendosi gioco di lui. Che si offre di guidare i cortigiani alla scoperta dell’isola. Ariel spaventa tutti con grida altissime. Caliban avverte con un’aria (53’23”) che ci sono fantasmi e voci in giro per l’isola. Gonzalo (55’36”) gli chiede della tempesta e come poter ritrovare il principe. Caliban svela che sua madre aveva poteri stregoneschi, ma mai quanti il suo padrone, che ha ucciso il loro Principe e il cui nome Prospero (58’24”) gli impedisce di rivelare. Gonzalo (59’19”) seda un ennesimo scontro fra Antonio e Sebastian e ancora si proclama ottimista sulla possibilità di ritrovare Ferdinand vivo, mentre il Re ha ormai perso ogni speranza. Mentre Gonzalo invita tutti a proseguire le ricerche, Prospero (1h03’07”) augura loro – raggiungendo il SOL acuto - di girare a vuoto fino ad impazzire: allora finalmente conosceranno il suo nome.

1h03’58” Scena 3. Stefano e Trinculo vagano soli sull’isola, ubriachi. Incontrano Caliban (1h05’01”) che propone un’alleanza fra loro per spodestare il suo padrone. Poi potranno regnare e avere in sposa la bella figlia del tiranno (ma questo è un bel tranello per i due ingenui…).

1h06’50” Scena 4. Siamo ad un fine atto tradizionale: un duetto fra due amanti! Ferdinand lamenta la sua condizione di prigionia: solo la giovane donna incontrata su un’isola remota gli porta un po’ di conforto. Miranda (1h09’31”) si avvicina, gli rivela il suo nome, poi lo libera dalle catene: i due ora cantano insieme! Prospero (1h14’34”) si rassegna: ha perso sua figlia, non ha più alcun potere sui di lei.

Atto III

1h16’40” Scena 1. Preludio orchestrale cupo e mesto, culminante in accordi dissonanti. Ecco arrivare i tre ubriaconi: è Caliban (1h18’35”) che conduce Stefano e Trinculo verso Prospero, spingendoli ad uccidere il suo padrone, illudendo entrambi di impalmare Miranda per poi – questo ha architettato la sua mente - liberarsi anche di loro e tornare così signore dell’isola. Un terzetto davvero grottesco, quello cui assistiamo. 

1h20’44” Scena 2. E a cui assistono anche Ariel e Prospero, il quale - perduta Miranda - si informa dallo spiritello sulla sorte della Corte di Napoli. Ariel, che invano pretende la libertà, narra con il suo canto spiritato di come siano distrutti dal lungo e accidentato cammino che lui gli ha imposto. Essi arrivano (1h22’25”) stremati, temono di aver perduto Ferdinand; Sebastian se la prende con Gonzalo (che ha le ossa rotte) accusandolo di averli fatti camminare in quel modo, e per di piu invano. Il Re (1h23’59”) non si dà pace per la perdita del figlio; quindi, deludendo il fratello, nomina reggente Gonzalo, il quale invita tutti a riposarsi nel sonno. Cosa che fanno, col che Antonio (1h25’25”) aizza contro il sovrano il fratello Sebastian, suggerendogli di uccidere il Re mentre tutti stanno dormendo. Il proposito, cantato a due voci dai traditori, è però scoperto da Ariel (1h26’59”) che sveglia Gonzalo e così il golpe è sventato. Prospero (1h27’30”) constata che i suoi nemici non sono cambiati ed ordina ad Ariel di punirli ulteriormente. Ariel (1h28’08”) in un’atmosfera irreale e davvero magica fa comparire un gran banchetto, che dà modo a Gonzalo (1h30’46”) di fare – con un solenne declamato - l’elogio di quella specie di terra di Bengodi, dove regnano felicità e armonia. Ma appena i commensali si siedono per mangiare (1h33’02”) ecco Ariel prendere la forma di una spaventosa arpia e far sparire tutto, rinfacciando poi ai napoletani e ad Antonio il trattamento da loro riservato in passato a Prospero; trattamento che ora toccherà a loro di subire. Spaventati, i napoletani (1h34’30”) sentono vicino il castigo (che Gonzalo ammette essere meritato) e fuggono. Prospero (1h35’49”) constata mestamente che tutta la sua magia, tutto il suo potere sulla natura non sono serviti a nulla: per lui e per tutti c’è solo l’inferno.

1h37’43” Scena 3. Miranda e Ferdinand annunciano a Prospero la loro unione. Ma Prospero non ne è felice, chiede perdono e lascia ad Ariel – nel classico quanto striminzito intermezzo masque (1h39’04”) - il compito di mostrare ai due giovani il loro radioso futuro, poi lo fa scomparire. Ferdinand comprende che suo padre è vivo e potrà rivederlo. Arriva Caliban (1h41’54”) con Trinculo e Stefano, ai quali ordina di uccidere Prospero: lui avrà da Miranda tanti figli calibani. Lei non sembra d’accordo (1h42’56”) e Prospero (1h43’38”) lo disprezza e lo fa scomparire, insieme ai due ubriachi. Poi richiama Ariel e gli chiede del Re: lo spirito (1h44’25”) descrive il dolore del sovrano e anche di Antonio, che forse meritano ora il perdono. Prospero si prepara a concederlo e poi a liberare definitivamente Ariel.  

1h46’45” Scena 4. Arrivano i reali di Napoli, trascinandosi penosamente. Qui attacca una lunga passacaglia che accompagna dapprima l’accoglienza che Prospero riserva agli ex-nemici, annunciando la fine delle loro sofferenze; e poi (1h47’18”) rivela il suo nome, destando grande sorpresa in tutti, Antonio in particolare. Il Re (1h47’32”) manifesta il suo pentimento, riconosce di aver meritato come castigo la morte del figlio e chiede almeno di vederne il cadavere. Prospero (1h48’25”) gli annuncia che suo figlio è vivo! E Ferdinand, insieme a Miranda, compare e riabbraccia il padre. Nasce un concertato dove si celebra la riconciliazione generale, mentre arriva tutta la Corte che si aggiunge al giubilo, scorgendo il vascello come nuovo che li riporterà in patria. Prospero (1h53’21”) chiede ad Ariel un ultimo sforzo: riportare lì anche Stefano e Trinculo. Tocca a Gonzalo (1h54’01”) guidare la Corte nel ringraziamento agli dei per il lieto fine di quella terribile storia. Prospero annuncia (1h54’43”) che li accompagnerà a Napoli, per celebrare degnamente il matrimonio di Miranda e Ferdinand, che sancirà l’inizio di un nuovo mondo. Antonio (1h55’09”) che pensava di aver eliminato Prospero, ammette ora la sua inferiorità. Prospero rompe la sua bacchetta magica e dichiara il compimento della sua missione: vorrebbe trattenere Ariel, ma questi se ne va, finalmente libero.

1h58’45” Scena 5. Caliban ricompare: ormai solo, sulla scena vuota, si domanda se non sia stato tutto un sogno. Si ode in lontananza la voce di Ariel.
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Giusto per curiosità, ecco come – 170 anni prima di Adès – un tale Berlioz evocava queste atmosfere shakespeariane… Sabato 5 la prima, poi i commenti.

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