Quante opere ha composto Richard Strauss?
Mah, una quindicina, o giù di lì.
Beh, in realtà: una quindicina, o su di lì.
Sì
perchè ce n’è una che ha vissuto un’avventura piuttosto complicata, essendo
stata dapprima partorita assemblando parti eterogenee, e successivamente ancora
smembrata e ricostruita in una specie di laboratorio per Frankenstein, a forza
di trapianti ed espianti. Cosicchè da una ne sono nate altre due... più una
Suite!
E così purtroppo accadde
che venerdi 25 ottobre 1912, a Stoccarda, la prima fu un mezzo insuccesso, anche a causa della macchinosa
organizzazione: ricevimenti regali e lunghi intervalli che fecero durare lo
spettacolo più di un Parsifal! Lasciando perplesso e infastidito - per opposte
ragioni - sia il pubblico interessato alla commedia, che quello interessato al
dramma musicale.
E le cose non andarono molto meglio (a Monaco, Dresda, Londra, Berlino, Vienna...) con le successive riprese, oltretutto assai costose a causa delle diverse risorse (attori - cantanti) richieste per la rappresentazione. Lo stesso Hofmannsthal fu il primo ad assumersi la responsabilità dei deludenti risultati, il che indusse i due autori ad operare una severa riflessione sul soggetto. Che a sua volta portò (in parallelo alla collaborazione sulla pretenziosa FrOSch) ad una radicale revisione dell’Ariadne (1916, versione 2): il parigino bourgeois di Molière divenne un facoltoso Bürger viennese e della prima parte dello spettacolo - accantonato Molière con le musiche di scena di Strauss - rimase quasi soltanto la transizione (di Hofmannsthal!) ora assai ampliata (40 minuti circa) e soprattutto magistralmente musicata, con la presentazione di temi che ricompariranno nell’opera.
Ecco un quadro sinottico
dell’evoluzione delle musiche del Bürger dal 1912 (prima
versione di Ariadne) al ’18 (opera) e poi al ’19 (suite):
Insomma: da un’idea originale sono scaturiti addirittura quattro titoli di opere musicali, tutti - per ciò che riguarda Strauss - catalogati come Op. 60. Quindi non fidatevi di chi vi vuol propinare semplicemente l’Op. 60 di Strauss: potreste ricevere qualcosa di diverso da ciò che vi aspettavate...
Ecco, dal 23 aprile la Scala ripropone -
dopo
quasi 13 anni - la seconda versione (1916) della sesta opera di Richard Strauss (terza della
collaborazione con Hugo von Hofmannsthal):
Ariadne
auf Naxos.
Come si deduce dallo schema sopra
riportato, le due versioni dell’Ariadne hanno una struttura simile, ma
componenti diverse. Quella del 1912 nacque per giustapposizione di due soggetti
(della durata di circa 90’ ciascuno) legati da una transizione:
a) una rivisitazione (ad opera di
Hofmannsthal, con riduzione da cinque a due atti) della commedia-balletto Le bourgeois
gentilhomme di Molière, quindi una classica pièce di teatro
di prosa, impreziosita dalle musiche di scena di Strauss, in parte e in qualche
modo ispirate a quelle che Lully
aveva composto per Molière; la chiusura, al posto della Cerimonia turca + Ballo delle
Nazioni fu occupata da una invenzione del librettista (ma ispirata dal
regista Max Reinhardt):
una cena (Das Diner) che servì a
Strauss per sbizzarrirsi - accompagnando musicalmente le varie portate - in
parodie di opere famose (Meyerbeer-Prophète,
Wagner-Rheingold, Strauss-Quixote-Rosenkavalier, Verdi-Rigoletto-Traviata...)
E poi, dopo una transizione puramente parlata (scambi di
idee e discussioni fra gli interpreti e addetti ai lavori) che preparava il
terreno per la seconda sezione dello spettacolo...
b)
l’opera seria Ariadne,
da rappresentarsi in casa del bourgeois
Jourdain, un dramma musicale dal soggetto mitologico (Arianna, abbandonata
da Teseo a Nasso, che aspetta la morte e viene invece riportata alla vita da
Bacco, sfuggito agli incantesimi di Circe) deliberatamente inquinato (dalla fervida fantasia di Hofmannsthal) con
l’intromissione di elementi e personaggi della Commedia dell’arte italiana (L’infedele Zerbinetta e i suoi quattro amanti).
Come
si vede, un’idea allo stesso tempo geniale
(teatro-nel-teatro - aspetto assente in Molière - e connubio innaturale, ma
fecondo, fra dramma e commedia, plasticamente impersonato dalla coppia degli opposti
caratteri di Ariadne e Zerbinetta) e azzardata,
in quanto oggetto di natura bifronte (prosa + opera musicale) con le
conseguenti e inevitabili difficoltà ad incontrare i gusti di due pubblici
normalmente assai diversi.
E le cose non andarono molto meglio (a Monaco, Dresda, Londra, Berlino, Vienna...) con le successive riprese, oltretutto assai costose a causa delle diverse risorse (attori - cantanti) richieste per la rappresentazione. Lo stesso Hofmannsthal fu il primo ad assumersi la responsabilità dei deludenti risultati, il che indusse i due autori ad operare una severa riflessione sul soggetto. Che a sua volta portò (in parallelo alla collaborazione sulla pretenziosa FrOSch) ad una radicale revisione dell’Ariadne (1916, versione 2): il parigino bourgeois di Molière divenne un facoltoso Bürger viennese e della prima parte dello spettacolo - accantonato Molière con le musiche di scena di Strauss - rimase quasi soltanto la transizione (di Hofmannsthal!) ora assai ampliata (40 minuti circa) e soprattutto magistralmente musicata, con la presentazione di temi che ricompariranno nell’opera.
Essa
prese quindi la forma di colorita Introduzione
(non per nulla denominata Vorspiel) esclusivamente
focalizzata sulle vicissitudini della preparazione della recita dell’Ariadne,
caratterizzate da un’incredibile serie di contrattempi e sorprese che mettono a
dura prova la personalità di interpreti e addetti alla messinscena, svelandone
qualità, debolezze, fisime e complessi (la realtà
della vita che si mescola con la finzione
del teatro!) In particolare è la figura di Zerbinetta
a venirne esaltata - anche musicalmente - assai prima della sua comparsa
nell’opera. Ma grande rilievo assume quella del Compositore, protagonista già nel breve Preludio orchestrale, che
si apre presentandone i motivi caratteristici. E poi, i suoi molteplici
cambiamenti d’umore e di stato d’animo (principalmente indotti proprio dal
rapporto, conflittuale ma alla fine, chissà, benefico, con la disinvolta soubrette) portano alla luce
problematiche non da poco, riguardo ad arte, estetica, psicologia e...
filosofia!
Del Bourgeois viene quindi conservata la
presenza di pochi personaggi e - quanto alla musica - è recuperata solo quella della mirabile arietta Du,
Venus’ Sohn, ora cantata dal Compositore
invece che dal soprano che doveva impersonare Echo nell’opera.
Quanto
a questa (come i colori dello schema di cui sopra lasciano sospettare) essa fu
una ripresa variata della versione
precedente, dove le variazioni riguardano marginalmente il corpo dell’opera e abbastanza
profondamente l’inquinante italiano. La
prima ebbe luogo a Vienna, mercoledi
4 ottobre 1916 e da allora questa versione è entrata stabilmente in repertorio
ovunque, relegando la prima nel dimenticatoio (solo abbastanza di recente la
versione 1912 è stata riproposta, ma quasi sempre con pesanti manipolazioni ai
testi del Bürger, i cui dialoghi sono stati di volta in volta o completamente
rifatti o manomessi da registi e drammaturghi desiderosi di mettersi in mostra
a buon mercato):
In seguito, con l'intenzione di non voler
lasciare nell’oblio la musica scritta da Strauss per la prima parte dell’opera
nel 1912, Hofmannsthal pensò di riprendere il suo Bourgeois e rimpolparlo in
modo da creare un’opera separata sul soggetto di Molière. Chiese ovviamente a
Strauss di rimpolpare pure la musica del 1912 (portata da 11 a 18 numeri) e
così, ampliato a tre atti, con ripristino della cerimonia turca, Der Bürger als
Edelmann
(denominato - mutuando Molière - commedia
con danze e nemmeno inserito nel catalogo operistico di Strauss) vide la
luce a fine 1917 - inizio ‘18 e fu un nuovo... flop! E allora fu Strauss a decidere di non buttare tutto a mare:
estrasse quindi dalle musiche del Bürger una Suite orchestrale di 9 numeri!
1912 (Ariadne 1)
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1918 (opera)
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1919 (suite)
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Atto I
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Atto I
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1 Ouverture
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1 Ouverture
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1 Ouverture
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2 Entrata di Jourdain
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2 Entrata di Jourdain
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3 Arietta (Du, Venus’ Sohn)
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Portata nel Preludio all’Ariadne
1916 (Compositore)
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4 Strofa di Jourdain
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2a Strofa di Jourdain
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5 Duetto (pastore-pastorella)
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3 Dialogo musicale
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6 Minuetto (maestro di danza)
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4 Minuetto
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2 Minuetto
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7 Il maestro d'armi
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5 Il maestro d'armi
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3 Il maestro d'armi
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8 Entrata e danza dei sarti
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6 Entrata e danza dei sarti
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4 Entrata e danza dei sarti
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9 Finale
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7 Finale
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Atto II
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Atto II
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8 Preludio (minuetto di Lully)
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5 Minuetto di Lully
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9 Entrata di Cleonte
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7 Entrata di Cleonte
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10 Introduzione
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10 Intermezzo
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8 Intermezzo
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11 La cena
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11 La cena
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9 La cena
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12 Corrente (a canone)
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6 Corrente
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13 Finale
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Atto III
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14 Preludio (siciliana)
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15 Melodramma
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16 Cerimonia turca
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17 Finale
(con Madrigale da Lully) |
Insomma: da un’idea originale sono scaturiti addirittura quattro titoli di opere musicali, tutti - per ciò che riguarda Strauss - catalogati come Op. 60. Quindi non fidatevi di chi vi vuol propinare semplicemente l’Op. 60 di Strauss: potreste ricevere qualcosa di diverso da ciò che vi aspettavate...
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Chi fosse interessato ad avvicinarsi a
queste opere, senza per questo intaccare il portafoglio, può trovare ampie
possibilità di ascolto in rete. Io propongo qui degli esempi delle quattro
facce dell’Op.60, ma su youtube c’è
molto di più.
Ariadne
auf Naxos
- versione del 1912 - Edizione diretta da Nagano,
1997
Parte prima (Der Bürger als Edelmann) (parlati: solo monologhi - non originali! - di Jourdain)
Parte
seconda (Ariadne)
Ariadne
auf Naxos
- versione del 1916 - Edizione
diretta da Böhm, 1976
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Un certo interesse destano le modifiche
che Strauss (più che Hofmannsthal) introdusse nella seconda parte dell’Ariadne al
momento di predisporne la seconda versione (quella ormai universalmente
rappresentata).
Un primo provvedimento riguarda l'ovvia eliminazione
di tutti gli interventi parlati di
personaggi del Bourgeois (Jourdain, Dorantes, Dorimène) che nella prima
versione di tanto in tanto commentavano l’esecuzione di Ariadne (Jourdain
addirittura chiudeva l’opera con un ridicolo panegirico alla nobiltà della...
nobiltà). Ma poi Strauss ha anche cassato alcune pagine, le quali (magari non tutte) avrebbero meritato di restare al loro posto.
La tabellina che segue
mette a confronto le due versioni (il riferimento dei minutaggi è alle due
registrazioni citate più sopra, Nagano e Böhm):
E infine ecco la
drastica modifica al finale dell’opera. Nella versione 1916 (Böhm) ascoltiamo
(1h59’33”) l’ultima esternazione
di Bacchus, dopo la quale abbiamo 14 mirabili battute di conclusione, mentre
cala il sipario. Ben diversa, assai più articolata e francamente più debole la
chiusura della versione originale (Nagano): a 1h26’46” ecco l’ultimo
intervento di Bacchus, seguito (1h27’31) da 10 battute strumentali
(verranno conservate nella versione 1916) e poi dal ritorno in primo piano (1h28’08”)
di Zerbinetta che ci ripete ancora la sua disinvolta filosofia di vita, esibendosi
in altri svolazzi, raggiunta (1h29’18”) dai suoi quattro compari.
E non è finita, poichè una transizione strumentale ci porta (1h29’53”)
davanti al padrone di casa (Jourdain) che - snobbato dai suoi invitati, andati
via alla chetichella approfittando del suo appisolamento - ce la mena, in parlato, con la sua stupida e invidiosa
esaltazione dei nobili veraci.
Finalmente (1h30’46”) ecco le 8 spiritose battute sul sipario che cala
Le modifiche e i tagli (più di 10 minuti) riguardano
principalmente, se non esclusivamente, Zerbinetta.
Per il suo primo approccio ad Ariadne (Großmächtige Prinzessin) Strauss non cambia
una virgola fino alla sezione che inizia con So war es mit Pagliazzo, dove introduce una prima modifica all’originale del 1912
(il soprano acuto che interpreta Zerbinetta ne è pesantemente interessato): la
tonalità, invece di passare dal precedente REb al MI maggiore, modula al RE
maggiore (passerà al MI solo alla fine del rondò). E stanti le acrobazie
vertiginose contenute proprio nel successivo rondò, la cosa non è propriamente
trascurabile (invece di uno stratosferico FA# si arriva soltanto - si fa per
dire - al MI naturale!)
1912 - Nagano
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Böhm - 1916
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31’24”
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Großmächtige Prinzessin
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1h11’33”
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MI M 36’52”
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So war es mit Pagliazzo
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1h17’15” RE M
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38’39”
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rondò
- inizio
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1h19’00”
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44’37”
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rondò
- fine
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1h22’33”
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Balza agli occhi l’accorciamento del rondò, che fu abbastanza pesantemente
rivisto e smagrito; ecco messe a confronto le due versioni (in giallo le parti tagliate):
rondò
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1912 (MI M)
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1916 (RE M)
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Als ein Gott kam jeder gegangen
Und sein Schritt schon machte mich stumm,
Küßte er mir Stirn und Wangen,
War ich von dem Gott gefangen
Und gewandelt um und um.
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14 battute
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|
Als ein Gott kam jeder gegangen,
Jeder wandelte mich um,
Küßte er mir Mund und Wangen,
Hingegeben war ich stumm.
|
12 battute
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|
Als ein Gott kam jeder gegangen,
Jeder wandelte mich um,
Küßte er mir Stirn und Wangen,
War ich von dem Gott gefangen,
Hingegeben war ich stumm!
|
20 battute
|
|
Kam der neue Gott gegangen,
Hingegeben war ich stumm.
|
14 battute
|
|
Ah!
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26 battute
|
|
Hingegeben war ich stumm.
Kam der neue Gott gegangen,
Hingegeben war ich…
|
17 battute (7+10)
|
Hingegeben ah!
27 battute (7+20)
|
Ah!
(cadenza)
|
33 battute
|
|
Kam der neue Gott gegangen,
Hingegeben war ich stumm, stumm…
|
9 battute
|
|
145 battute
|
82 battute
|
Come si può notare, il taglio assomma
a ben 63 battute su 145, corrispondenti a circa 2’30” su 6’ di durata, un gran
bello sconto al soprano, non c’è che dire...
Trascurando altri piccoli interventi,
arriviamo ad un nuovo corposo taglio alla parte di Zerbinetta. Bacchus,
scampato alle magie di Circe, è giunto sull’isola e si è fatto udire (non
ancora vedere) nei pressi della spelonca in cui Ariadne sopravvive malamente al
dolore per l’abbandono di Theseus. All’udire la sua voce e convinta si tratti
dell’attesa Morte, Ariadne esce dalla
caverna e si dirige verso quella voce. Nella versione del 1916 (siamo a 1h39’35”
della registrazione di Böhm) sentiamo Bacchus che ancora
ricorda Circe, quindi Ariadne che invita la morte a prenderla con sè, ma poi (1h40’48”)
si trova improvvisamente di fronte un individuo che inizialmente scambia per
Theseus, poi crede di riconoscere in Hermes, messaggero di morte (infine farà
la conoscenza di Bacchus).
Invece in origine (versione 1912)
prima di Bacchus è Zerbinetta a farsi avanti per omaggiare Ariadne e poi annunciarle
l’arrivo sull’isola di un personaggio dalle doti e qualità strabilianti: nella
registrazione di Nagano a 1h00’54” sentiamo Bacchus, poi
Ariadne e quindi (1h02’00”) l’intervento di Zerbinetta (con Echo). Dopo il quale
Ariadne rimane sempre apatica e indifferente, e allora Zerbinetta e le ninfe la
adornano sontuosamente per accogliere Bacchus (ma lei è convinta che l’abbiano
così abbigliata in vista del suo... funerale). E solo a questo punto, dopo un interludio
orchestrale che gli dà il tempo di arrivare sul posto, ecco apparire (1h07’31”)
Bacchus, scambiato per Theseus.
Sono quindi più di 5 minuti di musica
(un allegro walzerino) che Strauss decise di espungere nel predisporre la nuova
versione dell’opera. A dirla tutta, questa non mi sembra poi una perdita irreparabile:
poichè non si tratta certo di mirabili melodie straussiane. E anche l’interludio
strumentale (66 battute) non è tale da destare grandi entusiasmi.
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Tornando alla Scala, in questa nuova
produzione vedremo come appropriatissimo interprete della parte di Maggiordomo (quante volte, nei gialli, è lui l'assassino?!) tale Alexander Pereira. Anche se lui
si limiterà a parlare, senza emettere alcun suono musicale, sarà una bella occasione per
i suoi detrattori per tirargli in testa ortaggi e monetine saudite (giuro che non è un’istigazione
a delinquere...)
La nuova produzione (con repliche da aprile a... giugno!) è affidata alla regìa di Frederic Wake-Walker, che ha già firmato per la Scala un paio di simpatici Mozart (Nozze e Giardiniera): date le caratteristiche della pièce c’è da augurarsi che il giovane albionico azzecchi anche questa.
Staremo a sentire e vedere...
La nuova produzione (con repliche da aprile a... giugno!) è affidata alla regìa di Frederic Wake-Walker, che ha già firmato per la Scala un paio di simpatici Mozart (Nozze e Giardiniera): date le caratteristiche della pièce c’è da augurarsi che il giovane albionico azzecchi anche questa.
Sul podio Franz
Welser-Möst, che qui diresse
proprio le citate Nozze del regista.
Il maestro viennese dovrebbe avere questa musica un po’ nel sangue, quindi
speriamo per il meglio.
L’eccellente Krassimira Stoyanova
sarà la protagonista... formale (dicasi title-role) mentre quella di
fatto, date le acrobazie da circo che dovrà sciorinare, sarà la 33enne Sabine
Devieilhe, che avendo dato il nome ad un asteroide (il 33346) dovrebbe ben destreggiarsi nell’iperspazio
di Zerbinetta (speriamo solo che non caschi nel buco nero recentemente
immortalato a gloria imperitura di Einstein...)
Alla travestita Daniela Sindram
toccherà la parte (già da lei sostenuta in passato) del compositore, che in
questa versione dell’opera ha - come già ricordato - un ruolo fondamentale (pur
relegato al solo Vorspiel).
Michael Koenig sarà Bacchus
e Markus Werba farà il Maestro di musica. L’altra parte di un certo
rilievo è quella di Harlekin, impersonato da Thomas Tatzl.
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