Chiusura di
stagione in grande stile per laBarocca,
l’ensemble di Ruben Jais
specializzato nel repertorio del ‘6-700: con l’esecuzione in forma di concerto
dell’opera più famosa di Gluck, Orfeo ed Euridice.
Si tratta della
versione originale (1762, Vienna) quindi in italiano e senza le aggiunte (oltre
alla lingua) prodotte per Parigi nel 1774: insomma, la versione più autentica,
una cui pregevole esecuzione si può ascoltare qui con Muti a Salzburg nel 2010.
La leggenda, o il mito se si preferisce, di Orfeo è
arcinota ed è stata da sempre oggetto di opere letterarie, figurative e
musicali: tutti sanno che il povero cantautore, ammesso dagli dei a recuperare
dall’oltretomba la consorte Euridice (defunta causa morso di serpe) non sa
resistere all’obbligo di non guardarla prima di tornare all’aldiqua, e così la
perde definitivamente, ritirandosi in montagna a fare… l’omosessuale (!)
Non così nell’opera di Gluck, dove ci si inventò un
incredibile lieto fine, con la
seconda resurrezione della bella e il trionfo di Amore. Ecco come si giustificò
l’autore della clamorosa innovazione, Ranieri
de’ Calzabigi: Per adattar la favola alle nostre scene ho dovuto cambiar la
catastrofe. Insomma, per festeggiare degnamente l’onomastico dell’Imperatore…
si cambiò anche la storia. Ma fu la storia della musica a cambiare sotto la
spinta del combinato disposto del libretto di Calzabigi e della musica di
Gluck: un’autentica miscela esplosiva che mutò repentinamente tutte le regole
del gioco nel mondo del teatro musicale, gettando una specie di ponte fra la Camerata dei Bardi e… Wagner.
Opera che si ricorda superficialmente
per l’aria Che
farò senza Euridice? ma che contiene mille altre perle, che ieri Ruben Jais ha splendidamente portato
alla luce, con la sua proverbiale cura per il suono e per l’equilibrio delle
voci. L’orchestra comprendeva due corni barocchi, due chalumeau e l’arpetta (la
lira di Orfeo) dislocata opportunamente al proscenio. Impeccabile l’Ensemble vocale di Luca Dellacasa, autentico protagonista dell’opera. Delle tre
soliste, Sonia Prina ha confermato le
sue ben note qualità, con un’interpretazione appassionata del personaggio di
Orfeo; bene anche Maria Grazia Schiavo
(Euridice) a dispetto di una voce che tende al vetroso nelle note alte;
sufficiente Francesca Cassinari
(Amore), voce piuttosto piccola e non molto penetrante.
In definitiva, una prova di grande livello
dei complessi de laBarocca, che hanno
meritato ovazioni da una platea abbastanza gremita e concesso il bis del conclusivo Trionfi Amore.
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