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17 settembre, 2010

Stagione dell’OrchestraVerdi - 2

Ancora Xian Zhang sul podio per il secondo concerto della stagione, con musiche che hanno attorno al secolo di età, o poco più.

Si comincia da… dove sono finiti, neanche una settimana fa, i PROMS-2010: la prima della marce Pomp & Circumstance (da sempre ribattezzata Land of Hope and Glory) di Edward Elgar. Il cui Trio è diventato universalmente famoso:





Forse a un'orchestra italiana farà difetto la cerimonia, ma la pompa no di sicuro, e i ragazzi si scatenano in un'esecuzione trascinante, accolta da fragorosi applausi.

Ancora il bizzarro Elgar con le sue Enigma Variations, in cui il compositore si divertì a ritrarre musicalmente gli amici, personaggi più o meno noti della buona società britannica, ed anche sé medesimo (!) attraverso una serie di 14 variazioni su un tema, che sarebbero ulteriormente legate ad un più ampio tema, che le percorre tutte: e quest'ultimo tema costituirebbe l'enigma cui fa riferimento il titolo. Da più di un secolo (le variazioni sono del 1899) c'è chi si è scervellato per trovare la soluzione: God save the Queen e Auld Lang Syne (il nostro Valzer delle candele) furono proposte all'autore, che negò fossero la risposta giusta e si portò la soluzione nella tomba.

Ma il concorso è continuato negli anni: nel 1976 un musicologo olandese, Theo van Houten, decriptò una frase che Elgar aveva scritto per il programma di sala della prima esecuzione: So the principal theme never appears. Dato che il compositore amava i giochi di parole, la frase si può leggere anche così: So the principal theme never appears, quindi il tema in questione avrebbe attinenza con never. E guarda caso, il più antico canto patriottico britannico, Rule Britannia, contiene la parola never musicata da Thomas Arne esattamente con le prime note del tema di Elgar:






Altri indizi portano alla stessa soluzione, peccato che Elgar non possa confermare o smentire. Intanto, visto che si parlava di PROMS, anche Rule Britannia è una costante delle serate finali: qui è cantata nel 2008 da Bryn Terfel con l'anti-vibratista Norrington (quest'anno è toccato a Renee Fleming).
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Di sicuro la più famosa delle variazioni, spesso eseguita singolarmente, come bis nei concerti, è la n°9, intitolata Nimrod, un grande Adagio di 43 battute in MIb maggiore, dove il tema viene esposto con molta nobiltà, in un continuo crescendo dall'iniziale ppp al ff della finale perorazione, chiusa poi di nuovo in pp. È un grande momento - cui Zhang fa opportunamente seguire una pausa di respiro - che supera esteticamente lo stesso finale, piuttosto enfatico e scontato. Al termine del quale scrosciano trionfali gli applausi per la Zhang e i suoi.
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Dopo l'intervallo arriva Roberto Cominati – gli mancava solo il frac per essere agli antipodi di certi divi di importazione che vanno oggi per la maggiore - a proporci il Terzo concerto di Rachmaninov. Le prime esecuzioni – con l'autore al piano - si tennero a New York, a cavallo fra il 1909 e il 1910: a fine novembre con la mediocre New York Symphony, diretta dal mediocre Walter Damrosch, e a gennaio con la superba NY Philharmonic diretta nientemeno che da Gustav Mahler, che contribuì non poco – con la sua direzione accurata e perfezionista - al successo del concerto. Che peraltro non ha goduto poi di straordinaria simpatia presso i pianisti, molti dei quali gli hanno preferito il secondo e il quarto.
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Da 15 anni a questa parte però il terzo ha ripreso notorietà dopo essere stato in qualche modo protagonista del film Shine che gli ha procurato la fama – piuttosto usurpata, peraltro - di musica che fa ammattire l'interprete, tanta e tale sarebbe la tensione nervosa indotta dalla difficoltà dell'opera. La quale in realtà mette a dura prova più il corpo che la mente dell'esecutore (e anche dell'ascoltatore… smile!)
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E di sicuro Cominati ha mantenuto bene in equilibrio la sua mente, facendo invece impazzire le dita per porgere nel migliore dei modi il tanto (decadente funambolismo) e il poco (costrutto estetico) di buono che troviamo in quest'opera. Il cui tema principale, che torna ciclicamente anche nel Finale, non è propriamente di quelli che lasciano a bocca aperta:





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Qui si può ascoltare la storica registrazione del 1939, con l'Autore al pianoforte: parte1, parte2, parte3.
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Quella di Cominati è una performance eccezionale e - a dispetto di Rachmaninov – lui e l'Orchestra vengono gratificati di calorosissimi applausi, cosicchè il bel quarantenne, sotto una pioggia di bravo! concede anche un bis, assai apprezzato, in particolare – immagino - dalle sue tante ammiratrici… The man I love.
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Il prossimo appuntamento è di quelli che capita di prendere assai raramente: con l'ipertrofica Terza di Mahler, che sarà anche eseguita in anteprima mercoledi 22 per il MI-TO.
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PS: continuano le iniziative della Fondazione per avvicinare i giovani alla musica. Quest'anno, ogni venerdi sera, c'è la Happy Hour abbinata al concerto in programma, il tutto a soli 10€, per i ragazzi fino a… 30 anni! Chi ha la fortuna di essere giovane, ne approfitti… prima che sia troppo tardi: prosit!
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