Si conclude con questo triplice appuntamento la lunghissima stagione 14-15 de laVERDI, stagione
che – EXPO imperante – si è estesa fino ad includere quella che
tradizionalmente era la parte iniziale (settembre-dicembre) della stagione
successiva.
Come la WWII, anche questa stagione si chiude in Giappone, grazie
all’ultimo sforzo di Nicola Campogrande e ad opere delle due principali potenze vincitrici della guerra: USA e URSS
Russia. Sul podio il sempre effervescente John
Axelrod.
Dopo che Campogrande si è congedato con il suo sayonara è Rachel Kolly
d'Alba (che torna in Auditorium a quasi quattro anni di distanza
dalla sua precedente apparizione) a presentarci un particolare concerto per
violino: la Serenade di Lenny Bernstein, che lei ha già inciso con l’Orchestra di cui Axelrod è
Direttore musicale.
Composta su commissione della Fondazione
Koussevitzky, esordì alla Fenice nel 1954 con il dedicatario Isaac Stern come solista e l’Autore alla
testa della IPO; si ispira al Simposio
di Platone, dove si celebrano le magnifiche e progressive sorti dell’Amore. È strutturata in cinque parti,
che ripercorrono, senza rispettarne rigorosamente la sequenza, i lavori del Simposio (in realtà una prosaica mangiata&bevuta) evocando i
principali interventi di sette dei convenuti, i cui nomi compaiono in testa a
ciascun movimento del concerto (le frasi accanto ai nomi non sono di Bernstein, ma sintetizzano il senso dei diversi
interventi):
I Lento –
Allegro
Phaedrus: Amore è un dio potente,
antichissimo e meraviglioso
Pausanias:
Ci sono due tipi di amore, e solo
uno è positivo (quello omosessuale)
II Allegretto
Aristophanes: Una volta i sessi umani erano tre
(maschio, femmina e andrògino)
III Presto
Eryximachus: Esiste un amore di vita ed un amore di morte
IV Adagio
Agathon: Diamo una definizione dell'amore: esso è il più
buono e il più bello degli dèi
V Molto tenuto - Allegro molto vivace
Socrates: La meta finale è la contemplazione
della Bellezza divina
Alcibiades: Io non farò l'elogio dell'amore, ma quello di Socrate
Bisognerebbe entrare nella mente di Bernstein per cogliere le oscure sensazioni da lui provate alla
lettura del Simposio e poi dalla sua penna tradotte in musica. Il compositore
in effetti lasciò alcune note in proposito, che furono redatte però a-posteriori, e che chiariscono più che altro le relazioni di
carattere musicale fra i diversi movimenti del concerto. Questa è comunque musica
che si può apprezzare anche senza necessariamente rifarsi al platonico testo. E la bella rossocrociata-rossocrinuta Rachel non ci priva di un’esecuzione
davvero ispirata, e ben supportata dagli archi e percussioni guidati da uno che
il pezzo l’ha studiato nientemeno che con… l’Autore! Poi un impegnativo encore del prediletto Ysaÿe, del quale la nostra ha pure inciso un album.
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Chiude il concerto un simpatico abbinamento di sapore natalizio: gli Schiaccianoci della premiata coppia Ellington-Ciajkovski. Abbinamento anche
fra i due gruppi di esecutori: ai ragazzi de laVERDI (che stanno con
Ciajkovski) si affiancano quelli della Tomellieri
Jazz Band, che interpretano l’arrangiamento di Ellington.
Come ci aveva anticipato Axelrod nella presentazione
del programma, le due versioni della Suite
Op.71a vengono presentate in un geniale incastro: ciascun numero viene
eseguito dall’Orchestra in versione originale e subito dopo dalla Band in versione Duke! Axelrod è bravissimo nell’esaltare i contrasti fra le due
facce della medaglia: estrae dall’orchestra un suono sottile, etereo,
leggerissimo, proprio come in un mendelssohniano sogno natalizio, che contrasta piacevolmente con il suono necessariamente
corposo dei fiati della Band, dove Tomellieri&C si superano in strepitosi virtuosismi.
Applausi a scena aperta dopo ciascun numero. Quindi
si ripete l’Ouverture, la cui versione-Duke viene accompagnata dal pubblico con
battimani stile-Radetzky a Vienna! E ancora il pubblico (Auditorium
letteralmente gremito!) non ne vuol sapere di andarsene, attaccando un applauso
ritmato… così ecco un nuovo travolgente doppio-Trepak a chiudere una serata da incorniciare.
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Ora aspettiamo, dopo una breve pausa natalizia,
l’esordio della nuova stagione 2016 (che coprirà l’anno solare): apertura a fine dicembre
con il tradizionale appuntamento con… l’inno
europeo.
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