Ancora Xian sul podio (ci tornerà anche la
prossima settimana) per una nuova puntata di tutto-Mozart!
Dopo l’Ouverture del DonGiovanni, suonata da
Xian con fiero cipiglio, ecco il piatto forte della serata (con tutto il
rispetto per la K550!) che è la Sinfonia
Concertante della quale sono protagonisti due alfieri de laVerdi: Luca Santaniello e Gabriele Mugnai, sostituiti sulle loro sedie abituali da Dellingshausen e Yamagishi.
Composta
nell’ormai divenuta insopportabile (per lui) Salzburg del Colloredo, al ritorno da un lungo viaggio (che aveva toccato Mannheim
e poi Parigi, dove gli era… toccato di seppellire la mamma) è un’opera
mirabile, che rivela un Mozart ormai adulto e pronto per le prossime grandi
tappe (Idomeneo in testa, scritto anch’esso avendo in mente la favolosa orchestra
di Mannheim, da lui diretta nelle recite di Monaco) della sua pur breve esistenza.
___
Oggi è diventata poco più che una curiosità, ma c’è un particolare da notare subito, ed è la
prescrizione di Mozart riguardo l’accordatura
della viola: che deve essere di un
semitono più alta rispetto al resto dell’orchestra. Ovviamente, per
compensare l’effetto di tale accordatura, la parte della viola, invece che in
MIb (la tonalità d’impianto dell’intero brano) è notata in RE (un semitono
sotto):
Il risultato,
in termini di altezza dei suoni, non
cambia (con il temperamento equabile, suonare un RE con strumento accordato un
semitono sopra equivale esattamente a suonare un MIb con l’accordatura normale)
ma cambia assai – oltre che per maggior comodità di esecuzione per il solista -
in termini di timbro e risonanza (caratteristiche legate, fra
le altre variabili, alla tensione
delle corde dello strumento, che ovviamente cresce innalzando l’accordatura e fa
produrre quindi armoniche diverse): l’effetto complessivo è quello di una
maggior penetrazione del suono della viola, che compensa sua la cupezza
naturale e le consente di dialogare con il violino da-pari-a-pari, senza farsi risucchiare dal vortice orchestrale.
Mozart
era un esperto violista, e questo è solo un piccolo esempio della cura e della
perspicacia che metteva nelle sue composizioni. Per la verità la sua
prescrizione è caduta in… prescrizione, anche a seguito dei miglioramenti
tecnici apportati via via allo strumento (le corde, appunto) che ne hanno migliorato
la qualità e potenza del suono; e ormai quasi nessuno la segue più, salvo che
qualche patito
di HIP (Historically Informed Performance).
Per la cronaca
e per fare altri esempi, anche Richard
Strauss, nel Don Quixote, per un passaggio
della Variazione 3, chiederà alla viola solista (che scimmiotta Sancho Panza) di accordare in SI anzichè
DO la quarta corda (la più bassa) evidentemente per abbrunarne ulteriormente il
suono. E questo procedimento di scordatura
applicherà anche Mahler nel secondo
movimento della sua Quarta sinfonia,
laddove al violino solista si richiede di impiegare uno strumento accordato
precisamente un tono più in alto (corde in LA-MI-SI-FA# anziché SOL-RE-LA-MI) rispetto
agli altri (che suonano in DO minore, con 3 bemolli in chiave). Il violino ha
la parte notata in SIb minore (5 bemolli) esattamente un tono sotto rispetto agli
altri: stessa altezza di suoni quindi, ma diverso timbro, assai più stridulo (proprio
come voleva l’Autore) a seguito della maggior tensione delle corde:
___
Questa
sinfonia concertante è un vero gioiello, che raggiunge il massimo della
preziosità nell’Andante centrale in
DO minore, il cui tema principale è una delle pagine più strabilianti
dell’intera produzione musicale:
I due
moschettieri de laVerdi ne hanno dato
– ben supportati da Xian e dai compagni, in formazione ridotta e con le file dei
violini arretrate di un paio di metri per mettere loro in maggior risalto -
un’interpretazione invero splendida, accolta da autentiche ovazioni. Insomma, è
bello constatare che non siamo ancora al punto di dover rimpiangere certi
mostri sacri del passato (come i due Oistrakh - con Menhuin sul podio! – in questa
storica esecuzione ripresa a Londra, anni ’60).
E per
ringraziare il pubblico osannante – e invero oceanico – che gremiva
l’Auditorium, i due lo hanno poi deliziato con un indiavolato bis di Piazzolla, in un arrangiamento dedicato proprio da Gabriele a Luca.
___
Si è chiuso
in bellezza con la celeberrima Sinfonia in Sol minore, nella versione
con i clarinetti (originariamente boicottati da Mozart). Grande prestazione di tutti
e accoglienza davvero trionfale.
Nessun commento:
Posta un commento