È
un pimpante 76enne viennese il Direttore che questa settimana sale sul podio
dell’Orchestra Sinfonica di Milano, per offrirci un concerto che
spazia da fine ‘700 a fine ’800, coinvolgendo Haydn, Mozart e Brahms.
Eschwé è uno degli eredi del leggendario Willy Boskowsky (che i diversamente giovani ricorderanno protagonista di 25 edizioni - ’55-’79 - del Concerto di Capodanno) alla guida della Wiener Johann Strauss Orchester, nata 60 anni fa per perpetuare la tradizione straussiana. Insomma, è uno che ha Vienna e la sua musica nel sangue.
Si parte quindi con Haydn, del quale ascoltiamo la londinese Sinfonia n. 94 in Sol maggiore, nota con il nick La sorpresa. Di cui ho tracciato una sommaria descrizione in questo scritto di qualche tempo fa.
Eschwé
la dirige con leggerezza, eleganza e leziosità (proprio come fosse alle prese
con gli Strauss…) senza però mancare di mettere in risalto le mazzate del timpano che
danno il nome alla sinfonia.
E così il pubblico lo ricambia calorosamente.
Le prime due arie sono del Mozart ormai al culmine della carriera (Vienna, 1789) e si tratta di arie cosiddette sostitutive per l’opera Il burbero di buon cuore di Vicente Martin y Soler. I Testi (mutuati da Le bourru bienfaisant di Carlo Goldoni) sono di Lorenzo DaPonte.
Sono entrambe cantate da Madama Lucilla, moglie di Giocondo (sempre burbero e irascibile a causa di disavventure economiche) e preoccupata per il suo futuro.
Chi sa, chi sa, qual sia K 582 (Primo atto, scena 14). 4/4 alla breve, forma bistrofa A-B-A, Andante, tonalità DO-SOL-DO maggiore.
A Chi sa, chi sa
qual sia
L'affanno del mio bene?
Se sdegno, gelosia,
Timor, sospetto, amor.
B Voi che sapete, oh Dei!
I puri affetti miei,
Voi questo dubbio amaro
Vado, ma dove? K 583 (Secondo atto, scena 6). 4/4, forma A-A’ (Allegro) / B-B’ (Andante sostenuto), tonalità MIb-SIb-MIb maggiore (sia A che B).
A Vado, ma dove?
Oh Dei!
Se de' tormenti suoi,
se de' sospiri miei
non sente il ciel pietà!
B Tu che mi parli al core,
Guida i miei passi, amore;
Tu quel ritegno or togli
Che dubitar mi fa.
La terza aria è Voi avete un cor fedele K 217, su versi di Carlo Goldoni, tratti dall’opera Le nozze di Dorina di Baldassare Galuppi (primo atto, scena 4). Il testo è stato appositamente adattato per questa aria da concerto, composta da un Mozart 19enne a Salzburg. Nell’opera Dorina esterna ai due spasimanti (Titta e Mingone) i suoi dubbi sulla loro futura fedeltà; nel testo dell’aria il suo interlocutore è soltanto uno.
Il testo si struttura in due strofe (A e B) inizialmente esposte nelle tonalità SOL (Andantino grazioso, 3/4) e (due volte) RE maggiore (Allegro, 4/4). Poi tornano A (Tempo primo) e B (Allegro). È A (Tempo primo) a chiudere l’aria.
A Voi avete un cor
fedele
come amante appassionato,
ma mio sposo dichiarato,
che farete? Cangerete?
Dite, allora, che sarà?
Mantenete fedeltà?
B Ah, non credo! Già prevedo,
non ancora, non per ora,
non mi vuò di voi fidar.
Beh,
la Slávka ha dimostrato che le sue qualità non si limitano al ...fisico, ma anche all’artistico: voce ben impostata, da soprano lirico, ha cesellato le due arie
per il Burbero con grazia e pathos; poi, come Dorina, ha anche dato
fondo alle sue capacità virtuosistiche e coloraturistiche.
Per lei gran successo e tre chiamate a furor di popolo.
Questa
prima Serenata, a dispetto del classico genere relativamente leggero (vedi
Mozart) con Brahms assume infatti robuste caratteristiche quasi sinfoniche (Joachim
ne parlò proprio come di una sinfonia): basti dire che il primo
movimento consta di un numero di battute (574, da-capo escluso) superiore a quello di tutti i
suoi primi movimenti di sinfonia e concerto; e che il solo Adagio dura
(a seconda dei direttori, escluso il velocista Chailly) da 12 a 15 minuti, più
di metà dell’intera Sinfonia di Haydn (Mahler, è lei?!)
Seguiamola
con un giovane
Haitink (1977) e l’orchestra del Concertgebouw:
I. Allegro molto. Forma sonata.
II. Scherzo. Allegro non troppo. RE minore. Sezione I.
III. Adagio non troppo. Forma sonata.
IV. Due Menuetti (I-II-I).
V. Scherzo, Allegro. RE maggiore. Introduzione.
VI.
Rondo, Allegro. Sonata-rondo (A-B-A.C-B-A-Coda). RE maggiore.
Come
si può notare, a parte la discreta complessità del tutto, troviamo anche alcune
(più o meno ardite) deroghe dagli schemi classici, a testimonianza della spinta
innovatrice di Brahms, che poi si manifesterà nel resto della sua produzione,
giustificando l’attributo di progressivo che il rivoluzionario Schönberg
affibbierà al conservatore amburghese.
Successo travolgente, che il Direttore ha ripagato – commemorando i 200 anni dalla nascita del suo adorato Johann - con la brillante Pizzicato-Polka!
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