L’ultima
composizione puramente strumentale per grande orchestra (64 archi, tanto per
cominciare) di Richard Strauss (1915) è al
centro del concerto di questa settimana. Sul podio dell’Auditorium fa il suo
esordio quell’Alexander Soddy che dalla prossima settimana dirigerà alla
Scala le ultime tre repliche della Valchiria.
Il titolo di Sinfonia (già da Strauss impiegato per la precedente Domestica) non deve trarre in inganno: siamo sempre al Tondichtung, il Poema Sinfonico che aveva caratterizzato la produzione straussiana fino alla fine ‘800 (da Don Juan ad Ein Heldenleben). Prima Strauss aveva anche composto Aus Italien, battezzata come Fantasia sinfonica, che di sinfonico ha solo la struttura in 4 parti, ma resta pur sempre musica descrittiva (o evocativa), in questo caso di paesaggi e musiche popolari italiane.
E una struttura in 4 parti (che accorpavano le 22 stazioni dell’escursione in montagna) aveva originariamente anche Eine Alpensinfonie, struttura poi giudiziosamente abbandonata. Per dare all’opera un’ammantatura filosofica Strauss stesso l’aveva intitolata Antichrist, titolo poi rimosso, forse per tema che la si prendesse (ma cambiando le didascalie) per… Zarathustra-2-la-vendetta?!?
Io ribadisco quanto già esposto tempo fa al proposito: mi accontento di gustare questa musica, che è bella-in-sé, al massimo apprezzando gli accattivanti accostamenti naturalistici proposti in partitura dall’Autore.
La
precedente esecuzione qui (maggio ’19) aveva visto Bignamini guidare –
per far fronte alle straussiane esigenze di organico - l’insieme di due
orchestre (l’altra era la Toscanini). Questa volta la Fondazione ha
fatto tutto da sola, approfittando dell’occasione per lanciare una meritoria iniziativa: accogliere 13 strumentisti in uno stage di studio sul brano in programma, per poi
aggiungersi all’Orchestra ed eseguirlo.
Così il pubblico non ha lesinato ovazioni e applausi a tutti i musicisti sul palco e pure a quelli (8 ottoni invece dei 16 prescritti dal megalomane Strauss) che han fatto sentire i loro richiami da alpestri cacciatori da dietro le quinte.
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