Il tema del concerto
dell’Orchestra
Sinfonica di Milano di questa settimana – sul podio dell'Auditorium torna uno dei direttoti emeriti, Claus
Peter Flor - è la morte (!) Ma non si
tratta di pagine della sezione necrologi di qualche giornale, bensì di sublimazioni
artistiche legate a quello che è l’inevitabile destino di ognuno di noi…
Due composizioni
che furono create dai rispettivi autori (Mahler e Mozart) in condizioni
esistenziali praticamente antipodiche: il sommo Teofilo ormai in vista della
propria fine, tanto che questa sopraggiunse ben prima che l’opera fosse portata
a termine; il 41enne Mahler che, dopo aver visto la morte in fronte (anzi… ehm…
in… c**o!) aveva chiuso in idillio la Quarta Sinfonia e ripreso la sua
vita felice con la bella Alma, che gli stava per dare un paio di paffute
figliolette.
E la serata si
apre proprio con i Kindertotenlieder, su testi di Friedrich Rückert (che per la verità li aveva
titolati Kindertodtenlieder) il quale aveva scritto ben 428 poesie per
ricordare la morte prematura (per scarlattina, nel giro di poche settimane dopo
Natale e Capodanno del 1833) dei due figli più giovani dei suoi sei.
Mahler musicò
cinque di queste poesie, in due rate: tre nel 1901 (quando ancora era senza
figlie) e due nel 1904, fresco padre della seconda femminuccia (Gucki,
di due anni più giovane della prima, Putzi). A quell’epoca lui poteva ben
considerarsi un uomo felice e arrivato: Generalmusikdirektor della Hofoper di
Vienna (ai tempi uno dei teatri più rinomati, se non il più importante, del
panorama musicale); sposato alla donna più ammirata e desiderata di Vienna
(Alma Schindler); ed economicamente arrivato (lui in effetti non aveva mai
patito ristrettezze, era di famiglia ebrea benestante, che aveva potuto
mandarlo da solo, dalla periferica Jihlava a studiare a Vienna).
Certo, da
bambino aveva dovuto venire a conoscenza o assistere alla prematura scomparsa
di due suoi fratellini, il che può spiegare la sua decisione di musicare quelle
poesie di Rückert, ma è certo – e da lui stesso confermato anni dopo - che non si
trovasse nelle stesse condizioni di disperazione dell’autore dei testi. Oltretutto,
proprio nello stesso periodo, Mahler completava la sua Sinfonia tragica
(la Sesta) il che conferma come le sue scelte estetiche del momento non fossero
per nulla conseguenza di disavventure materiali o psicologiche. (Il destino
arriverà a colpire qualche anno dopo, con la morte di Putzi, sempre per
scarlattina e difterite, il licenziamento dal Teatro, la scoperta della disfunzione
cardiaca, e soprattutto quella dei tradimenti a sfondo sessuale di Alma…) Più sotto
alcuni dettagli sulla composizione.
Il giovane baritono Benjamin Appl
ne ha dato un’interpretazione intensa, sfoggiando una voce chiara e bene
impostata. Magari potrebbe perfezionare la varietà di sfumature, ma di sicuro
avrà tempo per farlo. Intanto si è meritato – insieme all’orchestra – applausi,
consensi e chiamate alla ribalta, da parte di un pubblico tornato per l’occasione
ad affollare piacevolmente l’Auditorium.
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Ecco poi il
clou della serata: il Requiem K626. Opera purtroppo rimasta allo stato di torso e completata-rimaneggiata
da mani diverse (qui una mia breve disamina delle sue disavventure…)
Flor, che lo
aveva già diretto con laVerdi 17 anni orsono, torna a presentare l’opera completa (nella versione Süssmayr)
dopo che l’ultima apparizione del Requiem qui in Auditorium (2020 con Maxime
Pascal) era stata limitata a Introitus, Kyrie e alla Sequenz (versione Eybler).
Per
l’occasione il Coro Sinfonico diretto da Massimo Fiocchi
Malaspina
è rinforzato dal Coro dei giovani di Maria Teresa Tramontin. Ed è
stato protagonista di una eccellente prestazione, in particolare nei tanti
passaggi fugati che costellano l’opera.
Ma anche i quattro solisti (ad Appl si
sono aggiunti Sobotka Iwona, Bettina Ranch e Bernhard
Berchtold) disposti fra orchestra e coro hanno dato il loro sostanziale
contributo al successo dell’esecuzione.
Orchestra come al solito in grande
spolvero (menzione doverosa per il trombone basso di Giacomo Ceresani,
protagonista del Tuba Mirum con Berchtold). Flor ha diretto con il
solito piglio, anche se (gusti miei personali) avrebbe potuto tenere tempi meno
sostenuti in alcuni passaggi che meriterebbero più… aggressività. Significativa
la lunga pausa di raccoglimento da lui tenuta fra l’Offertorium e il Sanctus,
proprio a separare Mozart da… Süssmayr.
Inutile dire
della calorosa accoglienza che il pubblico ha riservato a tutti.
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I
Kindertotenlieder
Rispetto ai testi originali, Mahler ha introdotto qua e là alcune variazioni, o aggiunte, per ragioni squisitamente musicali. I testi riportati nel seguito sono appunto quelli musicati.
1. Nun will die Sonn' so hell aufgehn (1901)
Dal testo traspare dolore immenso
(la luce si è spenta nel cuore del padre); ma poi prevale la fede nella luce
eterna del mondo.
Langsam und schwermütig; nicht schleppend – 4/4 RE minore (-maggiore)
In questo Lied (di due quartine) troviamo una
continua alternanza fra voce e strumenti. La struttura tematica del Lied per
quanto riguarda la voce si può così schematizzare: A-B/A-B//C/A-B//B
Introduzione orchestrale I (oboe)
Nun will die Sonn' so hell
aufgehn, (Tema A)
Risposta orchestrale su Tema A (oboe)
Als sei
kein Unglück, kein Unglück die Nacht geschehn! (Tema
B)
Chiusura orchestrale
O (corno)
Introduzione orchestrale I’ (oboe)
Das Unglück geschah nur mir
allein! (Tema A)
Risposta orchestrale
su Tema A (oboe)
Die
Sonne, die Sonne sie scheinet allgemein! (Tema B)
Chiusura orchestrale
O’ (corno)
Introduzione orchestrale I’’ (oboe + corni su Tema A)
Du
mußt nicht die Nacht in dir verschränken, (Tema
C)
Mußt
sie ins ew'ge Licht versenken! (cont. Tema C)
Transizione orchestrale (contiene I’’’ nell’oboe)
Ein Lämplein verlosch in
meinem Zelt! (Tema A)
Heil sei dem Freudenlicht der Welt!
(Tema B accorciato)
Chiusura orchestrale
O’’ (violoncelli)
dem Freudenlicht der Welt! (coda
Tema B variato)
Nella figura sottostante
sono rappresentati i principali passaggi di voce e strumenti (esclusa la lunga transizione
orchestrale che segue il Tema C). Come precisato, i temi A e B e le
introduzioni e code orchestrali variano (poco o tanto) fra una strofa e l’altra.
Va anche osservato come
Mahler continuamente vari le atmosfere – anche a parità di temi – con passaggi
maggiore-minore, o attraverso contrasti fra diatonismo e cromatismo, o fra timbri
orchestrali: insomma, non c’è mai pura ripetitività (e questa sappiamo essere
una delle principali peculiarità dell’estetica mahleriana…)
2. Nun seh' ich wohl, warum so dunkle
Flammen (1904)
Gli
occhi dei bambini, quali raggi di luce accecante, dicevano al padre ciò che il
padre non voleva/poteva capire: che sarebbero tornati là da dove ogni creatura
è venuta. Avrebbero tanto voluto restare con lui, ma il destino aveva scelto
altrimenti. E così quegli occhi fiammeggianti si trasformeranno in lucenti
stelle.
Ruhig, nicht schleppend – 4/4 DO minore (-maggiore) / RE maggiore
A differenza del primo Lied, qui, se si escludono le poche battute di
inizio e fine, è sempre la voce a tener banco, esponendo le due quartine e le
due terzine del testo.
L’attacco
del canto, dopo le 4 battute introduttive, viene proprio da lontano e dalle
profondità, precisamente dalla tomba di Radames! Mahler lo aveva già
citato nel terzo movimento (Ruhevoll) della sua Quarta ed ora
lo impiega (quasi nella stessa tonalità) per aprire il Lied:
DO minore
Nun seh' ich wohl, warum so dunkle Flammen
Ihr sprühtet mir in manchem Augenblicke. O Augen! O Augen!
DO maggiore
Gleichsam, um voll in einem Blicke
Zu drängen eure ganze Macht zusammen.
DO minore (> LAb maggiore?)Doch ahnt' ich nicht, weil Nebel mich umschwammen,
Gewoben vom verblendenden Geschicke,
DO maggioreDaß sich der Strahl bereits zur Heimkehr schicke,
Dorthin, dorthin, von wannen alle Strahlen stammen.
DO Maggiore >>> RE maggioreIhr wolltet mir mit eurem Leuchten sagen:
Wir möchten nah dir bleiben gerne!
SOL minoreDoch ist uns das vom Schicksal abgeschlagen.
SIb minore (> SOLb maggiore?)Sieh' uns nur an, denn bald sind wir dir ferne!
DO maggioreWas dir nur Augen sind in diesen Tagen:
In künft'gen Nächten sind es dir nur Sterne.
DO minore
Nella
figura qui sotto sono rappresentate le parti vocali delle quattro strofe:
È
il padre che, vedendo la madre entrare nella stanza, non guarda lei, ma il
punto dove usava vedere il volto della piccola figlia. Oggi, quando la madre
entra, lui immagina di vedere accanto a lei anche la piccola; ma purtroppo ciò
non accade più… la piccola se n’è andata per sempre.
Schwer, dumpf – Fliessender - 4/4 DO minore
Mahler ha qui condensato due delle poesie di Rückert
costruendone una fatta di due strofe (rispettivamente di 13 e 10 versi). La
struttura musicale è abbastanza semplice: la seconda strofa ripercorre in gran
parte l’andamento e i motivi della prima, salvo qualche accorciamento e variante.
Come per il primo Lied, qui l’orchestra aggiunge di suo un’introduzione
(ripetuta per le due strofe) e un epilogo.
Interessante
notare la somiglianza del tema del Lied con quello di una canzone
popolare morava (di František Bartoš) già notata dal nostro grande esegeta mahleriano Ugo
Duse:
Introduzione (corno
inglese)
Wenn dein Mütterlein motivo T1 (flauto e oboe su motivo Introduzione)
tritt zur Tür herein,
oboe su motivo Introduzione
Und den Kopf ich drehe, motivo T2 (oboe su motivo Introduzione)
ihr entgegen sehe,
oboe e clarinetto su motivo Introduzione (modulazione a SOL minore)
Fällt auf ihr Gesicht SOL minore, motivo T1 (oboe e corno inglese su motivo Introduzione)
erst der Blick mir nicht,
corni (>>> DO minore)
Sondern auf die Stelle, motivo T3 (violoncelli)
näher nach der Schwelle,
Dort, wo würde dein (flauto)
lieb Gesichten sein,
Wenn du freudenhelle
trätest mit herein, trätest mit herein, (violoncelli)
Wie sonst, mein Töchterlein.
Introduzione (corno
inglese)
Wenn dein Mütterlein motivo T1 (flauto e oboe su motivo Introduzione)
tritt zur Tür herein,
oboe su motivo Introduzione
Mit der Kerze Schimmer, motivo T2 (oboe su motivo Introduzione)
ist es mir, als immer
Kämst du mit herein, SOL minore, motivo T1 (oboe e corno inglese su motivo Introduzione)
huschtest hinterdrein,
als wie sonst ins Zimmer! >>> DO minore incipit motivo T3 (clarinetto)
oboe su passaggi di T3
O du, des Vaters Zelle, motivo T3 (viole)
Ach, zu schnelle, zu schnell
erloschner Freudenschein, erloschner Freudenschein!
cadenza finale sulla dominante
Nella
figura qui sotto sono rappresentati principali motivi del Lied:
4. Oft denk' ich, sie sind nur ausgegangen (1901)
Il padre rassicura la madre: i bambini sono solo
usciti per una passeggiata sulla collina; la giornata è splendida, non v’è
nulla da temere. Ma no, invece loro ci hanno preceduto e non torneranno più a
casa. Noi li raggiungeremo su quella collina, al sole, dove la giornata è
sempre bella.
Ruhig bewegt, ohne zu
eilen - 4/4 alla breve MIb maggiore-minore
– SOLb maggiore
Il testo consta di tre quartine, accompagnate dagli stessi temi musicali,
nelle stesse tonalità e con leggere variazioni. In pratica troviamo 4 motivi,
uno per ciascun verso della quartina. A ciò si aggiunge soltanto una breve
introduzione orchestrale.
Introduzione (corni, violini, poi legni) MIb maggiore
Oft denk' ich, sie sind nur ausgegangen, MIb minore
Bald werden sie wieder nach Hause gelangen, SOLb maggiore
Der Tag ist schön, o sei nicht bang, MIb maggiore
Sie machen nur einen weiten Gang. (frase musicale sospesa)
Oboe e violini chiudono la frase
Ja wohl, sie sind nur ausgegangen,
Und werden jetzt nach Hause gelangen,
4 battute di collegamento
O, sei nicht bang, der Tag ist schön,
Sie machen nur den Gang zu jenen Höh'n. (frase musicale sospesa)
Flauto e violini chiudono la frase
Sie sind uns nur vorausgegangen, (attacco variato)
Und werden nicht wieder nach Haus verlangen,
4 battute di collegamento
Wir holen sie ein auf jenen Höh'n
Im Sonnenschein, der Tag ist schön auf jenen Höh'n.
2 battute di chiusura
La figura sottostante riporta il tema introduttivo e
le quattro componenti della prima quartina, che si ripetono con piccole
variazioni nelle successive.
5. In diesem Wetter, in diesem Braus (1904)
l padre non
si dà pena: i bambini non avrebbero mai dovuto uscire all’aperto con questo
tempaccio!
Ma me li hanno
fatti uscire, senza che potessi dir nulla. Ma ora è inutile recriminare. Oggi
riposano come fossero a casa con la mamma, nulla più li spaventa, sono protetti
dalla mano di Dio.
Mit
ruhelos schmerzvollem Ausdruck - 4/4
RE minore (LA e RE maggiore per l’ultima strofa)
Il testo
consta di 5 quartine (rispetto all’originale Mahler ha ripetuto – variata - la
prima, inserendola dopo la terza) cui il musicista ha apportato solo piccole
modifiche. La prime quattro strofe sono apparentate dalla tonalità di RE minore
e dall’agogica evocante lo stato d’animo fra il disperato e il rassegnato del
genitore. Nella quinta si apre (con il passaggio a RE maggiore) la visione dei
piccoli che godono ormai dell’eterna pace.
Introduzione strumentale in RE minore (contiene l’inciso
I - vedi figura - che è parente di una figurazione presente nel primo movimento
della Terza Sinfonia)
In diesem Wetter, in diesem Braus,
Nie hätt' ich gesendet die Kinder hinaus;
Man hat sie getragen, getragen hinaus,
Ich durfte nichts dazu sagen!
In diesem Wetter, in diesem Saus,
Nie hätt' ich gelassen die Kinder hinaus,
3 battute di raccordo (su inciso I dell’introduzione)
Ich fürchtete sie erkranken;
Das sind nun eitle Gedanken.
7 battute di raccordo (con inciso I dell’introduzione)
In diesem Wetter, in diesem Graus,
Nie hätt' ich gelassen die Kinder hinaus;
3 battute di raccordo (su inciso I dell’introduzione)
Ich sorgte, sie stürben morgen,
Das ist nun nicht zu besorgen.
8 battute di raccordo (con inciso I dell’introduzione)
In diesem Wetter, in diesem Graus!
3 battute di raccordo
Nie hätt' ich gesendet die Kinder hinaus!
Man hat sie hinaus getragen,
Ich durfte nichts dazu sagen!
9 battute di raccordo con transizione a RE maggiore (LA acuti di ottavino e glockenspiel)
In diesem Wetter, in diesem Saus, in diesem Braus, (modulazione a LA maggiore)
Sie ruh'n, sie ruh’n als wie in der Mutter, der Mutter Haus,
Von keinem Sturm erschrecket, Von Gottes Hand bedecket, (ritorno a RE maggiore)
Sie ruh'n, sie ruh’n wie in der Mutter Haus, wie in der Mutter Haus,
15 battute di chiusura in RE maggiore (motivo del penultimo verso nel corno)
Ecco i
principali motivi di questo Lied (Introduzione e prime 4 strofe):
L’ultima strofa merita un discorso a sé, rappresentando
non solo la chiusura del Lied, ma anche la summa dell’intero ciclo: anche
a fronte di un’acuta disperazione per la disgrazia che lo ha colpito (il cupo
RE minore) l’Uomo sa imboccare la strada della consolazione, trovando finalmente
rifugio in Dio e nella Natura, non a caso RE maggiore. È precisamente
l’approccio esistenziale (ed estetico) di Gustav Mahler, da lui manifestato praticamente
in tutta la sua produzione artistica.
Ci resta ormai
solo la cadenza conclusiva, riservata all’orchestra, in particolare al primo
corno, che espone la melodia del penultimo verso del testo. Sarà un caso (?) ma
vi compare una frase (non è proprio una citazione letterale) che viene da un
passaggio suonato nella Terza Sinfonia – di circa 8 anni antecedente al
Lied - dal Corno da postiglione:
Si osservino
dapprima le note riquadrate in blu: formano due frasi musicali suddivise in due
segmenti, apparentemente identici, in realtà assai diversi per l’armonizzazione.
La frase del Lied compie due balzi in salita (in LA) che preparano però la
successiva discesa verso la tonica RE. Quella della Sinfonia parte dal secondo
balzo della prima (riquadro rosso) per poi farne un altro più in alto e salire ulteriormente
(nel seguito). Insomma, sembra che qualcosa con gli anni sia maturato nella
visione del compositore…