La seconda delle tre apparizioni stagionali del Direttore residente de laVerdi
ha per oggetto un concerto
di musiche nate a cavallo fra ‘800 e ‘900 (1888 - 1897 - 1911). Si tratta di
tre lavori che traggono ispirazione da opere letterarie di diversa natura ed
origine, tutte però con qualche riferimento a maghi e magie assortite.
Auditorium ancora pieno come un uovo, con folta rappresentanza di...
minorenni, il che non può non salutarsi con grande piacere. E Bignamini&C hanno fatto del loro
meglio per accontentare questo loro pubblico di ammiratori.
L’apertura del concerto è riservata a
Paul Dukas e al suo Apprenti Sorcier, composto nel 1897
e ispiratogli da una simpatica
poesiola di Goethe. Solo un paio d’anni prima Richard Strauss aveva sfornato il suo Till, nel quale pare di scorgere (in
grande, effettivamente, e non solo per la durata quasi doppia) il modello di
questo poemetto sinfonico (scherzo lo battezzò l’autore) che a noi nati nel ‘900 fu reso famoso dalla sua
presenza (arrangiamento di Stokowski)
nel celeberrimo Fantasia di Disney (credo di averlo visto, al cinema
dell’oratorio parrocchiale, alla tenera età di 6 anni, quando DeGasperi aveva da
poco vinto le elezioni del ’48!)
A chi fosse
interessato a conoscere i segreti del brano, solo apparentemente leggero e superficiale, consiglio la
lettura di questo saggio
del valente Christian Frattima, oltre
a suggerire una pregevole
esecuzione del 1961 di Pierre Monteaux
con la London Symphony.
Bignamini, che mette
tutto a memoria (provate a fare il conto di quante pagine di partitura d’orchestra si è immagazzinato
nel cervello per questo concerto... vien da pensare che il suo sia un hard-disk nel quale a lui basta fare il download di qualche pdf dal computer!) ha condotto i suoi ex-compagni con una calma e una
sicurezza che testimoniano del perfetto affiatamento che ancora ha con loro. E
ciò vale per tutti i tre brani in programma.
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Ecco poi la versione tarda (1947) delle musiche del balletto Petruska che Igor Stravinski compose originariamente nel 1911 e del quale il
citato Pierre Monteaux diresse la prima
parigina. Va detto che la versione proposta da Bignamini si differenzia
dall’originale quasi esclusivamente per l’orchestrazione più leggera (e la
compagine ridotta) ma ne conserva intatta la struttura, oltre che la freschezza
e la verve. Il Direttore sceglie per
il finale la forma abbreviata, prevista da Stravinski per le esecuzioni
concertistiche, quella che chiude l’opera sulla festa di popolo, tagliando la
morte di Petruska e la vergognosa uscita di scena del Mago.
Reitero qui una segnalazione
già fatta parecchi anni fa di una benemerita iniziativa tedesca che ha avuto come
oggetto il
lavoro di Stravinski: una vera miniera d’oro per chi abbia voglia (e
tempo...) di approfondire la conoscenza di Petruska e del suo autore.
Propongo poi in
appendice al post un bigino dell’opera, appoggiandomi a
questa interpretazione di Jansons con l’Orchestra del Concertgebouw.
Tornando a ieri,
strepitosa prestazione di tutti, salutata da ovazioni per Direttore e
strumentisti, molti di loro chiamati a interventi squisitamente solistici e
perciò ancor più apprezzabili.
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Dopo l’intervallo e a
chiudere il concerto, un altro pezzo forte del repertorio dell’Orchestra, la Shéhérazade di Nicolai Rimski-Korsakov, del 1888. Questa volta il ruolo della
principessa che incanta il sultano cattivone, spegnendone gli istinti omicidi,
è affidato ad un altro Nicolai (Freiherr von Dellingshausen) che siede
sulla sedia della spalla e deve
quindi suonare le diverse parti solistiche che evocano i racconti della bella quanto
astuta Shéherazade. Devo dire che non ha per nulla fatto rimpiangere Luca Santaniello (ieri seduto alle sue
spalle) che fino ad oggi aveva di diritto impersonato quel ruolo.
Dopo un rigorosissimo
Stravinski, Bignamini si è scatenato con un’interpretazione personalissima del
lavoro di Rimski, non risparmiandosi rubati, cambi di tempo e di dinamica,
magari al limite del... regolamento, ma di un’efficacia straordinaria.
Memorabile, all’interno di una lettura da incorniciare, l’Andantino quasi allegretto, diretto senza bacchetta (appoggiata
sul leggio di... Scarpolini): un vero diamante in un vaso di perle!
Alla fine pubblico
entusiasta e trionfo per tutti.
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Petruska
I passaggi descritti
corrispondono alle indicazioni didascaliche sulla partitura.
Quadro
I - La fiera di Shrovetide a Pietroburgo.
Siamo nella settimana
grassa e la fiera è affollata da gente di ogni tipo: il flauto imita le grida
dei venditori e l’orchestra il tumulto generale.
55”
Ecco passare un gruppo di
festaioli già ubriachi che ballano in modo sgangherato.
1’26”
Il maestro di cerimonie
attira l’attenzione dei passanti da sopra il suo banchetto; poi torna il
tumulto della festa.
1’46” Un suonatore d’organetto arriva con una danzatrice.
2’08” L’organetto
comincia a suonare.
2’26” la
danzatrice balla accompagnandosi con il triangolo (canzonetta francese Elle avait une jambe de bois)
mentre il suonatore d’organetto con una mano gira la manovella e con l’altra
suona la trombetta.
2’50” Poco
distante da lì un’altra ballerina danza sulla musica che esce da un carillon.
3’17” Tornano
la prima danzatrice con il triangolo e il suonatore d’organetto con la
trombetta.
3’33”
Organetto
e carillon tacciono improvvisamente: è il maestro di cerimonie che riprende il
centro dell’attenzione con la sua parlantina, poi si riode il tumulto della
piazza.
3’56” Ripassano
gli allegri buontemponi; quindi ancora il chiasso della festa.
5’24” Due
tamburini si piantano davanti al teatrino, attirando l’attenzione dei passanti
con il rullo dei loro strumenti. All’interno del teatrino appare il vecchio
mago.
6’00” Il
mago suona il suo flauto magico.
6’41” Si
apre il sipario del teatrino e compaiono tre marionette: Petruska, il Moro e la
Ballerina.
7’11” Il
mago anima le tre marionette toccandole col suo flauto magico. E loro si
mettono a danzare la lunga e variata Danza
russa, lasciando stupefatta la folla circostante.
10’02” Buio
improvviso, cala il sipario. Lungo rullo di tamburo.
Quadro
II - Nella stanza di Petruska.
Dal
mondo reale si passa ora a quello virtuale: questo e il successivo quadro sono
infatti incentrati sul rapporto fra le tre marionette, un triangolo che ricorda
quello dei pagliacci del teatro dell’arte (Arlecchino
t’invola Colombina... canta Canio, protagonista del triangolo con Nedda e
Silvio) a sua volta mutuato però da tutti i triangoli che si materializzano nel
mondo reale.
10’17” Petruska
viene scaraventato in scena con un calcio.
11’21” Petruska
esterna tutta la sua rabbia.
13’00” Arriva
la Ballerina.
13’27” La
Ballerina se ne va arrabbiata con Petruska.
14’16” Petruska
resta solo e disperato. Un gran rullare di tamburi introduce il quadro
successivo.
Quadro
III - Nella stanza del Moro.
14’48”
Atmosfera minacciosa.
15’45” Il
Moro comincia a ballare, sempre in uno scenario lugubre.
17’43” Arriva
la Ballerina. Gran rullo di tamburi.
17’50” La
Ballerina danza allegramente per il Moro, accompagnata da una trombetta. Poi si
prepara a ballare con lui.
18’29” La
Ballerina e il Moro danzano un walzer in due sezioni, tratte da lavori di Josef Lanner. Prima parte Lento cantabile, accompagnata da
trombetta e flauto, con sottofondo del fagotto (da Steyrische tänze, qui a 1’27”). Poi (19’12”) Allegretto (da Die Schönbrunner, qui a 5’22”). Da 20’05” riprende il tempo lento.
20’40”
Moro e Ballerina rizzano le orecchie: sta arrivando Petruska!
21’01” Moro
e Petruska si azzuffano. La Ballerina sviene.
21’33” il
Moro sbatte fuori Petruska. Buio.
Quadro
IV - La fiera di Shrovetide al tramonto.
21’41” Siamo
tornati nel mondo degli uomini: la festa continua ormai da ore e ore. Introduzione
con lungo rullo di tamburo e poi la solita animazione nella piazza.
22’47” Arrivano
le balie e si mettono a ballare una lunga danza, con diversi motivi popolari.
25’24” Irrompe
sulla scena anche un contadino con un orso. Fuggi-fuggi generale. Il contadino suona
il suo piffero e l’orso balla sulle zampe posteriori. Poco dopo contadino ed
orso se ne vanno e torna l’animazione nella piazza.
26’56” Ora
un mercante festaiolo arriva con due zingare. Si diverte gettando banconote
alla folla.
27’11” Le
zingare ballano mentre il mercante suona la fisarmonica.
28’01” Mercante
e zingare se ne vanno, sostituiti (28’07”) dal sopraggiungere di
cocchieri e stallieri che cominciano a ballare.
29’09” Le
balie (sul loro tema di poco prima) ballano con cocchieri e stallieri.
30’12” Arrivano
anche i mimi. Quello che incarna la morte (30’32”) spinge la folla a danzare
con lui.
30’46” Ecco
ora una buffonata dei mimi (protagonisti capra
e maiale).
31’11” Mimi
e maschere danzano insieme. Tutta la gente (31’22”) si unisce alle loro
danze. (Qui finisce - opzionalmente - la versione per concerto.)
31’48” Tutti
continuano a ballare, mentre si odono grida dal teatrino delle marionette.
31’56” I
balli cessano. Petruska corre fuori dal teatrino, inseguito dal Moro, che la
Ballerina cerca di trattenere
32’16” Il
Moro inferocito acchiappa Petruska e lo colpisce con la sua sciabola. Petruska
cade con la testa fracassata e una folla si assiepa attorno alla marionetta.
32’48” Petruska
muore, fra gemiti e lamenti. Una guardia va a rintracciare il mago. Il quale (33’26”)
arriva, raccoglie e scuote la salma di Petruska.
34’10” La
folla si disperde e il mago, restato solo in scena, trascina Petruska verso il
teatrino.
34’39” Sopra
il teatrino appare lo spettro di Petruska, minaccioso, che sporge il suo naso
verso il mago. Il quale, terrorizzato, lascia cadere il fantoccio e
se ne va rapidamente, gettando occhiate impaurite dietro le spalle.
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