Il quasi-47enne lusitano Nuno Côrte-Real fa il suo esordio con laVerdi dirigendo un programma piuttosto variegato, i cui tre
pezzi sono labilmente collegati dall’evocare terre lontane (magari non per noi,
ma per... Ibsen, Gauguin e Dvořák): Africa, Tahiti e America. Le date del
concerto sono state anticipate rispetto allo standard poichè l’Orchestra parte
ora per una tournée proprio in Portogallo, dove Côrte-Real ne terrà a battesimo
l’esordio.
Sulla genesi delle musiche composte da Edvard Grieg per il Peer Gynt mi sono già
dilungato all’interno di questo
commento ad un’esecuzione di Bignamini di tre anni giusti-giusti orsono,
quindi non aggiungo altro. Dirò invece dell’esecuzione di ieri, che mi è parsa
rivelare (ma lo confermerà il brano successivo) la natura romantica del Direttore, che ha proposto questa pagina con grande
leggerezza, ma senza quelle sdolcinature che troppo spesso ne caratterizzano
l’esecuzione. Il pubblico, tutt’altro che oceanico a dir il vero, ha mostrato
di apprezzare, stabilendo subito un rapporto di simpatia con questo portoghese
dall’atteggiamento schivo e quasi timido, che dirige con gesto poco appariscente
ma preciso ed efficace.
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E queste qualità sono emerse poi nel secondo brano in
programma, che è - nientemeno - una prima
assoluta! Si tratta di una sua composizione intitolata Noa-Noa e battezzata
dall’Autore come Sinfonia (in cinque
movimenti). È in realtà la versione orchestrata e assai ampliata (Op.62) di una
breve composizione di musica
elettroacustica del 1995, Noa-Noa, homenagem a Gauguin (Op.3) con la quale Côrte-Real vinse
nel 2000 il Concorso Musica Viva a
Lisbona. Ecco come l’Autore in persona ci presenta questo lavoro:
La Sinfonia Noa-Noa (‘profumo’, ndr) è stata ispirata dal libro omonimo di
Paul Gauguin, scritto dal pittore dopo il suo primo soggiorno a Tahiti. È interessante
notare come questa composizione (suddivisa in cinque movimenti, ciascuno dei
quali ha lo stesso titolo dei quadri dipinti da Gauguin nelle isole del
Pacifico) si riveli selvaggia e dirompente - proprio come è stata l’esperienza
del pittore parigino - rispetto agli stili e alle convenzioni esistenti; la durezza,
l’aridità e le dissonanze tipiche della musica contemporanea sono in essa totalmente
estranee.
Un’attenzione particolare va riservata
all’ultimo movimento intitolato Matamoe, che in tahitiano significa ‘Morte’, ma
che nella visione di Gauguin ha un significato diverso: quello della morte
della società borghese che non lo ha capito e la risurrezione in un nuovo, puro
e genuino paradiso terrestre, libero da interessi e criminalità.
Atmosfera
sognante, esotica, un tappeto sonoro (à la Debussy...) da cui emergono via via
richiami ora cupi, ora sereni; un cammino che parte dal REb iniziale e si
chiude sul SI conclusivo: risposte alle tre fatidiche domande?
2 Contes Barbares
Paesaggio
crudo, aspro e minaccioso, sordi richiami del trombone sui colpi secchi delle
percussioni; atmosfera da tregenda.
Romanza per archi: un breve, classico intermezzo
languido (SOL e DO maggiore!)
Le percussioni sembrano effettivamente ritmare uno scalpitìo... contrappuntando il corno inglese che canta una mesta melopea, chiusa da una cadenza DO-SI.
Un insistente martellamento di tamburi lascia
poco spazio al dispiegarsi di frasi musicali di senso compiuto, poi chiude
bruscamente sulla cadenza RE-SI dell’orchestra. Evidentemente, la resurrezione deve ancora aspettare!
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Accoglienza non meno che trionfale quella che il pubblico ha riservato a quest’opera, richiamando più e più volte sulla scena il musicista lusitano, che ha a sua volta ringraziato l’Orchestra, quasi schermendosi per un successo così pieno. Beh, abbiamo avuto un’altra piaceevole dimostrazione della preveggenza di Lenny Bernstein, che nel pieno della temperie serial-dodecafonica di 60 anni fa pronosticava un futuro per la musica... tonale!
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Chiude il concerto l’inflazionata Sinfonia dal nuovo mondo, che l’Orchestra nel corso dei 25 anni della sua storia aveva già messo in programma per ben 14 volte (l’ultima quasi 3 anni orsono). E Côrte-Real si affida a questa pluri-decennale esperienza per garantirsi il prevedibile successo. Cito un nome solo per glorificare tutti i ragazzi: il corno inglese di Paola Scotti.
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Accoglienza non meno che trionfale quella che il pubblico ha riservato a quest’opera, richiamando più e più volte sulla scena il musicista lusitano, che ha a sua volta ringraziato l’Orchestra, quasi schermendosi per un successo così pieno. Beh, abbiamo avuto un’altra piaceevole dimostrazione della preveggenza di Lenny Bernstein, che nel pieno della temperie serial-dodecafonica di 60 anni fa pronosticava un futuro per la musica... tonale!
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Chiude il concerto l’inflazionata Sinfonia dal nuovo mondo, che l’Orchestra nel corso dei 25 anni della sua storia aveva già messo in programma per ben 14 volte (l’ultima quasi 3 anni orsono). E Côrte-Real si affida a questa pluri-decennale esperienza per garantirsi il prevedibile successo. Cito un nome solo per glorificare tutti i ragazzi: il corno inglese di Paola Scotti.